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Il Nuovo-Al Sud sei scuole su dieci sono fuorilegge

finora ci sono state sei proroghe alla sua attuazione: l'ultima scadrà a dicembre del 2004 Al Sud sei scuole su dieci sono fuorilegge Non hanno il certificato di agibilità statica. Genitori e Comu...

05/11/2002
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Il Nuovo

finora ci sono state sei proroghe alla sua attuazione: l'ultima scadrà a dicembre del 2004
Al Sud sei scuole su dieci sono fuorilegge
Non hanno il certificato di agibilità statica. Genitori e Comuni invocano un piano straordinario
di ANNA MARIA SERSALE

ROMA - In un paese a rischio sismico come l'Italia la statica degli edifici scolastici è considerata un optional: 5.468 istituti, ossia il 57,02%, non sono in regola. Sono sprovvisti del parametro sul quale si giudica l'idoneità a sopportare il terremoto. Una scuola su due non ha il certificato di agibilità statica, si rileva dall'ultimo rapporto sullo stato dell'edilizia redatto dal ministero dell'Istruzione. Il dato allarmante è del febbraio 2002. Ma che la situazione fosse così grave non era un mistero. L'Italia della prima e poi della seconda Repubblica sa di avere una rete scolastica che gli stessi dirigenti di viale Trastevere definiscono "inadeguata" e "in molti casi fatiscente".
Il ministero si giustifica con il boom demografico degli anni Sessanta, con le sistemazioni precarie di allora e i piani edilizi fatti in "gran fretta per dare a tutti un posto a scuola". Già, ma l'esplosione della scuola di massa era prevedibile. La necessità di costruire edifici non ha certo colto di sorpresa nessuno. Però la sicurezza è rimasta in secondo piano. Il 20% degli edifici ha più di mezzo secolo e un altro 35% è stato realizzato prima del 1965. Il 71,1% degli istituti non ha il certificato di prevenzione antincendi e nel 20,9% dei casi non sono stati addestrati gli alunni all'emergenza.
Ma i problemi maggiori sono concentrati al Sud, lo rileva il rapporto ministeriale. Il Molise è una delle regioni che sta peggio: la percentuale delle scuole sprovviste dell'agibilità statica sale al 62,79% e la mancanza delle misure antincendio raggiunge l'85%. E se la maggioranza delle scuole italiane ha un documento sul rischio in Molise manca nel 18% dei casi. In Calabria, Basilicata, Puglia e Sicilia la manutenzione è una chimera. Ora, dopo il disastro di San Giuliano, i genitori allarmati chiedono "scuole sicure".
Letizia Moratti ha convocato il suo staff tecnico. Alla task force per l'edilizia coordinata dal sottosegretario Stefano Caldoro e dal direttore generale Michele Di Pace ha dato nuove direttive: "Fare controlli e accertare eventuali situazioni di inagibilità".
Oltre ai genitori si sono mobilitati i Comuni. Paola Pozzi, responsabile per i problemi scolastici dell'Associazione nazionale dei Comuni italiani, dice: "Gli istituti sono allo sfascio. Serve un programma da 3 miliardi di euro per rimettere in piedi il patrimonio edilizio. Il governo deve varare un grande piano". Ma nella Finanziaria per il 2002 non c'è neppure una lira destinata all'edilizia scolastica. Un "buco" che nel 2003 potrebbe aggravare situazioni già al limite del sopportabile. Albertina Soliani, ex sottosegretario all'Istruzione con il governo D'Alema, parlamentare della Margherita, ha lanciato un appello: "La Finanziaria è alle ultime battute alla Camera, non basta che la maggioranza preveda fondi straordinari per la ricostruzione. Sono necessari stanziamenti per la messa a norma di tutte le scuole, perché tragedie come quella del Molise non accadano più". Sulla stessa posizione Verdi e Diesse. I sindacati da anni lanciano l'allarme. La Uil ogni anno presenta un rapporto: "Gli standard di sicurezza non vengono rispettati", avverte Massimo Di Menna, segretario nazionale. Enrico Panini della Cgil più volte ha puntato il dito contro le inadempienze: "Si continua con i rinvii".
Di rinvii è costellata la legge sulla sicurezza. Varata nel 1990 doveva essere attuata entro il 28 marzo 1993. Da allora i governi hanno deciso uno slittamento dietro l'altro. Sei in tutto. L'ultimo in ordine di tempo è del governo Berlusconi che ha spostato al 31 dicembre 2004 il termine per "adeguare gli edifici alle norme di sicurezza". "E' un serpente che si morde la coda, le nostre denunce restano inascoltate - Giorgio Rembado, il leader dell'Associazione nazionale presidi accusa -. I dirigenti scolastici lanciano l'allarme, si rivolgono all'ente locale, l'ente allo Stato, ma il problema torna indietro, spesso irrisolto".
Il punto è che decenni di incuria hanno prodotto danni sempre più difficili da riparare. L'ammontare degli stanziamenti sfugge perfino al ministero: "Ma ora - spiegano in viale Trastevere - stiamo ultimando un nuovo studio per accertare il fabbisogno dei singoli Comuni".


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