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Il Manifesto-Le buone azioni Fiat di Letizia Moratti

Le buone azioni Fiat di Letizia Moratti All'Hotel Hassler di Roma, un convegno blindato su "Scuola italiana, scuola europea?" Una scuola per l'industria Moratti apre ai sindacati ma tace sulla rif...

09/05/2002
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il manifesto

Le buone azioni Fiat di Letizia Moratti
All'Hotel Hassler di Roma, un convegno blindato su "Scuola italiana, scuola europea?"
Una scuola per l'industria Moratti apre ai sindacati ma tace sulla riforma. Organizzato dall'associazione confindustriale "Treellle", un incontro sulla scuola si trasforma in un listino di borsa targato Fiat
IAIA VANTAGGIATO
Trinità dei Monti. Nella splendida e lussuosa cornice dell'Hotel Hassler, parlare di soldi sarebbe stato volgare. Ma Letizia Moratti conosce le regole del bel mondo. Da vera signora dribbla l'argomento, ignora il vile danaro e con esso - en passant - la promessa riforma e i suoi insostenibili costi. Chi coltivava la speranza di saperne di più - partecipando alla presentazione del "Quaderno n. 1" della associazione Treellle su Scuola italiana, scuola europea? - è rimasto di certo deluso. Non una parola sulla riforma, nonostante che i tempi stringano, giugno si avvicini e il Dpef avanzi minaccioso. Magari ci penserà un decreto legge. Semplici problemi a venire rispetto a quello - più urgente - dell'odierno incontro con i sindacati. Ai quali, cauta e buonista, Donna Letizia "apre": si deve "Lavorare insieme per migliorare la qualità della scuola e valorizzare la funzione docente". Pochi dubbi sul come: valutazione e monitoraggio dei livelli di apprendimento. Se di insegnanti o studenti non è dato saperlo.

A darle manforte nell'assenza di chiarezza è il ministro della Funzione Pubblica Franco Frattini: nel prossimo contratto della scuola gli insegnanti, rispetto al restante personale, saranno "ancora formalmente uniti ma sostanzialmente distinti". Che dire? Ha ragione Moratti quando afferma che le discipline fondamentali, prima fra tutte la lingua italiana, dovrebbero essere insegnate con maggior rigore. Come dire, contratto unico ma stipendi differenziati.

Tuttavia il colpevole silenzio sul disegno di legge da più parti osteggiato - in primis, dall'esperto Tremonti - non è l'unico mistero di una giornata ricca di (finti) colpi di scena. All'incontro blindato - "La partecipazione è a inviti" recita l'elegante pieghevole dell'associazione confindustriale - partecipano, oltre a Letizia Moratti, anche Enzo Ghigo e Umberto Agnelli che si affanna come può a presentare dati che a pochi interessano: dispersione scolastica, ritardo rispetto all'Europa, sana competizioni tra i docenti. Ma resta inascoltato. Sul povero cadetto di casa Fiat, piombano i cronisti dell'economico. Preoccupati, va detto, più dello stato di salute dell'Avvocato che di quello della scuola. Arrivano per primi con tanto di telecamere e incuranti dell'embargo: nessuna intervista prima della conferenza stampa prevista per le 12.30 e peraltro disertata - ma il copione è noto e annunciato - da Letizia Moratti.

Di scuola, insomma, ieri si è parlato assai poco. Sicuramente l'insegnamento di matematica e scienze è importante ma di certo più spendibile è l'andamento delle azioni Fiat. Conti miliardari che fanno impallidire le misere cifre dello stipendio di un docente: secondo la Uil, le retribuzioni lorde degli insegnanti, rispetto al potere reale d'acquisto, sarebbero rimaste ferme al 1995.

O delle risorse (quali?) destinate alla scuola dal governo. Sono previsti "investimenti nuovi", rassicura Moratti rispondendo all'interrogazione presentata dalle parlamentari Ds-Ulivo Giovanna Grignaffini e Alba Sasso che denunciano "destrutturazione della scuola pubblica e soppressione dell'organico funzionale con 34.000 posti in meno. La provata fedeltà forzaitoliota spinge Moratti - che non si limita a difendarsi - a rilanciare: la legge di riforma dei cicli approvata dal governo precedente era totalmente "priva di copertura finanziaria e avrebbe comportato una spesa rilevante per lo stato". Niente a che vedere con la lungimirante - ma mai confermata dai nostri tesorieri - politica di questo governo: "Nessuna delle sue misure ha comportato una diminuzione delle risorse destinate alla scuola". E Moratti ha di nuovo ragione: nessuna misura è stata infatti mai adottata ne concepita.

E niente a che vedere, ancora, con il ddl sull'attuale riforma scolastica "che assicura e rafforza l'autonomia". Soddisfatto Ghigo, presidente della Conferenza delle Regioni che spera che la spinta riformatrice contribuisca a "fare uscire le scuole dall'autoreferenzialità". E nel suo cuore, si sospetta, batte il respiro di "un rapporto tra pubblico e privato" che superi "la contrapposizione ideologica e i timori di una colonizzazione del sistema scolastico pubblico".

Grazie Ghigo, per averci restituito il senso di una giornata assai confusa.


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