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Il Nuovo-Giovanardi: il governo non interverrà sui libri di storia

Giovanardi: il governo non interverrà sui libri di storia Una nota del ministro per i rapporti col Parlamento spegne sul nascere le polemiche. La risoluzione votata dal Polo alla Camera "è irri...

12/12/2002
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Il Nuovo

Giovanardi: il governo non interverrà sui libri di storia

Una nota del ministro per i rapporti col Parlamento spegne sul nascere le polemiche. La risoluzione votata dal Polo alla Camera "è irricevibile". Non spetta al governo "vigilare".
ROMA - Palazzo Chigi spegne sul nascere l'incendio sui libri di testo che già minacciava di divampare. Qualcuno nella Casa delle libertà chiede un controllo preventivo (che l'Ulivo già definiva "censura") sui libri di storia adottati nelle scuole italiane? Ci pensa il ministro per i rapporti col Parlamento, Carlo Giovanardi , a tagliar corto e a definire "irricevibile" la risoluzione di maggioranza votata ieri dalla commissione Cultura della Camera. Non solo, aggiunge Giovanardi, ma non si è mai posta la questione che al governo spetti di vigilare sulla obiettività dei fatti e delle valutazioni riportate sui libri messi in mano agli alunni di media e superiori.

La nota di Giovanardi, che chiude - almeno per ora - la porta a interventi politici sulla cultura e sulla didattica da partev dell'esecutivo, parla molto chiaramente. '' La risoluzione, per quanto riguarda il governo, è semplicemente irricevibile'', afferma il ministro. Secondo Giovanardi ''non spetta certamente all'esecutivo vigilare sull'obiettività dei libri di storia. Ho già espresso chiaramente questa convinzione - spiega il ministro - e rimango pertanto sorpreso da polemiche pretestuose tese a coinvolgere il governo in un dibattito su una questione importante sulla quale il governo non può e non deve intervenire in via amministrativa''.

Ma viene dal neosegretario Udc il commento forse più sprezzante alla risoluzione, che ha come primo firmatario Fabio Garagnani, il deputato bolognese di Forza Italia noto per aver aperto in Emilia appositi sportelli a disposizione di allievi e famiglia per denunciare gli insegnanti faziosi o quelli che in classe parlano male del governo. ''Una baggianata sesquipedale'', dice Marco Follini rispondendo alle domande dei cronisti in Transatlantico.

La risoluzione, votata dalla Casa delle libertà, "impegna il governo ad attivarsi per far sì che nelle scuole di ogni ordine e grado l'insegnamento della storia, in particolare quella contemporanea, si svolga secondo criteri oggettivi, rispettosi della verità storica".

Secondo la risoluzione della Cdl, "è indubbio che negli ultimi anni nella scuola italiana è prevalsa una visione ideologica che ha sovente alterato fatti storici incontrovertibili per fini di parte, in una pura ottica politica". La maggioranza chiede perciò "l'utilizzo di testi di assoluto rigore scientifico, che tengano conto in modo obiettivo di tutte le correnti culturali e di pensiero, per un confronto democratico e liberale che assicuri un corretto apprendimento del passato, in special modo, quello più recente".

Immediata la reazione compiaciuta dell'opposizione che ieri aveva sollevato un vero e proprio muro contro la proposta della maggioranza definendola "degna del Minculpop" e parlando di "regime oscurantista". ''Apprezzo il ministro Giovanardi che, parlando per il governo, ha sancito la irricevibilità della risoluzione sui libri di testo della commissione Cultura che è manifestamente incostituzionale'', dice il diessino Fabio Mussi , vicepresidente della Camera dei deputati. ''La risoluzione - rileva Mussi - desta allarme perché manifesta un'intenzione che non ha assolutamente niente a che fare con il regime liberale in cui viviamo e con i princìpi della nostra costituzione''.

Ma l'ispiratore della risoluzione non abbassa la testa. E rilancia: Giovanardi non è il governo, dice, facendo evidentemente appello a quei settori della maggioranza (An in prima fila) che non hanno mai fatto mistero di mal tollerare la cosiddetta "egemonia culturale" della sinistra anche negli strumenti didattici. ''Di risoluzione irricevibile ha parlato solo il ministro Giovanardi e non il governo che era presente in sede di discussione della risoluzione. In ogni caso la posizione manifestata da Giovanardi è irrispettosa nei confronti del Parlamento'', afferma Garagnani. E prosegue sullo stesso tono. ''Se la risoluzione fosse stata irricevibile - spiega - allora essa non sarebbe neppure stata discussa in commissione. Si tratta di una risoluzione legittima che evidenzia un problema reale, quello della faziosità dei libri di testo, sul quale ognuno può avere la sua idea. Non intendiamo entrare nei libri di testo: nella risoluzione non si parla di liste di proscrizione, ma si dice che al problema si deve trovare una soluzione attraverso una franca discussione nel rispetto della autonomia scolastica''.


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