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Gazzettino-Scuola, sugli organici decide la Regione

Scuola, sugli organici decide la Regione Una sentenza della Corte costituzionale toglie la gestione dei docenti alla direzione regionale Rivoluzione in arrivo per la scuola friulana. La...

22/01/2004
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Il Gazzettino

Scuola, sugli organici decide la Regione
Una sentenza della Corte costituzionale toglie la gestione dei docenti alla direzione regionale
Rivoluzione in arrivo per la scuola friulana. La gestione dei docenti passerà in mano alla Regione. Sarà il governatore e non la direzione scolastica regionale a stabilire l'utilizzo del personale e a decidere degli organici e della "distribuzione" degli insegnanti nei vari istituti: una competenza delicatissima che alle Regioni spetta fin dall'approvazione della riforma del titolo V della Costituzione, ma che finora era rimasta lettera morta.
A dare a Cesare quel che è di Cesare una volta per tutte, la sentenza della Corte Costituzionale n.13 del 13 gennaio scorso, che ha accolto la questione di legittimità costituzionale sollevata dalla Regione Emilia-Romagna in riferimento agli art.117 e118, primo comma, della Costituzione, dichiarando illegittima la disposizione dell'art.22, comma 3, della legge finanziaria 2002. Secondo i giudici della Consulta, gli uffici scolastici regionali, che, pur dotati di autonomia, restano una "dependance" territoriale del Ministero, non potranno più mettere becco sulla spartizione dei docenti scuola per scuola.

In base al nuovo titolo V, allo Stato, in materia di istruzione, resta la potestà sulla definizione dei principi generali e quindi sui criteri di assunzione e reclutamento, ma la gestione e programmazione del servizio è delle singole Regioni.

Per l'assessore regionale all'Istruzione Roberto Antonaz questa è una "lieta novella": "Credo che sia una notizia estremamente positiva, soprattutto perché ci permetterà di correggere alcune situazioni: come i tagli degli organici che sono già stati effettuati in passato dal governo".

Ma c'è un "ma": la Regione è più che felice di prendersi un diritto che le spetta, "un diritto importantissimo perché noi conosciamo il territorio sicuramente meglio del ministero", ma non a scatola vuota.

"Mi interesserebbe sapere se a questo seguirà un trasferimento adeguato di risorse per pagare i dipendenti. Altrimenti è un diritto di cui non potremo usufruire", conclude Antonaz. Nell'immediato, comunque, non cambierà nulla, perché la Consulta ha ritenuto di non dover pronunciare la caducazione immediata della norma per un principio di continuità: le norme statali continueranno ad essere in vigore fino all'adozione di nuove leggi regionali che individuino una disciplina ed un apparato amministrativo idoneo alle nuove funzioni. Ma è lo scenario prossimo venturo a far drizzare le orecchie ai sindacati. Perché, se rivoluzione dev'essere, la Regione dovrà attrezzarsi alla bisogna: con una nuova struttura che "faccia le veci" della direzione scolastica regionale, innanzitutto. Come spiega Antonio Luongo (Cgil), "siccome spetta alla Regione, insieme alle istituzioni scolastiche, programmare, pianificare, distribuire il personale necessario, è evidente che l'attività di pianificazione dovrà determinare la creazione di apposite strutture regionali che svolgeranno in futuro molte delle competenze oggi esercitate dagli uffici scolastici regionali, che dovranno vedere in futuro notevolmente ridotte le loro funzioni".

Certo, la materiale assegnazione dei docenti resterà allo Stato, "ma si tratta chiaramente di un'assegnazione vincolata alla distribuzione effettuata dalla regione: l'assegnazione del personale, dallo Stato alla regione, è un fatto patrizio, la distribuzione del personale tra le scuole della regione è materia di esclusiva competenza regionale". E già il sindacato si prepara a "trattare" con la Regione, numeri alla mano. "E' evidente, per la Cgil Scuola, la necessità di riequilibrare le relazioni sindacali che dovranno essere instaurate con la regione, e non più con l'amministrazione periferica dello stato, in sede di programmazione e distribuzione del personale".

Camilla De Mori


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