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Gdm_riforma dei "Professionali"Una scelta che penalizza l'economia e la cultura"

Stanisci sulla riforma dei "Professionali" "Una scelta che penalizza l'economia e la cultura" "Il Governo di centrodestra sta attaccando in modo massiccio il diritto allo studio. Con l'approvazion...

23/05/2003
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Stanisci sulla riforma dei "Professionali"
"Una scelta che penalizza l'economia e la cultura"

"Il Governo di centrodestra sta attaccando in modo massiccio il diritto allo studio. Con l'approvazione della legge Moratti, infatti, gli istituti Tecnici e Professionali usciranno dal canale della Pubblica istruzione per entrare in quello della Formazione".
É quanto è chiaramente emerso dalla risposta data dalla sottosegretaria alla Pubblica istruzione, Valentina Aprea, ad un'interpellanza presentata dalla sen. Rosa Stanisci e da altre Senatrici dell'Ulivo.
"Nella risposta - dice Stanisci - è chiaro il pericolo che corrono gli Istituti Tecnici e Professionali perché si evince che saranno le Regioni a gestirli, confondendo, così i due registri, quello della formazione, che è di competenza delle Regioni e quello dell'istruzione, che è dovrebbe essere di competenza dello Stato. Su questo punto la legge è ambigua ed il ministro fa confusione. Infatti - aggiunge -, quando si parla di Istituti professionali e di Corsi di formazione si parla di due cose distinte e separate. Nel mentre agli istituti tecnici e professionali, infatti, è iscritto il 60% dei ragazzi frequentanti la scuola superiore - prosegue la senatrice -, i corsi di formazione vengono frequentati da circa 374.000 studenti, diversi tra loro per età e formazione.
Un'altra grande incognita riguarda i lavoratori del settore, gente professionalizzata che dovrebbe fare non si sa bene cosa. In realtà come quella brindisina, gli Istituti tecnici e professionali hanno ricoperto e continuano a ricoprire un ruolo importante di cerniera socioculturale".
"Non va dimenticato che le industrie, brindisine e non solo - prosegue la nota -, non possono fare a meno di tecnici qualificati che non diventano tali solo in virtù dei costi di formazione. Per questa ragione - aggiunge la sen. Stanisci - la riforma Berlinguer aveva incluso gli istituti tecnici e professionali nei licei, prevedendo forme di integrazione tra la scuola la formazione professionale per facilitare l'assolvimento dell'obbligo scolastico fino a 16 anni. La confusione, nella quale naviga il Ministero dell'Istruzione finirà con l'abbassare la qualità dell'istruzione secondaria e non si può trovare giustificazione a tale scelta nell'adeguamento al titolo V della Costituzione, che trasferisce alle Regioni le competenze in materia di Istruzione e Formazione professionale".
E la sen. Stanisci conclude: "Il Governo deve riflettere bene prima di distruggere un patrimonio che non è solo di natura culturale ma che ha un profilo economico importante per lo sviluppo".


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