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Giornale di Brescia-Il sindacato spiega i suoi molti no

Cgil, Cisl e Uil fanno il punto sull'avvio e spiegano le ragioni dell'agitazione proclamata ieri Il sindacato spiega i suoi molti no "Anche se, in questi giorni, si sono sentiti ...

12/09/2002
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Giornale di Brescia

Cgil, Cisl e Uil fanno il punto sull'avvio e spiegano le ragioni dell'agitazione proclamata ieri
Il sindacato spiega i suoi molti no

"Anche se, in questi giorni, si sono sentiti canti di vittoria e messaggi rassicuranti da Roma (Ministero dell'istruzione), Milano (Direzione scolastica regionale) e Brescia (Csa, ex Provveditorato agli studi), l'inizio di questo anno scolastico è denso di preoccupazioni, dubbi e incertezze, che non lasciano certo tranquilli il personale scolastico e le famiglie degli alunni". Questo è stato il giudizio lapidario espresso dai sindacalisti Enrico Franceschini della Cisl-scuola, Santo Gafforini Cgil-scuola e Attilio Foti Uil-scuola, nel corso della conferenza stampa tenuta ieri mattina all'Ipsia Moretto, per fare il punto sui numerosi problemi dell'avvio della lezioni e sull'ora di sciopero regionale. "Se il Csa - hanno detto - è riuscito a coprire per tempo la maggior parte dei posti liberi dei docenti, ha fatto semplicemente il suo dovere. Ma restano ancora da assegnare diversi posti di sostegno, la cui competenza spetta alle singole scuole, che sono in difficoltà, anche perchè non hanno referenti nel personale del Csa, che proprio questa settimana è quasi tutto impegnato a seguire un corso regionale di aggiornamento a Pallanza". "C'è stato - hanno proseguito - un notevole calo di risorse a favore della scuola pubblica, che ha inciso negativamente sul numero delle classi istituite, sull'insegnamento della lingua straniera nelle elementari; sull'inserimento degli alunni stranieri, sull'educazione degli adulti; sul numero della nuove sezioni di scuola materna statale (a Brescia ne sono stae chieste 34 e ne sono state concesse solo 50 a livello regionale"). E tutto questo, hanno incalzato i sindacalisti "incide negativamente sulla qualità e sul servizio della scuola pubblica. "Per difficoltà di bilancio - hanno continuato - il ministro del Tesoro ha bloccato i fondi per le nomine in ruolo, per cui si è dovuto ricorrere agli incarichi annuali del personale non di ruolo, che nel Bresciano sfiora il 40%. Quest'anno nell'organico nazionale sono stati tagliati 8.500 posti di docenti, nel 2003 saranno 12 mila e nel 2004 14 mila. E non ci sono certo buone prospettive per il Piano per la scuola nella Finanziaria 2003. Ci sono incertezze per oltre una ventina di scuole bresciane, che non rispetterebbero il paramento di un insegnante per 9,5 alunni, senza tener conto dei Pof, delle esigenze territoriali (per esempio la montagna), della presenza di studenti con handicap e del fatto che negli Istituti professionali ci sono gli insegnanti tecnico-pratici che sono presenti contemporaneamente ai colleghi di discipline ordinarie. Il contratto della categoria è scaduto da 8 mesi e non sono ancora partite le trattive". Giudizi critici anche sulla Riforma Moratti, ferma in Parlamento; sulla possibilità di assolvere l'obbligo scolastico nei Cfp; sulla sperimentazione che viene - dicono - calata dall'alto molto in ritardo e senza aver consultato le scuole e i genitori. "Di fronte a tutte queste carenze e incertezze - concludono - con amarezza e preoccupazione siamo stati costretti a proclamare lo sciopero regionale". (g. spi.)


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