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Gazzetta di Reggio-Uno sciopero per i diritti

UNO SCIOPERO PER I DIRITTI di Franco Ferretti segretario provinciale Cgil Venerdì 18 ottobre chiamiamo le lavoratrici e i lavoratori di tutte le categorie allo sciopero generale per dichiarare...

14/10/2002
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Gazzetta di Reggio

UNO SCIOPERO
PER I DIRITTI

di Franco Ferretti segretario provinciale Cgil

Venerdì 18 ottobre chiamiamo le lavoratrici e i lavoratori di tutte le categorie allo sciopero generale per dichiarare il loro no al "Patto per l'Italia", che ha sancito la modifica dello Statuto dei lavoratori.
E' una modifica grave, che colpisce le aziende che supereranno i 15 dipendenti e tutte le aziende di nuova formazione, indipendentemente dal numero dei loro dipendenti.
La legge delega del governo che ha recepito il "Patto per l'Italia" renderà ancora più precario e insicuro il lavoro, introducendo nuovi elementi di flessibilità, come "il lavoro a chiamata" e il "lavoro a progetto", in uno scenario nel quale già esistevano almeno una trentina di forme contrattuali di lavoro atipiche e flessibili. Il lavoro diventa merce.
Berlusconi e D'Amato avevano detto che con la modifica dell'articolo 18 il Paese avrebbe conosciuto sviluppo e occupazione. Oggi la verità è sotto gli occhi di tutti: il Paese è in recessione. Avevano promesso ricchezza e prosperità: gli italiani invece si ritrovano un po' più poveri, vedono i loro redditi erosi dall'inflazione, e i loro risparmi attaccati dalla crisi della Borsa.
Grandi gruppi industriali come la Fiat e grandi istituti bancari annunciano drammatici piani di ristrutturazione che comporteranno la perdita diretta di decine di migliaia di posti di lavoro, con conseguenze indirette inevitabili su tante aziende medie e piccole dei rispettivi indotti, che già si fanno sentire in Emilia e, temiamo, produrranno effetti anche sull'economia di Reggio Emilia.
In realtà, l'unico obiettivo che governo e Confindustria hanno perseguito e realizzato è stata la divisione delle grandi organizzazioni sindacali.
Questa fase si intreccia con la battaglia sindacale per il rinnovo dei contratti nazionali di settore, che a Reggio, dove l'ultraliberismo di alcune grandi aziende che incarnano l'ala più oltranzista di Confindustria mette a rischio la coesione sociale su cui si basa il modello emiliano, interessano circa 75.000 lavoratori.
Perciò noi scioperiamo, perciò ci opponiamo alla Legge Finanziaria. E' una legge peggiore di ogni previsione, perché non porta né rigore finanziario né sviluppo, e anzi, aumentando il rapporto tra deficit dello Stato e Prodotto interno lordo a oltre il 2 per cento, vanifica i sacrifici che gli italiani hanno fatto gli anni passati per entrare nell'area dell'euro.
I minimi sgravi fiscali promessi dal governo saranno pagati con gli interessi da lavoratori, studenti, pensionati, casalinghe, piccoli imprenditori, commercianti, disoccupati, con la riduzione dei servizi sociali, con gli incrementi delle tariffe dei servizi pubblici, con i tagli alla sanità e alla scuola, con la riduzione dei trasferimenti agli enti locali. Alla faccia del federalismo!
Come se non bastasse, governo e Confindustria già annunciano altri tagli alle pensioni di anzianità.
Tutto ciò avviene sulla base del motto che "privato è bello", quando, in realtà, gli attacchi indiscriminati alle garanzie, alle tutele e ai diritti che gli italiani si sono conquistati con anni di lotte sociali sortiscono effetti ben diversi. Avvantaggiano chi è già ricco, rendono più precario il presente e il futuro di tutti gli altri italiani, e dirottano risorse pubbliche verso strutture private come le mutue nel sistema sanitario. Questa è l'idea di Italia che la destra dei monopoli, degli scandalosi conflitti di interesse, della subalternità alle logiche di guerra di George W. Bush vuole, e questo è ciò che noi contrastiamo..
Il nostro Paese non ha bisogno di tagli: ha bisogno di investimenti in qualità, in ricerca, in formazione, in innovazione.
In questi mesi la mobilitazione della Cgil a difesa dell'articolo 18 e per estendere i diritti a chi ne è privo ha prodotto a Reggio un risultato straordinario: abbiamo raccolto più di 70.000 firme. Un risultato del genere non era mai stato raggiunto prima d'ora nella nostra provincia, neanche in occasione dei referendum e degli anni 70 sulle grandi battaglie civili, come quelle su divorzio e aborto. E nelle prossime settimane, grazie all'impegno di centinaia di compagni e compagne, di delegati e di attivisti, arriveremo a 100.000 firme.

