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Il Mattino-Cattedre fantasma, precari nel caos

Cattedre fantasma, precari nel caos Avviate le nomine dei supplenti tra proteste e disagi. Niente microfoni, appelli a voce CRISTIANO TARSIA "Ormai sono un professore di ruolo. Ma mi sembra che 2...

27/08/2003
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Il Mattino

Cattedre fantasma, precari nel caos
Avviate le nomine dei supplenti tra proteste e disagi. Niente microfoni, appelli a voce
CRISTIANO TARSIA
"Ormai sono un professore di ruolo. Ma mi sembra che 20 anni siano passati invano. Anzi ora è ancora peggio di quando io facevo il precario". Francesco Uttieri, ormai di ruolo, conosce bene il primo giorno di scuola di chi affannosamente va alla ricerca di un contratto a tempo determinato. Ieri la carica dei supplenti si è ritrovata nelle scuole deputate a distribuire nomine e convocazioni. Benvenuti nell'anno 2003. In piena era telematica ci si affida ancora ad appelli a voce (senza microfoni e con nomi fantasma), al passaparola, alle fotocopie, a foglietti volanti scaricati dal web.
Esempio di come si va avanti nel mondo scolastico napoletano la Giustino Fortunato, cuore del Vomero, dove vengono assegnati gli incarichi per i prof delle superiori. Ci si ritrova alle 8.30 del mattino. Ci sono i docenti delle materie letterarie che devono scegliere le loro preferenze. Una scelta non da poco, visto che condizionerà un anno della loro vita: andare in periferia, essere sbattuti su qualche isola (Capri in questo senso è vista come il fumo negli occhi), non avere un trasporto pubblico che colleghi casa e scuola. Tutti paletti da evitare nell'estenuante slalom delle graduatorie.
Ma se il buongiorno si vede dal mattino... Un'aula gremita di persone (in lizza i contratti per le materie letterarie). Un'utopia l'aria condizionata. L'appello viene fatto a voce e nella graduatoria dei 600 i primi 418 sono professori di ruolo nelle medie, che ovviamente non si presentano. Ma l'appello deve andare avanti lo stesso. La burocrazia ha le sue leggi, segue le sue strade imperscrutabili al comune mortale. Poi si comincia davvero. Tutto sembra filare liscio, anche se con una lentezza inesorabile. L'aspirante docente viene chiamato, guarda le sedi disponibili, ne sceglie una, la scuola viene cassata dalla lista. Si va avanti così, tanto che alle 13 solo una quarantina di supplenti è stata nominata. A questo punto l'inghippo. Chi ha avuto la fortuna (e la bravura di trovarsi in testa in graduatoria) di trovare un incarico in mattinata non ha perso, giustamente, tempo, è andato alla scuola per prendere contatti. E magari non ha trovato la cattedra. E allora vai con i telefonini. Se la linea della commissione era occupata, lo sventurato ha avvisato un collega/amico all'interno della scuola. Quindi bisogna ricominciare punto e daccapo, tanto che il preside della scuola, Giuseppe Misso, annuncia alla numerosa platea: "Sospendiamo per un'ora, si ricomincerà nel pomeriggio".
Poi le operazioni vanno avanti. E i professori non si accalcano più nello stanzone (alias aula magna): con tanti saluti alla trasparenza, la commissione decide di far entrare i docenti a gruppi di dieci. E alla fine, nel tardo pomeriggio (dopo che i 250 professori di pedagogia e filosofia sono stati "sistemati" nella palestra accanto per evitare sovrapposizioni) la giornata si chiude. Ma i supplenti che hanno avuto la nomina nel pomeriggio (e sono la maggioranza) andranno nelle scuole loro assegnate solo questa mattina. Con la possibilità, non tanto remota, che spuntino altre cattedre fantasma. "Non ci sono microfoni né display e l'aula è piccola" si lamentano in tanti. E il preside Misso risponde: "Tanta gente, è vero, ma è perché hanno paura di imbrogli che non si fanno e vengono a controllare. E poi con i microfoni la gente parla di più e i tabelloni servono per una situazione statica. Noi facciamo un lavoro dinamico, siamo come surfisti su una grossa onda. La tecnologia non ci serve a nulla". Anche questa è la scuola napoletana.


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