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Il Cittadino-Scuola, si cambia ma mancano i soldi

Con il voto in Senato è stato definitivamente approvato il disegno di legge di riordino dei cicli firmato dal ministro Moratti Scuola, si cambia ma mancano i soldi Il premier avverte che senza ri...

14/03/2003
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Con il voto in Senato è stato definitivamente approvato il disegno di legge di riordino dei cicli firmato dal ministro Moratti
Scuola, si cambia ma mancano i soldi
Il premier avverte che senza risorse non è possibile partire subito

Roma La scuola italiana volta pagina. Dopo 80 anni la riforma Gentile va in soffitta. Sostituita dalla riforma targata Moratti. Il Senato ha votato ieri in via definitiva - e dopo tre passaggi parlamentari - il disegno di legge di riforma dei cicli, con 146 voti favorevoli, 101 contrari e due astenuti. Ora il governo ha 24 mesi di tempo per varare le nuove norme.
Con la riforma Moratti si andrà alle elementari a cinque anni e mezzo, l'ingresso alle materne è anticipato a due anni e mezzo mentre si avrà il diritto-dovere dell'istruzione e della formazione fino a 18 anni. Lingua straniera e computer faranno il loro ingresso in classe già dalla prima elementare e cambia anche il meccanismo di valutazione: ogni due anni gli studenti potranno essere promossi o bocciati.
"È la prima riforma organica della scuola dopo la riforma Gentile del 1923". Non nasconde la soddisfazione il presidente del Consiglio Berlusconi, che ha voluto commentare di persona l'approvazione definitiva della legge ("dopo 34 tentativi falliti"). Malgrado la guerra sia alle porte e il caso Rai lontano da una soluzione Berlusconi appare in gran forma. Sottolinea che questa è una "delle 24 riforme da noi garantite agli italiani in campagna elettorale" e annuncia che "si darà una mano alla riforma dell'università". Spiega poi il premier che l'avvio della riforma sarà graduale: "La situazione del pil e i parametri di Maastricht non ci danno la capacità di spesa per partire con la riforma dal prossimo anno scolastico".
"Dalla riforma Gentile alla gentile signora Moratti". Berlusconi coglie l'occasione per fare un complimento all'imbarazzato ministro del suo esecutivo e racconta un "episodio privato", che risale a poco tempo fa, subito dopo l'approvazione della legge alla Camera. "Letizia Moratti - racconta il premier - ha chiamato il marito e gli ha detto al telefono: "Amore, ce l'abbiamo fatta", era vicino a me e l'ho sentita".
Una riforma epocale, rispetto all'impostazione di Gentile che privilegiava una visione storicistica e di stampo nettamente umanistico, a detrimento delle discipline scientifiche. La scuola modello Moratti - nota ancora Berlusconi - punta sulle tre "i": inglese, informatica e impresa.
La nuova legge piace alla Confindustria perché "ora la formazione professionale entra in serie A". Ma l'opposizione e i sindacati sono già sul piede di guerra. Angius dei Ds parla di legge "sbagliata e ingiusta". L'Ulivo annuncia che presenterà subito alcuni ricorsi di incostituzionalità. Tre i punti critici della legge che meritano l'attenzione della Consulta: la mancanza di copertura finanziaria della legge, la cancellazione dell'espressione "obbligo scolastico" e la mancanza di pari opportunità per tutti. Parla senza mezzi termini di "una pessima legge", il segretario nazionale della Cgil-scuola Enrico Panini che annuncia per il 12 aprile "una grandiosa manifestazione nazionale". Per i Cobas quello di ieri è stato "un giorno di lutto per la scuola pubblica".

Elisabetta Martorelli


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