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Il Manifesto-scuola girotonda

La scuola girotonda Insegnanti, studenti, genitori, e "non addetti" contro la riforma Moratti e in difesa della scuola pubblica. Tanti i politici che scendono in piazza a girotondare. Il ministero "...

15/04/2002
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il manifesto

La scuola girotonda
Insegnanti, studenti, genitori, e "non addetti" contro la riforma Moratti e in difesa della scuola pubblica. Tanti i politici che scendono in piazza a girotondare. Il ministero "Dicono bugie su di noi"
CINZIA GUBBINI
ROMA
Piove governo ladro", è la battuta che non poteva mancare tra i girotondisti che ieri si sono ritovati in ventidue città, quasi ovunque funestati da brevi acquazzoni, per "assediare" pacificamente scuole, provveditorati e, a Roma, il ministero dell'istruzione. Semplici e chiare le parole d'ordine: per la scuola pubblica e laica, contro la riforma Moratti, contro la legge delega e contro i tagli alla ricerca scientifica nelle università. C'è gente di tutte le età, intorno al dicastero dell'istruzione, tantissime le famiglie intere: mamma, papà e bambini di tutte le età. Ma ci sono anche volti noti, come quello del "padre spirituale" dei girotondisti, il regista Nanni Moretti, ma soprattutto di politici: ci sono Giovanna Melandri, Marco Rizzo, Pietro Folena, esponenti dei Verdi e l'ex ministro dell'istruzione Tullio De Mauro. "Non potevo mancare, i miei genitori sono insegnanti e me le avrebbero date - ha detto Moretti dal palco, come sempre idolatrato dai "girotondisti" - queste nostre iniziative, incentrate sui principi della democrazia, convincono anche gli elettori di destra". Prima di scappare perché impegnatissimo, ha assicurato "non farò mai politica". Chi invece fa politica, come l'ex ministro per i beni culturali Giovanna Melandri, habituée dei girotondi, ha spiegato: "Sono in piazza come cittadina, ma sono convinta che questa opposizione spontanea e sociale sia una salutare sveglia per i partiti". L'ex ministro Tullio De Mauro, un po' affannato dal "girotondare" definisce "pessimi" gli atti del ministro Moratti, a partire da quelli già approvati come "le commissioni solo interne per gli esami di stato e la riduzione del 3% per i fondi di ricerca". Tra la folla anche il segretario nazionale della Cgil scuola, Enrico Panini: "Un girotondo tra i più riusciti - dice - perché a difendere la scuola pubblica sono scesi anche quelli che non vivono la scuola tutti i giorni".

Insomma, i volti noti sono molti, ma si confondono tra la folla di persone che ben presto si prende per mano e fa girotondo: tre anelli circondano il palazzo che ospita il ministero. Ci sono gli studenti del Mamiani, del Tasso, del Manara, del Visconti. A qualcuno viene da ridere per questa storia del girotondo "comunque voglio essere qui, per protestare contro la riforma - spiega un ragazzo del Mamiani, che si gira, ride e dice - non ci posso credere, quello è il preside". Il quale preside girotonda che è una bellezza e urla "Guarda chi si vede". Insomma, ai girotondi ci si incontra. E c'è di tutto. I giovanissimi ricercatori preoccupati per le sorti della ricerca scientifica e che si sono avvolti in cartelli gialli: "No ai tagli, meritiamo un grazie", dice uno, "Grazie a dio sono ateo, grazie a mamma sono napoletano, grazie a Moratti sarò affamato", dice un altro. Renato, che va di corsa per infilarsi nel girotondo, non è né un genitore, né un insegnante, ma molto di più: è genitore di un insegnante. Ma a lei, in fondo, che interessa della scuola?chiediamo. "E mica sono come il governo, che se ne frega". Claudia è una pensionata, ha partecipato a tutti i girotondi, è venuta con il nipote. Ma a lei, in fondo - ri-chiediamo - che interessa della scuola? "E' un valore di tutti, e poi è così bello stare in piazza con tanta gente che la pensa come te". Enrico ha 74 anni "voto radicale, ma da giovane ero molto di destra", racconta. Va ai girotondi "anche se mi sa che non piacciono tanto a Emma e Marco", perché "mi sembra che la scuola debba essere pubblica". E non mancano gli addetti ai lavori, tantissimi gli insegnanti, iscritti un po' a tutti i sindacati. Anche i Cobas sono presenti, come molti militanti di Rifondazione. Da loro, racconti sconsolati: tagli d'organico e accorpamenti di classi: "ormai insegnamo in classi con 25 ragazzi", denunciano alcune prof delle scuole medie; blocco dell'autonomia: "Ci hanno rimessi tutti a 18 ore - dice Anita - in questo modo muoiono i prgetti che per ora vanno avanti grazie al nostro "volontariato"". Alla fine della giornata i "maligni" diranno che questo girotondo è stato meno frequentato di quelli passati: "Ce lo aspettavamo - ribatte Silvia Bonucci, tra gli organizzatori - questo è un periodo pieno di scadenze importanti, ma noi ci tenevamo lo stesso. La scuola pubblica è un valore fondamentale, e il dibattito sulla riforma è iniziato, speriamo che i partiti, non sempre in prima linea su questo argomento, raccolgano la domanda di tante persone". Chi fa, come sempre, orecchie da mercante è il ministero, che per bocca del sottosegretario Aprea ha mandato a dire: "Di nuovo menzogne, noi stiamo lavorando per una scuola di qualità".


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