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GdM-E in molti istituti c'è aria di "ognuno per sé e Dio per tutti

Il suono della campanella, quest'anno più che mai, è accompagnato da divisioni tra sindacati, docenti e studenti Al via una riforma chiacchierata E in molti istituti c'è aria di "ognuno per sé...

08/09/2003
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La Gazzetta del Mezzogiorno

Il suono della campanella, quest'anno più che mai, è accompagnato da divisioni tra sindacati, docenti e studenti
Al via una riforma chiacchierata
E in molti istituti c'è aria di "ognuno per sé e Dio per tutti"

Riforma sì, riforma no. All'insegna di questo lacerante sfoglio della margherita si apre un nuovo anno scolastico, contrassegnato dalle solite polemiche e dai soliti veleni. Ed è proprio la "rivoluzione" targata Letizia Moratti, il ministro della pubblica istruzione forse più chiacchierato di questo terzo millennio, che sta dividendo sindacati, docenti e la stessa utenza. Lei, per la verità, va avanti per la sua strada, più o meno in modo coerente. Ma sta di fatto che le sue scelte - come inevitabilmente avviene nel mondo della scuola - sta accendendo focolai di protesta che certamente non giovano alla "causa" della scuola. Comunque, se tutto questo si riverbererà sui banchi mettendo in difficoltà il regolare avvio delle lezioni (che ufficialmente in Puglia inizieranno il 18 settembre) lo vedremo. Per ora si può dire che la scuola continua ad imporsi come un grande "carrozzone" di idee e iniziative senza un coordinamento e - peggio - senza regola precise: ad iniziare proprio dalle "partenze differenziate", visto che ormai, grazie all'autonomia, sono molti gli istituti che hanno modellato gli orari alle loro esigenze, prevedendo l'inizio delle lezioni in anticipo rispetto alla data ufficiale, che in Puglia è stata fissata al 18 settembre.
Ma questo è il male minore: anzi forse è un bene che le scuole inizino a muoversi all'insegna del "fai-da-te". Ma ciò che i sindacati contestano è la mancata programmazione della riforma (non ci sono ancora i decreti di attuazione) e soprattutto la mancanza di fondi (nella Finanziaria non è stata prevista una lira per la voce scuola). Il che vuol dire che quest'anno, soprattutto nelle scuole elementari dove la riforma assume connotazioni molto particolari per via della lingua inglese che dovrebbe essere insegnata fin dalla prima classe e dall'avvio dell'alfabetizzazione informatica, la riforma sarà avviata all'insegna della sperimentazione. Insomma, ognuno si regoli da sé. La scelta di attuare o meno la riforma, almeno per quest'anno, è facoltativa, tanto è vero che in Puglia, al momento, sono solo tredici le scuole elementari che hanno deciso di avviare questo progetto.
Questo è anche l'anno della formazione professionale, che sarà applicata in virtù dell'autonomia legislativa trasferita alle regioni in tema scolastico. Ora sono due i canali tra i quali gli studenti che decidono di continuare dopo la fase dell'obbligo (elementari e medie) potranno scegliere: liceale e appunto formazione professionale. Una discriminazione o una ulteriore possibilità di scelta?
Men che meno la riforma potrà essere applicata (almeno in Puglia) nella scuola dell'infanzia: l'anticipo della scolarizzazione a tre anni non non è tanto un problema pedagogico (i bambini a questa età sono già "scolarizzabili"), quanto un problema "strutturale". Dove sono le sezioni di scuola materna, vista anche la lunga lista di attesa in piedi da anni? Insomma, il nodo "storico" rimarrà quello economico. Le "nozze coi fichi secchi" nel campo dell'istruzione è una filosofia difficilmente applicabile. I fondi disponibili per ora sono quelli che potranno essere "racimolati" attraverso i canali tradizionali.
E, in attesa che sia varato un piano finanziario di copertura che il consiglio dei ministri avrebbe dovuto approvare entro fine giugno, si parte tra contrasti e polemiche. E si parte soprattutto sotto la cappa di una assordante protesta che non ha risparmiato neppure l'approvazione del bonus, i famosi trenta milioni di euro (qui i soldi sono spuntati dal cilindro ministeriale...) che saranno assegnati alle famiglie che ne faranno domanda, per consentire a tutti la possibilità di scegliere tra le due opzioni: scuola pubblica o privata. Una decisione assunta per stabilire un principio di "equità" secondo il ministero; una decisione, al contrario, che "discrimina", secondo la triplice sindacale, depotenziando la scuola pubblica e mettendo in atto una decisione che è in aperto contrasto anticostituzionale.
Ma veleni a parte, i fatti dicono che non tutto è negativo. C'è anche chi è pronto a spezzare una lancia a favore del ministro Moratti. Ad esempio, lo scorso anno fu data facoltà alle scuole di effettuare le nomine dei docenti per garantire, fin dal primo giorno di scuola, il regolare avvio delle lezioni. Quest'anno sarà garantita la copertura? Per ora si registra una "guerra" delle cattedre, nel senso che tra professori e amministrativi sono ancora tanti i posti da assegnare. Con migliaia di docenti precari che già rivendicano un posto al sole, la provvidenziale cattedra "fissa" che fa da stridente contrasto coi i tagli previsti in questi ultimi anni.


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