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I sindaci:welfare a rischio e le regioni ricorrono al TAR

ROMA - Leonardo Domenici, sindaco di Firenze e presidente dell'Anci, l'associazione dei comuni italiani, ieri mattina si è messo a fare volantinaggio al supermercato per spiegare ai suoi concittadini...

22/12/2002
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ROMA - Leonardo Domenici, sindaco di Firenze e presidente dell'Anci, l'associazione dei comuni italiani, ieri mattina si è messo a fare volantinaggio al supermercato per spiegare ai suoi concittadini come la Finanziaria taglierà il cosiddetto Welfare locale. E' solo l'ultima delle piccole e grandi proteste degli enti locali forse quelli che hanno subito la stangata in modo più pesante della manovra Berlusconi-Tremonti. "E' la Finanziaria di un giocatore di roulette - ha detto Domenici - che ha puntato tutta la posta su un unico numero e che perderà sicuramente, perché sono questi i segnali che abbiamo. Mi sembra di riconoscere Tremonti in questo giocatore". "I Comuni - ha aggiunto il presidente dell'Anci - sono con il cappio al collo".
Muso duro anche da parte del mondo delle Regioni e delle Province che, nonostante l'aumento dei fondi per la sanità introdotto al Senato, continuano a lamentare i meccanismi che stritolano le loro finanze, lo stop imposto agli aumenti della addizionali Irpef e le nuove regole che imporranno verifiche stringenti e monitoraggi per accedere al fondo sanitario nazionale.
La Finanziaria in via di approvazione resterà alla storia come quella dei "dodici condoni" ma anche come quella che è riuscita ad accumulare in ottanta giorni il maggior numero di proteste. Dai sindacati agli industriali, dalle associazioni del terzo settore ai commercianti per la manovra è stata una vera e propria via crucis. Cifre e impostazione sono state di volta in volta nel mirino del governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio e della Corte dei Conti.
Nemmeno la Confindustria, che pure ha vissuto una lunga luna di miele con il governo, ha risparmiato critiche: "E' una delle peggiori Finanziarie mai scritte", disse Antonio D'Amato il presidente degli industriali a Capri il 5 ottobre scorso proprio mentre Tremonti presentava il documento.
Neanche il mondo del commercio, spesso interessato dall'evasione, oggi una volta accettati gli studi di settore, ha accettato con favore i condoni. Per il presidente della Confcommercio Sergio Billè si è trattato del "male minore" perché le casse dello Stato erano vuote.
Il presidente della Confesercenti Marco Venturi ha parlato addirittura di "intimidazione per le piccole imprese" riferendosi alla norma nascosta nel condono che chiede 300 euro a coloro che pur in regola con gli studi di settore vogliono evitare rischi di accertamenti per errori formali. Di "peggiore segnale per il paese e i contribuenti" ha parlato il presidente della Cna Gian Carlo Sangalli.
Se sul fisco i contrasti sono emersi con vigore, sulla sanità e in particolare sulla partita dell'esclusività del rapporto dei medici ospedalieri lo scontro è stato aspro. Alla Camera si era partiti con una tassa di 5.000 euro per i medici che volevano abbandonare il rapporto esclusivo, al Senato ci si è limitati ad un ordine del giorno impegna il governo "entro sessanta giorni dall'approvazione della Finanziaria" a intraprendere le iniziative legislative per abolire l'irreversibilità della opzione professionale.
(r.p.)


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