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Gazzettino-Gli istituti tecnici bocciano la riforma della scuola

Gli istituti tecnici bocciano la riforma della scuola Un deciso no alla Riforma Moratti è venuto ieri dal Convegno su "Quale futuro per la scuola tecnica", organizzato in Camera di Commercio ...

10/05/2003
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Il Gazzettino

Gli istituti tecnici bocciano la riforma della scuola
Un deciso no alla Riforma Moratti è venuto ieri dal Convegno su "Quale futuro per la scuola tecnica", organizzato in Camera di Commercio di Pordenone, dagli Istituti tecnico-commerciali "Mattiussi" e "Marchesini". In particolare desta forte preoccupazione la proposta di legge di creare licei ad indirizzo tecnologico distinti dagli istituti per la formazione ed istruzione proefssionale. Va inoltre precisato che, mentre i licei sarebbero di competenza dello Stato, gli Istituti tecnici verrebbero gestiti dalle Regioni. Nelle intenzioni della legge probabilmente si vorrebbe avvicinare la scuola al territorio, ma affinchè ciò possa verificarsi manca una reale autonomia degli Istituti, quindi la possibilità di fare scelte mirate e flessibili per accogliere le esigenze formative delle imprese.
"C'è il rischio - ha affermato Lorenzo Amat, Dirigente scolastico dell'Iti "Malignani" di Udine - di creare una licealizzazione negativa degli istituti tecnici, dimenticando che accanto alle competenze teoriche occorre formare le competenze del fare e soprattutto del saper fare. E questa è una peculiarità degli istituti tecnici". Al Convegno sono state presentate le conclusioni dell'indagine svolta dall'Swg di Trieste, e coordinata dai professori Fabio Naibo e Antonio Piccinini. È risultato che i diplomati negli ultimi cinque anni al Mattiussi e al Marchesini, hanno trovato un lavoro corrispondente al titolo di studio (il 61\% sono occupati, il 30\% continuano gli studi e il 5\% sono disoccupati).La Provincia di Pordenone è al 13. posto, a livello nazionale, per capacità di reddito. Ciò richiede particolare attenzione ai percorsi formativi e in particolare si pensa di potenziare, come accade già nelle scuole d'oltralpe, gli stage aziendali. Il vicepresidente della Provincia, Nicola Zille, è intervenuto ricordando che per le aziende è centrale il fattore competitivo. Cosa rende più preparati gli studenti italiani rispetto a quelli europei? Secondo una ricerca del Progetto Comenius, condotta negli istituti tecnici di Vienna, Praga, Lettonia, Olanda e Italia le competenze degli allievi sarebbe analoga. Qual è allora il quid che può rendere competitivi i diplomati italiani? Sicuramente non la scelta ministeriale di licealizzare l'istruzione tecnologica, va invece potenziata la sinergia tra scuola e impresa.

Daniela Dos


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