Quello della Cgil
è uno sciopero politico

Il 18 ottobre andrà in scena la farsa dello sciopero generale indetto dalla Cgil. Per la prima volta nella storia del Paese, un sindacato invece di tutelare gli interessi dei lavoratori ha indetto una manifestazione contro la riduzione delle tasse. Tutto ciò a riprova, qualora ce ne fosse bisogno, che il partito Cgil ormai è impegnato a sostenere le tesi del centrosinistra, totalmente dimentico di quello che è lo scopo per cui i sindacati esistono: difesa dei diritti e tutela degli interessi dei lavoratori.
Il sindacato padano invita i lavoratori a chiedersi quali sono i motivi che hanno indotto la Cgil a proclamare lo sciopero visto che, per la prima volta, la Finanziaria prevede sgravi per i redditi medio bassi. Dal momento che lo sciopero sottrae denaro dalla busta dei lavoratori, il sindacato padano ritiene che vada fatto quando ve ne sia realmente la necessità, cosa che non ci sembra in questa occasione. Si ribadisce quindi che il Sin.Pa. dice no allo sciopero politico della Cgil.
Segreteria Sin.Pa. Reggio Emilia

Una Finanziaria
contro i cittadini

La nuova finanziaria è un attacco allo stato sociale. Il governo ha presentato la sua Finanziaria da 20 miliardi di euro (circa 39 mila miliardi di lire): 8 sono da recuperare con tagli alla spesa pubblica, 4 con la cartolarizzazione delle cessioni di Stato, 8 da un condono fiscale, esteso alle piccole e medie imprese attraverso il concordato preventivo triennale.
Il dato che emerge è che ogni previsione fin qui fatta dal governo è stata smentita dal reale andamento dell'economia. Le previsioni di crescita rotolano al minimo, tutti gli indicatori puntano verso il basso. Il Patto per L'Italia non trova applicazione poiché fondato sulle previsioni del governo rivelatesi non vere; da qui la riconfermata sua negatività.
A fare le spese di questa Finanziaria saranno famiglie, pensionati e lavoratori ai quali in cambio di una riduzione parziale delle tasse (peraltro già vanificata dalla crescita dell'inflazione), viene offerto il taglio di servizi pubblici fondamentali come scuola e sanità mentre i veri beneficiari saranno i grandi evasori, premiati con condoni e concordati.
Viene colpita la qualità della vita delle classi meno abbienti mentre contestualmente, con i condoni e con gli sgravi fiscali si favoriscono imprese e rendite finanziarie. Manca in questa Finanziaria una politica di rilancio qualitativo dello sviluppo.
Un motivo in più, questa Finanziaria, per un grande sciopero generale il 18 ottobre, per una partecipazione di massa alle manifestazioni. La nuova Finanziaria prevede tagli alle risorse per la finanza locale, in questa maniera colpisce i redditi: le amministrazioni locali vedono ridotti i trasferimenti dal 36% al 37% del Pil.
Questa riduzione dei trasferimenti porterà al ridimensionamento dei servizi alla persona, colpendo così i redditi delle famiglie. E' prevista una riduzione del carico fiscale a favore dei ceti a basso reddito, pare di 220 euro annui a testa di risparmio, ciò non compensa il fatto che il rinnovo dei contratti nazionali avverrà sulla base dell'inflazione programmata che è metà di quella reale, dal taglio dei servizi sociali praticati dal governo con lo smantellamento dello stato sociale o tramite la riduzione dei trasferimenti agli enti locali.
Nessun ampliamento dei beneficiari dell'aumento a 516 euro delle pensioni minime. Per i dipendenti pubblici si prevede per il 2003 il blocco del turn over. Per i rinnovi dei contratti vengono stanziati 780 milioni di euro contro i 1.400 richiesti dai sindacati. Per la sanità si prevede un un taglio dei posti letto: cinque ogni mille abitanti. Per tutti i cittadini un ticket di 50 euro. Si confermano i ticket su visite specialistiche e analisi. Per la scuola la Finanziaria prevede la riduzione delle classi e il ritorno della figura del maestro prevalente. Si prevedono tagli del 40% dei fuori ruolo e del 20% del personale ausiliario. Il rapporto insegnante di sostegno-portatori di handicap è fissato a uno per 145 alunni.

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