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Il Nuovo-Scuole chiuse: insegnanti in piazza

Scuole chiuse: insegnanti in piazza Giorno di protesta nazionale per le scuole: gli insegnanti scendono in piazza per i mancati aumenti, ma la protesta si salda a quella contro la riforma Moratti...

25/03/2003
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Il Nuovo

Scuole chiuse: insegnanti in piazza

Giorno di protesta nazionale per le scuole: gli insegnanti scendono in piazza per i mancati aumenti, ma la protesta si salda a quella contro la riforma Moratti, e per la Pace.
MILANO - E' stato uno sciopero a macchia di leopardo, senza una grande manifestazione unitaria che sfili per le strade di una sola città, ma con tanti piccoli cortei nei diversi capoluoghi di Provincia. L'effetto, però, è stato lo stesso un po' dappertutto: secondo le stime del sindacato Gilda ha aderito alla protesta il 60 per cento degli insegnanti, con punte del 100 per cento. Soddisfazione anche da parte della Cgil per una manifestazione che ha portato in ogni piazza dalle 150 mila alle 200 mila persone. Per il Ministero avrebbe scioperato invece poco meno del 40 per cento del personale.

La protesta, sebbene a poche settimane dall'approvazione della riforma della scuola, non è stata principalmente convocata contro le nuove norme varate dal governo e dal ministro Letizia Moratti. Di fatto, gli insegnanti sono scesi in piazza per chiedere il rinnovo del contratto, fermo al 2001, e gli aumenti promessi in busta-paga ormai da oltre un anno, e mai arrivati.

Lo sciopero, d'altronde, era stato fissato ben prima che la nuova legge rivoluzionasse il sistema scolastico italiano. Alle rivendicazioni dei docenti e del personale dell'Ata, si è unito anche il desiderio della pace. Sì perché la protesta della scuola è stata animata anche dalla speranza che i bombardamenti in Iraq finiscano presto.

Per questo motivo sono scesi in piazza non solo docenti e personale Ata, ma anche gli studenti. Un centinaio di professori e alunni si sono ritrovati stamane davanti alla sede del ministero dell'Istruzione in viale Trastevere, a Roma. Tra la folla anche uno stenditoio con biancheria e la scritta ''Un bucato contro la sporca guerra''. La manifestazione è stata indetta dai Cobas e dai sindacati di base a Roma. Decine di persone si sono radunate in via Ostiense, viale Trastevere e largo Chigi per partecipare ai sit-in indetti dai Cobas della scuola contro la guerra all'Iraq. Momenti di tensione davanti al Pantheon, dove polizia e carabinieri hanno sbarrato la strada per impedire al corteo di arrivare davanti al Parlamento.

Oltre 5000 persone si sono radunate a Milano. Gli slogan contro il ministro Moratti e contro il Governo si sono mescolati ai 'no alla guerra' gridati soprattutto dai giovani liceali, presenti numerosi dietro gli striscioni della Sinistra Giovanile e dei Centri Sociali. Nei primi metri del corteo, subito dopo lo striscione dei sindacati scuola, è stato issato un enorme lenzuolo nero (più di 50 metri quadrati) con la scritta ''No alle bombe''.

Un centinaio di studenti ha invaso questa mattina a Fano la strada statale 'Adriatica', provocando rallentamenti nel traffico. La manifestazione è iniziata questa mattina al Pincio, luogo di raduno anche per gli insegnanti che hanno aderito allo sciopero nazionale della scuola.

A Torino, due cortei, uno degli studenti e uno dei professori - in tutto circa 5-6 mila persone secondo la Questura, circa il doppio per i sindacati - si sono congiunti in piazza Solferino da dove hanno raggiunto piazza Castello. Almeno 4mila i manifestanti a Genova. Hanno protestato contro la guerra, la riforma Moratti e i bonus regionali a sostegno delle famiglie che hanno optato per un percorso didattico privato dei propri figli.

A Bologna, secondo i primi dati, comunicati dalla Cgil, avrebbero aderito allo sciopero oltre l' 80% degli insegnanti. Il corteo dei sindacati si unirà a quello degli studenti partito circa due ore prima da Piazza Maggiore per manifestare a favore della pace.

A Napoli proteste contro i tagli al personale: verranno meno circa 2500 posti di lavoro, secondo i sindacati.

A Bari, secondo i dati della questura, avrebbero manifestato un migliaio di persone, tra insegnanti e studenti. Il corteo si è fermato davanti al Provveditorato agli studi.

A Cagliari, oltre un migliaio tra docenti, presidi e personale tecnico e amministrativo aderenti a Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda e alla Confederazione Sindacale Sardasi sono dati appuntamento davanti alla sede della direzione scolastica regionale dove è stato organizzato il primo sit-in di protesta che ha avviato la manifestazione. Migliaia di persone anche a Palermo.
Per gli insegnanti i motivi di attrito col ministro restano forti. Proprio la Moratti infatti, aveva promesso nuovi aumenti in busta paga, come conseguenza del taglio di 8 mila 500 posti di lavoro, giustificati dalla minor presenza di alunni nelle classi. Quei soldi però, non sono mai arrivati a destinazione. Alla manifestazione di piazza insomma, si sono saldate anche le proteste contro la nuova riforma.

Inoltre, i malumori riguardano anche questioni ormai consolidate negli anni, come quella dei precari, e della carenza di strutture. Di fatto, il governo Berlusconi, è l'accusa dei sindacati, non avrebbe mantenuto nessuna delle promesse fatte al corpo docente.

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