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Il Nuovo-Scuola, i Comuni bocciano la riforma

Scuola, i Comuni bocciano la riforma Per l'Anci la sperimentazione proprosta dalla Moratti può partire solo a precise condizioni: "La riforma è un processo organico troppo importante perché p...

12/09/2002
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Il Nuovo

Scuola, i Comuni bocciano la riforma

Per l'Anci la sperimentazione proprosta dalla Moratti può partire solo a precise condizioni: "La riforma è un processo organico troppo importante perché possa essere realizzato attraverso anticipazioni frammentarie".
ROMA - All'Anci (l'Associazione dei comuni italiani) la riforma scolastica del ministro Moratti non piace proprio. Dopo il Consiglio nazionale della pubblica istruzione, anche i Comuni si esprimono in merito all'avvio della sperimentazione dell'anticipo di età di accesso nella scuola dell'infanzia. E lo fanno con un documento ufficiale che sarà consegnato allo stesso ministro Moratti. Chiaro il contenuto: il documento pone una serie di paletti e condizioni precise per l'avvio della sperimentazione.

'La Commissione Scuola dell'Anci '#8211; ha detto Leonardo Domenici, presidente Anci - dopo aver attentamente esaminato tutte le questioni e le difficoltà legate all'avvio della sperimentazione ha assunto la decisione che solo a determinate condizioni sarebbe possibile effettuarla. La riforma del sistema scolastico è un processo organico troppo importante perché possa essere realizzato attraverso anticipazioni frammentarie e improvvisate, che rischiano di peggiorare la situazione attuale'.

E in ogni caso 'la sperimentazione deve prevedere una puntuale verifica delle condizioni di fattibilità, specie in vista di un eventuale ampliamento. Solo dopo questa verifica si potrà constatare in concreto la possibilità di introdurre novità nel sistema scolastico'.

Questi i paletti dei Comuni alla sperimentazione:
Fra le condizioni che l'Anci ritiene essenziali per avviare la sperimentazione, c'è quella di 'considerare la possibilità di formare sezioni di età compresa tra i 2 anni e mezzo e i 3 anni e mezzo, con un rapporto bambini-educatori che tenga conto della legislazione regionale e di poter usufruire di locali, di servizi ausiliari e igienici idonei'.

E ancora: 'E' necessario che non vi siano liste di attesa riguardanti le scuole interessate e che il personale sia specificamente formato'. Infine, per i Comuni 'sarebbe assai opportuno che la sperimentazione si svolgesse nei plessi in cui sono presenti tanto le scuole per l'infanzia quanto le scuole elementari, in modo da non creare problemi organizzativi e difficoltà alle famiglie'.

La valutazione negativa espressa sulla riforma:
Nel documento approvato dalla Commissione, l'Anci 'ribadisce la valutazione complessivamente negativa già espressa sul disegno di legge di riforma in discussione in Parlamento', evidenziandone 'con forza' i limiti in relazione a vari punti.

Prima di tutto in ordine alla 'possibile riduzione quantitativa e qualitativa del servizio scolastico pubblico; alla carenza di impianto culturale e pedagogico; al rischio della differenziazione precoce tra percorsi d'istruzione e percorsi professionali; al rischio di limitazione dell'autonomia delle scuole e a quella degli stessi enti locali, a fronte della nascita di un nuovo centralismo regionale nel sistema dell'istruzione; alla mancata previsione di adeguati impegni per lo sviluppo e la qualificazione del patrimonio di edilizia scolastica; alle negative implicazioni conseguenti alla possibilità per le famiglie di iscrivere i bambini in anticipo, che rende incerto il principio dell'obbligo scolastico e può portare alla formazione di classi con alunni di età e sviluppo psico-fisico molto differenziate'.
Il documento sottolinea, inoltre, come 'all'impegno per la generalizzazione dei servizi, già presente nella Legge 30 e confermato nel disegno di legge Moratti, deve corrispondere la previsione di adeguate risorse'. L'Anci esprime quindi la propria 'contrarietà per le sperimentazioni che vengono annunciate, con incertezze politiche sulla estensione, per la fretta nella preparazione e nella organizzazione, per l'improvvisazione pedagogica e culturale, intravedendo il rischio che vengano di fatto anticipati frammenti di riforma,
senza organicità e senza possibilità di verificare l'impatto reale dei cambiamenti che dovrebbero essere introdotti'.

Inoltre, osservano ancora i Comuni, 'tante piccole o grandi sperimentazioni potrebbero determinare una situazione a macchia di leopardo'. In particolare, per quanto riguarda l'anticipo della scuola dell'infanzia ed elementare, 'potrebbe verificarsi una situazione a macchia di leopardo'. La sperimentazione, prosegue l'Anci, 'dovrà poi avere caratteristiche di riproducibilità, quindi il fatto che per il primo anno si vada verso la individuazione di sedi scolastiche dove le condizioni dovranno essere già garantite e dove quindi non dovranno essere realizzate modifiche strutturali, non elimina il problema della ristrutturazione delle sedi scolastiche nel momento in cui si andrà a regime'.

Tra i requisiti di qualità per la sperimentazione dell'ingresso degli alunni tra i 2 anni e mezzo e i 3 anni nella scuola dell'infanzia: 'L'assenza di liste d'attesa, in presenza delle quali gli incrementi di organico dovranno prioritariamente soddisfare tale domanda; interventi di formazione per il personale insegnante; progettazione e trasformazione ambientale degli spazi; attivazione del sostegno ai disabili'.

Da qui la conclusione dei Comuni: 'Solo in presenza delle su esposte condizioni, che dovranno confluire nel previsto accordo nella sede della Conferenza Unificata, l'Anci ritiene che si possa instaurare un costruttivo dialogo tra istituzioni'.

(11 SETTEMBRE 2002, ORE 17:45)


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