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I buoni frutti dell’educazione per tutti

L’esempio finlandese e la selezione degli insegnanti

31/10/2013
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Corriere della sera

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WORLD INNOVATION SUMMIT FOR EDUCATION

I buoni frutti dell’educazione per tutti

L’esempio finlandese e la selezione degli insegnanti

Un gruppo di studenti tra i banchi, seduti di fronte ad un professore che insegna: immagine che dal medioevo ad oggi non è cambiata, peccato che fuori da quella classe tutto non sia più lo stesso. Questa è prima immagine che ci restituisce il World Innovation Summit for Education di Doha. Emerge palpabile la necessità di reinventare un’educazione che sia davvero utile alla vita di ogni bambino che diverrà adulto. Reinventare l’educazione perché sia più vicina alla vita reale, perché possa servire ad interpretare il mondo, a capirlo, a sopravvivere a globalizzazione e complessità crescente.

LA VECCHIA EUROPA - I dati raccontano lo scandalo di 57 milioni di bambini che non hanno concluso la scuola primaria, tra cui 30 milioni non hanno mai messo piede in una scuola, dove soprattutto il continente africano non vede i progressi asiatici. Ma anche di ormai l’80% della popolazione mondiale che sa leggere e scrivere (con la curiosità che meno del 10% degli europei conosce questo dato) certificando come il lavoro sull’accesso all’istruzione raccolga buoni frutti, con progetti come «Educate a Child» che ha l’obiettivo ambizioso di riportare a scuola 10 milioni di bambini entro il 2016. Paesi dalla grande vivacità come Ghana e Bangladesh, in termini di progettualità educativa evoluta, che significa sperimentazione pedagogica, uso delle nuove tecnologie spinto, relazioni con le grandi università per certificare o confrontare modelli educativi. C’è poi un’Europa soprattutto sud-continentale, (l’intervento del commissario europeo Vassiliou ha rafforzato in tutti questa sensazione) che fatica a trovare una sua via (basti pensare al ritorno di attenzione per il metodo montessoriano e allo stupore che qui da noi non sia, ahimè, così diffuso) stretta come è in discussioni tutte centrare sul tema dei tagli di spesa e riduzione del corpo docente.

L’ESPERIENZA FINLANDESE - Dal tetto della classifica PISA (sistema di valutazione delle competenze degli studenti), ha riproposto la centralità della qualità e selezione dei docenti. Un solo dato: 8500 domande alla laurea magistrale per divenire maestri della scuola primaria e solo 750 selezionate. Lontani anni luce dal nostro sistema di selezione e valutazione dei docenti, troppo spesso simile ad un grande welfare. A ciò si affiancano le provocazioni che le nuove tecnologie ci pongono, nel ridisegnare il profilo dell’insegnante. In alcune aree del mondo i normali modelli educativi con rapporti numerici da noi consueti tra docenti e insegnanti non saranno mai raggiungibili e così le tecnologie, soprattutto basate su dispositivi mobili, sono una risorsa formidabile per raggiungere milioni di bambini. Basti pensare ai positivi esperimenti nelle zone più povere dell’India o Bangladesh. Per ultimo il tema della formazione universitaria.

I DIECI LAVORI PIU’ RICHIESTI - Tra i 10 lavori più richiesti oggi al mondo almeno la metà non esistevano solo 10 anni fa. La laurea è un background, un punto di partenza, come ha ricordato il rettore della Bocconi Andrea Sironi qualche giorno fa da queste pagine. Si devono anche qui reinventare percorsi meno centrati sull’accademia, sulle materie e più sull’acquisizione di quegli strumenti che consentano di continuare a imparare in un percorso di lifelong learning senza fine. E noi in questo cammino dove siamo? Siamo ai margini. O si ricomincia ad aver il coraggio di tornare a parlare di come facciamo scuola, partendo dai processi formativi e ridiamo, con coraggio, vitalità ad un sistema che è ormai asfittico o quello che accadrà è che chi potrà si comprerà sul mercato i servizi educativi migliori e tutti gli altri....


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