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Il Centro-Scuola, ingiustizia per tutti

di Paola Frigeri * Scuola, ingiustizia per tutti Sono un'insegnante e, ahimè, un'a...

27/08/2003
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Il Centro

di Paola Frigeri *
Scuola, ingiustizia per tutti


Sono un'insegnante e, ahimè, un'abilitata SSIS: dunque, come tanti mass media e sindacati vogliono far credere, un carnefice di tante vittime del concorso ordinario... semplificare dà l'illusione di far capire meglio. Non è così: come sempre spiego ai miei alunni, la prima vittima della semplificazione è la realtà, piegata agli interessi di alcuni e non vista nella sue sfaccettature reali e complete, cioè più vere. E allora anch'io desidero raccontare la mia storia, per dimostrare che la situazione degli insegnanti precari è drammatica per tutti, anche per i cosiddetti Sissini. Anch'io ho sempre desiderato fare l'insegnante. Mi sono laureata nel 1994 (sono del 1970) con il massimo dei voti e mi sono iscritta nelle graduatorie per le supplenze pochi mesi prima che, quello stesso anno, le chiudessero per molto tempo. Sono però una realista e, soprattutto, devo mangiare: vista la mia posizione in graduatoria ho capito che l'insegnamento era un sogno utopico da tenere a mente, ma su cui non ipotecare troppo il futuro. Dunque ho ripiegato, mio malgrado, sulla pedagogia, ricoprendo i più diversi ruoli in ambito sociale fino al 1999 e ignorando addirittura il concorso, che mi pareva un'ennesima pia illusione. Sciocca? Probabilmente, dato che inaspettatamente il miracolo è avvenuto: il Provveditorato di Mantova mi ha chiamato per diversi incarichi, tra cui una cattedra annuale di Lettere alla scuola media, proprio pochi mesi dopo la chiusura delle iscrizioni al concorso! Ho accettato la cattedra ed alla fine dell'anno scolastico, entusiasta dell'esperienza, ho chiesto al referente del Provveditorato se per me insegnare era stata una parentesi o se c'erano speranze future. Mi ha parlato di una scuola, la SSIS, alla quale dovevo iscrivermi il prima possibile. Così ho fatto: due anni mostruosi, passati divisa tra mio marito, la casa, la necessità di lavorare e l'università.... Infine il diploma di abilitazione con il massimo dei voti e un 2° posto nella graduatoria degli abilitati, grazie ai miei tre anni di servizio che pochi avevano, anche fra i concorsisti. A febbraio la prima sentenza Tar contro la Ssis: 24 punti del servizio mi vengono cancellati. Cosa succede? Una sentenza che punisce solo chi nella scuola vi aveva già messo piede: gli abilitati SSIS, che per diverse ragioni non avevano mai lavorato nella scuola (ragazze giovani appena laureate, persone che sono state mantenute dai genitori durante gli studi, etc.), non vengono minimamente lese dalla sentenza. Poi arriva la 2a discrimazione: i 18 punti attribuiti agli abilitati del concorso. 18 + 24 punti fa 42, contro i miei 30 dell'abilitazione senza i 24 del servizio: con quei 12 punti di differenza in più altri ancora mi superano in graduatoria. Per fortuna quest'anno si lavora. Tuttavia la situazione è più incerta che mai: l'anno prossimo cosa succederà? Qualcuno parla già di una legge che preveda due graduatorie, una per chi ha ottenuto l'abilitazione entro il 2000 (chiaramente quelli del concorso) ed una per quelli venuti dopo. E i miei anni di servizio? La mia esperienza nella scuola? La mia situazione precaria? Stavolta sarò io a vedermi superare da chi ha vinto il concorso, ma non ha mai messo piede nella scuola: è giusto questo? La professionalità non ha più valore? Conta solo il mezzo con cui uno ha ottenuto questa maledetta abilitazione? La situazione non è semplice, non è semplificabile. Sostanzialmente non è giusta per nessuno.
* insegnante, abilitata Ssis


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