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Il barbiere della sera-Scuola: Riforma Moratti? No riforma Tremonti!

Scuola: Riforma Moratti? No riforma Tremonti! di Zanna Bianca La riforma della scuola rischia di lasciare a casa molti insegnanti e spingere i genitori verso la scelta di scuole private 'Due me...

17/06/2003
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Scuola: Riforma Moratti? No riforma Tremonti!
di Zanna Bianca

La riforma della scuola rischia di lasciare a casa molti insegnanti e spingere i genitori verso la scelta di scuole private

'Due mesi fa ho spedito la richiesta per fare il bidello alla Scuola di Susa'. A dichiararlo è uno dei tanti docenti non di ruolo che dopo dieci anni di insegnamento, a seguito della riforma, rischia di restare a casa.

Ma il riposo è un lusso che non può permettersi il nostro amico che ha chiesto comunque l'anonimato, mentre tre pargoli gli girano intorno con chiassosa allegria. 'Moglie e figli dovranno pur mangiare. Io nella scuola avevo puntato tutto!' conclude con un velo di amarezza.

La signora Letizia Brichetto Degli Arniboldi, al secolo Moratti, Ministro della Pubblica istruzione, è riuscita in poco tempo a fare peggio dei suoi predecessori al dicastero di viale Trastevere, guadagnandosi sul campo l'appellativo di "donna Mestizia".

Infatti sarà un'estate mesta quella che, Donna Letizia, insieme al suo 'compariello' ministro Tremonti, hanno preparato a scapito delle categorie più deboli operanti nella scuola pubblica, una riforma che ha tra le priorità, il taglio di migliaia di posti di lavoro.

Esiste in particolare una categoria, alla quale è stato da anni affibbiato l'antipatico nomignolo di 'precari', che sono le vittime sacrificali del 'buon Governo'. Si tratta di docenti in possesso del titolo di abilitazione all'insegnamento, che hanno svolto, al pari dei colleghi di 'ruolo', identico lavoro, ma con meno diritti e per i quali si prospetta la dura realtà di cambiare mestiere. Il problema più serio lo affronteranno soprattutto coloro che hanno oltrepassato la quarantina come il nostro caro amico, i quali dovranno presentarsi in un mercato meno disposto ad accoglierli.

Dalla scuola materna alla scuola superiore, la riforma è un autentico attentato didattico.

Nella scuola materna i piccini potranno anticipare l'ingresso a due anni e mezzo. I tecnici dei ministri forse non hanno previsto bene quali saranno le conseguenze. Si avranno sezioni sovraffollate fino a 28 bambini con un solo insegnante, uno al mattino ed uno al pomeriggio, mettendo a rischio contenuti educativi e pura assistenza ai bambini. Tutto ciò nel nome dell'affannosa politica di contenimento dei costi. Inoltre la mancanza dei fondi nella finanziaria per la creazione di nuove classi, rischia di far restare fuori dal pubblico un buon numero di alunni, che avrà come unica alternativa quella di iscriversi ad una scuola privata.

Alla scuola elementare i bimbi potranno accedere a compimento dei 5 anni e mezzo, ma resterà possibile per alcuni alunni iscriversi anche a sei anni, purchè li abbiano compiuti entro il 30 aprile dell'anno scolastico di riferimento. Ciò creerà situazioni in cui, una classe avrà bambini con circa 20 mesi di differenza tra di loro. Però si risparmia! Sparirà il tempo pieno o almeno non sarà più tale, sparirà il gruppo classe e i bambini potranno seguire determinate discipline, (opzionali o facoltative), con nuovi compagni in altri istituti e con insegnanti esperti assunti appositamente. I soldi? Semplice, pagheranno le famiglie!

Nella scuola media di primo e secondo grado, l'accoppiata Moratti-Tremonti ha partorito il meglio.

E' prevista la eliminazione del tempo prolungato, chi lo vuole se lo paga o manda i figli alle private, la cancellazione dei titoli di studio terminali e professionalizzanti, (ragionieri, periti, geometri), che potranno essere conseguiti solo al termine di un percorso universitario. La gestione della formazione professionale sarà demandata dalle regioni ad aziende o scuole private. La mannaia dell'accoppiata ha operato tagli puramente matematico/finanziari, mettendo in secondo piano l'aspetto didattico-organizzativo. Di conseguenza non sarà più possibile assicurare la continuità didattica neanche degli insegnanti di ruolo. I sindacati? Latitanti affaccendati su altri temi!

Gli spot televisivi sulla riforma della scuola, presentano la stessa in termini positivi, come se fosse stata decisa e accettata da tutti. Dicono di aver sentito gli insegnanti, le famiglie, gli alunni. Niente di tutto questo è stato fatto. Lo scempio è stato prodotto solamente grazie alla consulenza di una commissione guidata da un ex insegnante in pensione ultrasettantenne e composta da individui che probabilmente hanno un ricordo della scuola della notte dei tempi.

La delusione è tanta, ma esiste anche un briciolo di speranza: che passino in fretta i prossimi tre anni e "Mestiziamente" qualcuno se ne andrà.

Zanna Bianca


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