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Gazzettino-Di nuovo in piazza per la difesa dei diritti e della pace

"Di nuovo in piazza per la difesa dei diritti e della pace" di LUCIANO MILAN* Il 15 marzo 2002 la CGIL invita di nuovo in piazza, a Milano, i cittadini del nostro Paese, dei polesani, per comu...

10/03/2003
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Il Gazzettino

"Di nuovo in piazza per la difesa dei diritti e della pace"
di LUCIANO MILAN*
Il 15 marzo 2002 la CGIL invita di nuovo in piazza, a Milano, i cittadini del nostro Paese, dei polesani, per comunicare ed esprimere la nostra volontà di chi non rinuncia alla difesa dei diritti e della pace e per questi obiettivi continua con coerenza a lottare. In questa guerra imminente c'è qualcosa di inquietante perché non è azione di polizia internazionale contro il terrorismo. Non è guerra di reazione ad un aggressore in corso (Saddam è certo un terribile dittatore ma, in questo momento, non è il capo di un esercito che sta aggredendo) non è dunque guerra di legittima difesa. E guerra preventiva, anche per questo milioni di persone, che hanno manifestato in queste settimane per la pace, la considerano una guerra ancora più assurda. Le conseguenze saranno morte e sofferenze e distruzioni per il popolo iracheno, una lunga scia di odio e di sete di vendetta, che alimenterà gli estremismi e i fanatismi.
Lo facciamo noi, che rappresentiamo lavoratori e pensionati. Uomini e donne che traggono vita dal lavoro e dall'impegno quotidiano e che ripongono perciò nella pace ogni speranza per il futuro loro e dei loro figli. E non sappiamo ancora neppure in che misura il nostro Paese sarà coinvolto per responsabilità del nostro Governo e delle forze politiche che lo sorreggono. Quello che sappiamo di certo e che, tutte le iniziative che abbiamo messo in campo per la pace e non da ultimo la nostra ulteriore mobilitazione del 15 di marzo, avremmo tentato di impedirlo fino all'ultimo, assieme al movimento pacifista, insieme a quello dei lavoratori, che di fronte ad una prospettiva di un'altra guerra, hanno continuato e continuano a credere nella possibilità di un nuovo ordine mondiale non fondato sulle armi ma sulla pace, sulla giustizia, sui diritti.

Il terrorismo che non ha mai ragione, va sconfitto, il terrorismo va contrastato togliendo la ninfa che lo alimenta: l'ingiustizia e la disuguaglianza costruendo le condizioni di sviluppo e di difesa dei diritti, combattendo le diversità fra Nord e Sud del mondo. Non serve, se non li facciamo rispettare, che si scrivano nelle carte dell'Onu e nell'art. 11 della Costituzione italiana, le norme che affermano i diritti umani e i diritti sociali, per consolidare il processo di pace, se poi si agisce in modo contrario; dobbiamo ribadire e far sempre più comprendere che la pace è il contesto nel quale può affermarsi il diritto delle persone a migliori condizioni di vita e di lavoro. La guerra non risolve i problemi, ma crea esiti disastrosi in termini di vite umane, e crea crisi nell'economia mondiale. Una guerra e una politica fondate sulla logica del controllo delle risorse energetiche di un paese, già messo a dura prova da un regime violento e sanguinario. La Cgil ha deciso di proporre con la manifestazione del 15 marzo, che oltre ad opporci al conflitto con l'Iraq, assieme ai movimenti di gruppi laici, religiosi, con le associazioni, dando una voce alle ragioni di quella parte di cittadini e dell'opinione pubblica, per far capire ai potenti e ai signori della guerra che la via della pace, dei diritti e della giustizia è quella giusta, a presentare le proposte di legge sostenute da studenti, pensionati e lavoratori con le loro firme per i diritti: contro la modifica dell'art. 18 e per l'estensione dei diritti e tutele, in particolare per i giovani e per i lavoratori della piccola impresa, contro la precarizzazione del lavoro, contro la legge delega sul mercato del lavoro perché penalizza i lavoratori. Per estendere e sostenere il reddito e le coperture previdenziali dei lavoratori disoccupati o sospesi dalla piccola impresa, nei lavori precari, discontinui o di tipo parasubordinato. Per garantire a tutti percorsi formativi che favoriscano la crescita professionale e il reimpiego.

Contro l'attacco allo stato sociale dalla sanità all'assistenza, dalla scuola alla previdenza, si riducono le risorse a disposizione e si tende a introdurre logiche di mercato in settori essenziali per la coesione sociale, privilegiando un rapporto del tutto individuale, il contrario dell'interpretazione Europea della sussidiarietà. La Cgil è invece per uno stato sociale che salvaguardi i servizi sociali, soprattutto verso le persone più deboli, in particolare gli anziani, bambini e disabili. Vanno difese le pensioni di oggi e di domani. Va salvaguardata la scuola pubblica, ci vuole innovazione, ricerca e formazione, un serio programma di investimenti che favorisca la ripresa economica. Invece si interviene con la riduzione delle tasse ai più ricchi, con la logica conseguenza che si riducono gli investimenti pubblici e si tagliano le prestazioni sociali (sanità, scuola, previdenza) noi veneti e polesani stiamo pagando il taglio delle risorse per i servizi sociali. Abbiamo assunto in questi mesi scelte di responsabilità per contrastare le azioni che vanno contro gli interessi dei lavoratori e dei cittadini, respingiamo l'attacco alla riduzione dei diritti e delle tutele, vorremmo che il 15 marzo, tutti coloro che non chiudono gli occhi, si uniscano alla Cgil per dire no a questa politica di destrutturazione dei diritti dei lavoratori.

*Segretario generale Cgil

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