Gazzettino-Il diritto allo sciopero

(a. g.) Il diritto allo sciopero ...
(a. g.) Il diritto allo sciopero è sacrosanto. Meglio scriverlo subito, a scanso di equivoci. Eppure dovrebbe sempre esserci un nesso diretto tra chi sciopera e chi si vuole "colpire" con l'astensione dal lavoro. Se - per esempio - un pilota sciopera, procura un danno alla compagnia di bandiera con la quale ha una vertenza; i viaggiatori non potranno volare, ma di norma lo sanno dal giorno prima e se vogliono muoversi possono usare l'auto o il treno, o la nave. Così avviene quando incrociano le braccia altri lavoratori dei servizi pubblici: gli utenti vengono avvertiti, e si possono regolare di conseguenza. Gli insegnanti no, preferiscono la sorpresa. Così ieri mattina milioni di genitori si sono svegliati senza sapere a chi avrebbero affidato i propri figli. Perché gli italiani hanno potuto scoprire solo al suono della campanella se l'insegnante era o meno salito in cattedra?
Sono stati colpiti quei lavoratori che alle 7.30 hanno cominciato a telefonare alle scuole dei propri figli, per sapere se avrebbero dovuto portarli o meno in classe: telefonate vane, dal momento che le bidelle non erano in grado di rispondere. Così hanno dovuto arrivare fino a scuola per sentirsi comunicare, in molti casi, che i bambini dovevano riportarseli indietro. E chi era atteso al proprio posto di lavoro? Chi non aveva una baby sitter o una nonna a disposizione?

La legge non prevede l'obbligo di comunicare in anticipo l'adesione a uno sciopero, e su questo ogni opinione è lecita. Ma è permesso chiedere sommessamente se la protesta di ieri era rivolta contro la Moratti o contro i genitori degli studenti? Se era contro il ministro, ha completamente sbagliato bersaglio.