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Gazzettino: Follina, basta...

Follina NOSTRO INVIATO "Basta ... Follina NOSTRO INVIATO "Basta fabbriche, basta immigrati". I cartelli, una via di mezzo tra un'implorazione e un monito, si rincorrono per qualche chilo...

17/04/2003
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Il Gazzettino

Follina
NOSTRO INVIATO
"Basta ...
Follina
NOSTRO INVIATO

"Basta fabbriche, basta immigrati". I cartelli, una via di mezzo tra un'implorazione e un monito, si rincorrono per qualche chilometro, sulla Provinciale tra Vidor e Moriago. Sono spuntati nottetempo e si aggiungono ai tanti che in ogni angolo del Quartier del Piave esprimono più o meno rudemente lo stesso concetto. Giusto ieri, il sindaco di Pieve ha fatto rimuovere un grande striscione ("basta fabbriche, basta cemento") su una rotonda della tangenziale. Benvenuti nel Quartier del Piave, già zona del vino, oggi terra di gente arrabbiata: per le aree industriali che si dilatano a dismisura, per i vigneti che ormai faticano a trovare spazio tra i capannoni, per la presenza eccessiva di immigrati in un contesto urbano e sociale inadeguato a un'accoglienza dignitosa.

E benvenuti a Follina, dove l'Istituto Comprensivo locale ha un piccolo record a livello veneto, non da tutti apprezzato: il 20,6\% degli alunni sono figli di immigrati, con 21 nazionalità rappresentate tra i 148 stranieri (su 720 alunni). Nella Marca gioiosa la stessa percentuale a gennaio 2003 era al 7,19\%, a fronte di una media veneta del 5,32\%. Situazione difficile da gestire, "destinata a diventare drammatica - spiega il preside del "Fogazzaro" Gianni Busolini - se nei centri decisionali regionali e nazionali non maturerà la consapevolezza dell'entità del fenomeno". A fronte di un'emergenza crescente, un fenomeno che rischia di travolgere quel che resta della scuola italiana, il flusso dei finanziamenti si va rinsecchendo. "Nel '99 avevamo 70 stranieri e ci arrivavano 13 milioni, oggi sui banchi ce ne sono quasi 150 e ci danno 4mila euro. E anche sulla spartizione di queste briciole, ci sarebbe da ridire: noi abbiamo gli stessi finanziamenti di una scuola con il 10\% di studenti immigrati, peccato che ne abbiamo il doppio. Siamo alla frutta, c'è poco da dire".

Del "caso Follina" si è parlato ieri nel corso di un convegno nazionale organizzato con la collaborazione di Cgil scuola, che ha finito per illuminare l'impegno (e pure l'inventività) di docenti e istituzioni locali nel far fronte all'emergenza, ma anche la sostanziale latitanza di quei centri decisionali citati dal preside. Sulla trincea ci sono, ovviamente, pure i sindaci. "La scuola è un aspetto centrale - osserva Renzo Tonin, primo cittadino di Follina - e in questo caso molto significativo: ora che finalmente sono state formate le persone per dare una mano, ora che ci sono i mediatori culturali, non ci sono più i finanziamenti per attingere a queste risorse". E Gianni Mellere, sindaco di Miane, mette il dito sulla piaga dando una chiave di lettura dell'insofferenza di un territorio: "Il preside Busolini ha detto bene, anche se in questo convegno ho sentito parlare solo di diritti degli immigrati e non di doveri. Quel che sta passando sotto silenzio è che nella nostra scuola c'è una situazione didattica ormai insostenibile, con gli insegnanti che devono dedicare sempre più energie a gestire i ragazzi stranieri. Nei genitori italiani c'è molta insoddisfazione, un'insofferenza che rischia di diventare protesta". Intanto, in palestra, i ragazzi giocano: l'Italia affronta il resto del mondo. A Follina si può.

Tiziano Graziottin


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