FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3906561
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » I danni in differita della Gelmini

I danni in differita della Gelmini

ieri l'altro sono state portate alla Camera 15mila firme di cittadini che chiedono di non cancellare la storia dell'arte dalle scuole italiane, come invece aveva provato a fare l'ineffabile Mariastella Gelmini

30/10/2013
Decrease text size Increase text size
Il Fatto Quotidiano

Tomaso Montanari

FORSE la ministra dell'Istruzione, Maria Chiara Carrozza, può fare più del ministro per i Beni culturali Massimo Bray per il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione italiana: ieri l'altro sono state portate alla Camera 15mila firme di cittadini che le chiedono di non cancellare la storia dell'arte dalle scuole italiane, come invece aveva provato a fare l'ineffabile Mariastella Gelmini. Fortemente ridotta negli Istituti tecnici, la storia dell'arte è stata del tutto cancellata in quelli Professionali: dove è possibile diplomarsi in Moda, Grafica e Turismo senza sapere chi sono Giotto, Leonardo o Michelangelo. E nei licei artistici non si studierà più né il restauro né la catalogazione del nostro patrimonio artistico. Non si tratta di una svista, né di un caso. Si tratta invece di una scelta consapevole, generata dal disprezzo per le scienze umanistiche in generale e da una visione profondamente distorta del ruolo del patrimonio storico artistico del Paese: che non si salverà finché gli italiani non torneranno prima a saperlo leggere. Per secoli l'arte figurativa è stata l'altra lingua degli italiani: l'abbiamo parlata, ma anche intesa, come nessun'altra nazione del mondo. Ed è quella lingua che ci ha fatto e consolidato come nazione, secoli prima dello Stato nazionale. Per questo il paesaggio e il patrimonio si salvano solo se la scuola italiana riuscirà a crescere una generazione di cittadini e una classe dirigente meno figurativamente analfabete di quelle attuali. La sfida decisiva, quella la cui posta in gioco è più alta, consiste nel far capire la dimensione ambientale dell'arte italiana: che non è quella che vai a vedere la domenica pomeriggio nella mostra a pagamento, ma quella che avvolge ogni attimo della tua vita, che tu lo sappia o no. È per tutto questo che lottano gli insegnanti di Storia dell'arte degli istituti superiori: non dobbiamo lasciarli soli, perché non stanno difendendo il loro lavoro, stanno difendendo il futuro di tutti noi.


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL