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Gazzettino-I sindacati compatti: Privilegi per le private

I sindacati compatti: "Privilegi per le private" I sindacati di categoria uniti invitano gli elettori a recarsi domani alle urne a votare sì al referendum ed abrogare la legge regionale n.1 ...

06/10/2002
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Il Gazzettino

I sindacati compatti: "Privilegi per le private"
I sindacati di categoria uniti invitano gli elettori a recarsi domani alle urne a votare sì al referendum ed abrogare la legge regionale n.1 del 19 gennaio 2001 che assegna alle famiglie i cosiddetti buoni scuola. Cgil, Cisl, Uil, Snals scuola, Gilda e Cobas ritengono infatti che quella sul buono scuola sia una legge "truffaldina", che privilegia gli studenti delle scuole private a scapito del sistema d'istruzione pubblico che ne esce discriminato, e sostengono l'accusa sfoderando le cifre ufficiali relative allo scorso anno: i 24 mila alunni iscritti scuole private hanno ricevuto 15 mila buoni per una cifra di 8.200.000 euro, mentre i 500 mila iscritti alla pubblica appena 249 buoni scuola per 92.500 euro.
La legge includerebbe tutti i tipi di scuole - private, paritarie, parificate, autorizzate, legalmente riconosciute senza distinguere tra no profit e "diplomifici" - e con un meccanismo troppo furbesco escluderebbe gli studenti della scuola pubblica, rimborsando le spese di iscrizione e di frequenza che superano i 154 Euro all'anno, una soglia che molto raramente è raggiunta e in una scuola statale.

I finanziamenti conferiti tramite i buoni scuola rappresenterebbero dunque una forma di disparità, agevolando gli istituti non statali e poche famiglie benestanti lasciando fuori il servizio pubblico. La legge sarebbe inoltre in aperto contrasto col disposto costituzionale dell'art.33 per il quale "la Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per ogni ordine e grado. Enti privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato".

I sindacati invitano dunque i cittadini a partecipare alla consultazione referendaria, espressione di democrazie diretta, per eliminare una legge che favorirebbe solamente le famiglie a reddito medio alto ed escluderebbe interi segmenti del sistema educativo, dimenticandosi del settore pubblico.

Chi sostiene la cancellazione della legge, ritiene infatti che il finanziamento alla scuola privata dev'essere contrastato perché finirebbe col danneggiare la scuola pubblica che al contrario va migliorata e potenziata nell'offerta formativa per favorire una cultura pluralista e di qualità per tutti.

L'indicazione dei sindacati è dunque di andare a votare e votare sì all'abrogazione di una legge spacciata come contributo per il diritto allo studio ma che in realtà sarebbe solo un regalo ai ricchi.

Alvise Sperandio


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