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Gazzettino-Treviso-I salti mortali dei presidi per far quadrare i bilanci

SCUOLA "Non abbiamo mai ricevuto i finanziamenti ministeriali 2001-2002 così siamo oggi costretti a chiedere consistenti contributi alle famiglie degli studenti" I salti mortali dei presidi per fa...

25/09/2003
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Il Gazzettino

SCUOLA "Non abbiamo mai ricevuto i finanziamenti ministeriali 2001-2002 così siamo oggi costretti a chiedere consistenti contributi alle famiglie degli studenti"
I salti mortali dei presidi per far quadrare i bilanci
Il Mazzotti, che fa un milione e 600mila fotocopie l'anno, chiede 130 euro a testa. L'Artistico deve comprare l'argilla
Cercate i finanziamenti per conto vostro. Alla scuola dell'autonomia, alla vigilia dell'attuazione della riforma il Ministero sembra proprio dire: "arrangiatevi meglio che potete". Con i tagli ai fondi per coprire le spese didattiche e amministrative, i dirigenti scolastici trevigiani in difficoltà nel far quadrare i conti, spiegano le strategie messe in atto per pagare le spese che il contributo ministeriale non riesce a coprire.
Alle elementari, al terzo circolo didattico della città, il direttore Luigino Smaniotto racconta di non aver visto in due anni un centesimo: "Non abbiamo mai ricevuto i contributi ministeriali per il 2001 e per il 2002 c'è una cifra fantomatica messa in bilancio". Tutti i presidi per non abbassare la qualità del servizio scolastico corrono ai ripari chiamando all'appello le famiglie degli studenti. Viene chiesto ogni anno un contributo per le spese che, a discrezione di ogni singolo consiglio d'istituto, varia da scuola a scuola. Le entrate incluse in questa specie di "autotassazione" coprono i costi che vanno dalle fotocopie al computer nuovo, dal programma di software al macchinario del laboratorio. Qualche volta anche per le bollette. Anche le pagelle sono in parte a carico delle famiglie e in tutte le scuole superiori rientrano tra i contributi ministeriali sotto la voce "spese di cancelleria" o "spese d'ingresso". Si sborsano al momento dell'iscrizione.

"Fino a poco più di dieci anni fa si chiedeva un contributo di 8 mila e 500 lire ora la cifra per contribuire alle spese di uso didattico nel nostro istituto è di 130 euro" spiega la preside dell'Itt Mazzotti, Luisa Tinti. Moltiplicata per i 1350 studenti fanno circa 300 milioni di vecchie lire. Una buona fetta finisce in carta: al Mazzotti si fanno ben un milione e 600 fotocopie all'anno. Rientrano nella cifra pure progetti didattici, cd rom, collegamenti a internet, materiale audiovisivo, macchinari per fotocopie, lavagne luminose, aggiornamento del materiale informatico. Per le famiglie in ristrettezze economiche, tutti i genitori danno un piccolo contributo. "Un investimento per la formazione dei loro figli", aggiunge la preside. Per i viaggi all'estero, obbligatori, si chiedono in più dai 200 ai 300 euro all'anno. Al liceo Canova il contributo spese scolastiche è invece inferiore ai 100 euro a studente.

La stessa cifra viene richiesta al Duca degli Abruzzi. Dal Ministero il preside Otello Cegolon dice di aver ricevuto circa 20 mila euro. Saranno tutti spesi per un nuovo laboratorio informatico-linguistico. Al Riccati-Luzzati il contributo è invece facoltativo e si aggira intorno ai 40 euro. Al Palladio si chiedono 93 euro. Il minimo per sostituire computer e programmi diventati reperti archeologici. Al liceo artistico circa 90 euro, la maggior parte per comprare quintali di argilla. "Da anni non compriamo più niente per i laboratori, dobbiamo arrangiarci con quello che riusciamo a recuperare o a far funzionare con alchimie ", afferma il vice preside dell'Itis Fermi, Diego Lapaine. La scuola media di Paese, balzata alla cronaca nazionale come fiore all'occhiello della scuola pubblica e fucina di progetti attuati attraverso finanziamenti dalla Regione oltre che dal Ministero, ai genitori chiede un piccolo contributo di 35 euro. "Il Ministero dà 8 mila euro complessivi - spiega il preside Claudio Baccarini - e solo per i rifiuti spendiamo 6 mila e 200 euro all'anno."

Alessandra Vendrame


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