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Il Centro-Pescara-La riforma colpisce tutti i precari

Costantini accusa: per il governo l'istruzione è spreco. La Margherita: basta lotte tra supplenti e specializzati "La riforma colpisce tutti i precari" Al convegno sulla scuola appello all'unità c...

22/02/2003
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Il Centro

Costantini accusa: per il governo l'istruzione è spreco. La Margherita: basta lotte tra supplenti e specializzati
"La riforma colpisce tutti i precari"
Al convegno sulla scuola appello all'unità contro il disegno Moratti

Alessandra Di Luca

PESCARA. La discussa riforma Moratti finisce sotto accusa anche a Pescara: "Il governo ha visto l'istruzione come uno spreco per le finanze pubbliche e di conseguenza ha programmato tagli di cattedre, impedendo l'accesso al mondo dell'insegnamento, anto ai precari quanto agli specializzati della scuola di specializzazione (Ssis)". Così Carlo Costantini, presidente della commissione di vigilanza della Regione, ha introdotto, ieri pomeriggio, l'incontro-dibattito "La scuola che vogliamo".
"Lo scopo di quest'incontro", ha detto Costantini parlando nella sala conferenze dell'aeroporto d'Abruzzo, "è far emergere come, dalle proposte della riforma Moratti, e in particolare quella che prevede la nascita di corsi di laurea specialistici per l'insegnamento, al termine dei quali sarà garantito un contratto di formazione lavoro, usciranno sconfitti sia i precari che gli specializzati Ssis".
La battaglia tra coloro che hanno vinto il concorso ordinario ma sono ancora alle prese con le supplenze, e gli specializzati che hanno ottenuto un punteggio frequentando la Ssis, sembra quindi essere inutile. A invitare alla collaborazione tutti i precari della scuola, sono stati anche i rappresentanti al Senato della Margherita, Tommaso Coletti e Albertina Soliani.
"Per ciascuno, precari e specializzati, si deve aprire una strada all'insegnamento", sostiene Soliani, "raggiungendo un equilibrio, poiché non è giusto privilegiare gli uni a scapito degli altri".
A pensarla diversamente sono però i futuri insegnanti delle due "fazioni" opposte, che continuano a farsi la guerra. "Spero che la Ssis, oltre ad abilitarci, ci dia anche un lavoro altrimenti sarebbero due anni di fatica sprecati", sostiene Chiara Cesarini, "io rispetto chi ha superato il concorso, ma penso che la Ssis preveda un percorso formativo completamente diverso e non è giusto essere equiparati". "L'esame di ammissione alla Ssis è molto duro e poi ci sono lezioni da seguire, esami, laboratori e non abbiamo neanche il tempo di fare supplenze", aggiunge Anna Esposito, "quindi non vedo perché dovremmo essere trattati come i precari del vecchio concorso".
Di parere contrario è Giuseppina De Giovanni, precaria, che insegna Storia dell'arte da oltre 10 anni come supplente. "Ho vinto il concorso ordinario nel 1990, ma non sono ancora di ruolo", sostiene, "non ho nulla contro la Ssis, ma penso che l'esperienza che ho accumulato in questi anni di insegnamento sia superiore a quella dei due anni di scuola di specializzazione".


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