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Giornale di Brescia-SCUOLA RIDOTTA A UN TEATRINO-Le riflessioni di un'insegnante delusa

LA SCUOLA RIDOTTA A UN TEATRINO Le riflessioni di un'insegnante delusa Insegnante da anni, sono sempre stata fermamente convinta dell'alta valenza educativa del mio operato, inteso non...

18/07/2003
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Giornale di Brescia

LA SCUOLA RIDOTTA A UN TEATRINO
Le riflessioni di un'insegnante delusa

Insegnante da anni, sono sempre stata fermamente convinta dell'alta valenza educativa del mio operato, inteso non solo a dispensare conoscenze, ma anche, se non soprattutto, a formare negli alunni la coscienza del loro essere persone responsabili, in un mutuo rapporto di rispetto e di stima. Reduce dall'ennesima kermesse degli esami di Stato, ormai svuotati di contenuti e di un qualunque valore, vorrei esternare con questa lettera al giornale la mia profonda insoddisfazione e grande amarezza nel constatare come ormai la scuola si sia ridotta ad un teatro tragicomico, dove ogni anno si consumano atti che nulla più hanno a che fare con la dignità professionale e l'etica personale. La continua mistificazione di fatti evidenti nel nome di una logica permissiva e di un buonismo assolutamente fuori luogo, non solo non serve alla crescita qualitativa degli studenti in questione, ma va anche a discapito di quelli che nei prossimi anni si appresteranno ad affrontare lo stesso percorso, demotivandoli ad uno studio serio e proficuo. Il messaggio che lasciamo è inequivocabile: studiare e assumersi responsabilmente i propri impegni diventano elementi optional a discrezione degli studenti; nel calderone scuola tutto può comunque succedere, tutto si può rimescolare. Le promozioni che si materializzano come per magia, il non attenersi scrupolosamente ai criteri valutativi stabiliti, il non volersi prendere delle responsabilità, a volte indubbiamente anche pesanti, alimenta il terreno per una scuola sempre più livellante, dequalificata e che non prepara alla vita. Non possiamo pretendere dagli alunni il rispetto delle regole, se noi stessi siamo i primi a contraddirle: l'onestà di pensiero e di azione, nonché la capacità di gestire i problemi in modo critico, razionale e non emotivo o, peggio, lassista, dovrebbero guidare il docente nelle proprie scelte, se ancora vogliamo credere nella possibilità di una rinascita della scuola, a vero beneficio dei suoi fruitori e se vogliamo allontanare il fantasma della nostra sconfitta come professionisti e, soprattutto, come educatori.
PATRIZIA MARIOTTINI

Brescia


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