Il Manifesto-Il ministro Moratti si rifà il trucco

Il ministro Moratti si rifà il trucco
"Omissioni e retorica". Scatena polemiche la maxi intervista del ministro dell'istruzione sul Corsera
CINZIA GUBBINI
Un'intera pagina del "Corriere della sera" per spiegare che la riforma della scuola mette "al centro gli studenti e i loro bisogni", per questo la scuola "deve essere in grado di essere anche comunità", così da formare ragazzi con "spiriti critici, e quindi più liberi", non vessati "dal fascismo delle ideologie". Usa un tono più conciliante il ministro Moratti nella maxi intervista di ieri sul Corsera, ma aldilà di un certo `buonismo' rivendica tutto: il 7 in condotta, una scuola basata sul `patto con le famiglie', l'intenzione di applicare "completamente la legge sulla parità". Certo, non mancano le omissioni come sottolinea, tra gli altri, Katia Belillo del Pdci: "non parla della riduzione dell'obbligo scolastico da 15 a 13 anni e mezzo e della riduzione di 36 mila insegnanti in tre anni. Per non citare la gravissima proposta di far compiere la scelta di indirizzo a ragazzi di 13 anni". Ma non basta, la mia, dice Moratti, non è una scuola-azienda ma "una scuola comunità". "Però restano tutti interi i buoni scuola, il reclutamento futuro dei docenti dall'albo professionale, la struttura degli organi collegiali all'insegna della cultura aziendale", nota l'ex ministro Berlinguer. Durissimi gli studenti che, tanto dall'Uds che da "Studenti in movimento", fanno sapere di non essersi scordati l'impenetrabilità del ministero quando loro chiedevano di essere ascoltati agli Stati generali. "Dice di mettere al centro lo studente, ma poi a scegliere è la famiglia. Dice di non volere il preside manager, ma propone una riforma sugli organi collegiali che mette tutto in mano proprio al preside", attacca Claudia dell'Uds. "Ci fa rabbrividire l'idea di una scuola come comunità di valori - dice Omid di "Studenti in movimento" - già oggi viviamo sulla nostra pelle un sistema scolastico repressivo e basato sull'ideologia del pensiero unico". E cosa ne pensano i genitori del nuovo `patto' che vuole proporre il ministro (parlando di una scuola in cui si offre "formazione morale e spirituale")? "C'è un'ipotesi di familismo che non è difficile da decifrare - sottolinea Angela Nava, presidente del Coordinamento genitori democratici - qui non sei genitore cittadino che consegna il figlio alla scuola pubblica, in cui sai che troverà opportunità di confronto. Ma sei il genitore propietario, che ha la `libera scelta' di incidere pesantemente sul percorso formativo di tuo figlio". E, propone il ministro, cominciamo con dare più spazio alle "materie svilite". Un esempio: "Storia. Mortificata. Troppo concentrata nello studio del `900", sospira il ministro, tutto ciò porta a "una visione politica della nostra società". "Di cosa sta parlando? - osserva Alba Sasso, deputata dei Ds - è grazie all'impegno degli insegnanti se, almeno nell'ultimo anno della scuola secondaria superiore, c'è un orientamento allo studio approfondito del rapporto tra cultura e contemporaneità, tra scienza e contemporaneità". E se la sentenza del Consiglio di stato che ha stabilito l'equiparazione delle supplenze nella scuola privata e in quella pubblica è quasi scontata perché "è la legge sulla parità che lo stabilisce", Enrico Panini, segretario della Cgil scuola puntualizza: "I nostri ricorsi verranno discussi dal Consiglio di stato solo a inizio aprile, ma il ministro non specifica che la legge sulla prità non cambia i sistemi di reclutamento. A questo punto anche le scuole private devono assumere insegnanti tramite concorso pubblico".