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Gazzettino: Scuola, tagli al sostegno per gli alunni disabili

In Veneto sono dodicimila, 456 in più dello scorso anno, ma con lo stesso numero di docenti. Ieri prima campanella per 568mila studenti

12/09/2007
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Il Gazzettino

La dirigente scolastica regionale: «La legge finanziaria ci ha imposto di razionalizzare». I sindacati: «Colpito chi ha più bisogno»

Venezia
La campanella è suonata ieri per i 568mila studenti delle scuole venete, mentre Friuli Venezia Giulia e Trentino (a parte rari casi) regalano ancora 24 ore di vacanza. Sul tappeto, o meglio fra i banchi, si trovano tre problemi irrisolti: quello dei docenti di sostegno per gli alunni disabili, quello dei precari legato alla carenza di organici e quello dell'aumento di studenti stranieri (in Veneto sono il doppio rispetto al resto d'Italia: 10\% contro il 5,5 della media nazionale).

Ieri in Veneto è stata la sottosegretaria alla Pubblica Istruzione, Letizia De Torre, a dare il via all'anno scolastico. La dirigente regionale Carmela Palumbo ha scelto Verona come "biglietto da visita" perchè è la provincia che meglio sintetizza le specificità della scuola veneta anche se Vicenza, Treviso e Padova (vedi tabella) hanno una popolazione studentesca più numerosa.

«Abbiamo toccato con mano - spiega la dirigente scolastica del Veneto -innanzitutto l'ottima istruzione tecnica, punta di diamante del nostro sistema regionale, ma naturalmente non ho nascosto i problemi a cominciare da quello degli organici. Spero ancora di poter ovviare alle carenze per i 12mila alunni disabili delle 7 province (456 in più) che, causa ristrettezze della Finanziaria, saranno assistiti da un numero di docenti uguale al 2006 ovvero 5.623. In questo modo si alza il rapporto alunni/insegnante»

Un rapporto che è più elevato anche per il totale degli alunni per classe:«Ma di poco - precisa la Palumbo - si passa da 20.50 alunni per classe a 20.53 per la soppressione di 50 unità sul totale di 27.661 classi. Anche in questo caso abbiamo mantenuto l'organico dello scorso anno scolastico con 52.315 insegnanti. Non è un risultato da poco. Abbiamo poi cercato di redistribuire alcune classi razionalizzando le risorse così come per le scuole dell'infanzia».

Gli "asili" sono uno dei punti dolenti secondo isindacati: il Veneto chiedeva 33 nuove sezioni, ne sono arrivate solo 13.«Ma erano 8 e siamo riusciti ad aprirne 5 in più. In totale 4 nel Bellunese, 3 nel Trevigiano e nel Vicentino, 2 nel Veneziano e 1 nel Padovano intervenendo laddove c'era stata la chiusura di strutture private o religiose che avevano lasciato la comunità senza strutture per l'infanzia».

C'è poi il caso dei settemila docenti precari«un problema - spiega la dirigente - che viene gestito a livello nazionale. Noi abbiamo 388 "precari" nelle scuole d'infanzia, 1792 in quelle primarie e 3622 fra I e II grado più 1347 per il sostegno. Sono però previste ben cinquemila immissioni a ruolo delle 60mila autorizzate dal ministero per la prima tranche del piano triennale che prevede l'assunzione, entro il 2009, di 150.000 precari. Insomma si sta facendo qualcosa di concreto anche per questo problema».

Resta il fenomeno degli studenti stranieri in continuo aumento (+5519 rispetto al 2006). «In effetti Veneto e Friuli ne hanno, in percentuale, il doppio del resto d'Italia, ecco un altro dei motivi per cui ho scelto Verona per presentare l'anno scolastico all'on. De Torre: proprio alcune scuole scaligere hanno il 20\% di alunni stranieri così come molti istituti di Treviso e Vicenza.

È la vera emergenza della scuola veneta frequentata da oltre 50mila studenti non italiani (in quella friulana sono invece poco meno di 13mila) e andrebbe affrontata con risorse adeguate.

«Naturalmente - conclude Carmela Palumbo - puntiamo all'integrazione che è possibile attraverso la formazione professionale dei docenti, una didattica ad hoc e risorse superiori a quelle di altre regioni che non hanno il fenomeno in questi termini».

A mettere il dito nella piaga dei problemi dell'istruzione veneta sono i sindacati della scuola: «Innanzitutto andrebbe risolto il nodo dei precari, poi quello del rinnovo del contratto» riassume lo Snals, sindacato autonomo, che è sulla stessa frequenza dei colleghi del Gilda. «Anche quest'anno - spiega la segretaria Snals in una nota - l'inizio delle lezioni è segnato da incertezze e problemi che vanno risolti con l'impegno del governo e delle parti sociali». «Risolvere tali urgenze - aggiunge da Vicenza il dirigente Snals Gianmaria Bragagnolo - servirebbe a restituire serietà agli studi, ma occorre anche un ambiente sereno. La intempestività degli interventi normativi (ad es.: gli ultimi decreti Fioroni) va in senso opposto». Lo Snals, in Veneto, dice di operare in sinergia con Cisl e Uil «mentre purtroppo con la Cgil - chiude Bragagnolo - non c'è lo stesso feeling».

Ma proprio la Flc-Cgil del Veneto, che resta il sindacato con più iscritti nelle scuole del Nordest, ha diffuso un documento unitario con Cisl e Uil-scuola regionali stigmatizzando i problemi: «In primis quello dei 456 alunni disabili in più (258 nella sola Marca, 180 a Vicenza) che non avranno il sostegno. Insomma, i tagli imposti dal ministero vanno a colpire proprio chi ha più bisogno. Poi le scuole dell'infanzia : ne sono state chieste 33 nuove, autorizzate solo un terzo: il ministro chiede di ricavare i posti dall'organico con una sorta di "cannibalismo istituzionale": più scuole d'infanzia, meno sostegno. C'è poi il caso dei progetti: molti docenti erano utilizzati in compiti funzionali ad attività di ricerca, coordinamento e supporto formativo per problemi che spesso, come per l'integrazione, erano anche d'aiuto alle famiglie specialmente di immigrati. C'era il progetto contro il bullismo e quello di competenze disciplinari (musica, teatro ecc). Insomma attività di cui ha bisogno la scuola moderna: già erano state ridotte negli anni scorsi. Ora in Veneto sono state eliminate. Infine il personale Ata subisce tagli per 230 unità. Non va bene, ministri Fioroni e Padoa Schioppa. Così si comincia davvero male».

Gigi Bignotti


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