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Il Mattino-E in Parlamento è lite sulle norme per il reclutamento

E in Parlamento è lite sulle norme per il reclutamento LA riforma dei cicli scolastici, attualmente all'esame della...

24/11/2002
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Il Mattino


E in Parlamento è lite sulle norme per il reclutamento
LA riforma dei cicli scolastici, attualmente all'esame della Camera, rivoluziona il percorso di chi vuole accedere all'insegnamento nei diversi gradi scolastici. L'articolo cinque della legge delega stabilisce che l'abilitazione dei docenti passa attraverso i corsi specialistici universitari ai quali si potrà accedere sulla base dei posti effettivamente disponibili. Una novità che cancella d'un colpo tutte le vecchie trafile dei concorsi per l'immissione in ruolo e i corsi di abilitazione professionale (oscillano tra le 60 e le 80 ore). Un colpo di spugna sul quale manca ancora un accordo politico. Le graduatorie dei precari sono lo scoglio all'approvazione di questo articolo della legge. Non solo nell'opposizione, ma anche nelle file della maggioranza, con l'Udc in testa, c'è una grossa resistenza a modificare le norme per il reclutamento. Il nodo è la fase transitoria. L'articolo cinque, una volta approvato, deve essere accompagnato da delle norme transitorie. L'ipotesi alla quale si sta pensando sarebbe quella di procedere attraverso un doppio canale. Ovvero, per le nuove immissioni si attingerebbe in parte alle graduatorie dei precari (fino ad esaurimento) e in parte ai nuovi laureati.
Su questa questione, la prossima settimana il ministro Moratti incontrerà i parlamentari di maggioranza e opposizione per cercare di trovare una intesa. La Moratti aveva in un primo tempo ipotizzato di stralciare l'articolo cinque dalla legge delega per una rapida approvazione, una idea per il momento congelata. Modificare la formazione e il sistema di reclutamento dei docenti è uno dei punti sui quali il ministro non ha intenzione di rivedere la sua posizione per dar vita a una scuola diversa. Per il momento la Moratti, però, deve anche fare i conti con il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che non ha alcuna intenzione di dare il via libera a 21mila immissioni in ruolo richieste mesi fa.
e.r.


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