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Gazzetta di Reggio: Ecco che cosa ci preoccupa

SCUOLA SECONDO LA NUOVA LEGGE ECCO CHE COSA CI PREOCCUPA Consiglio d'Interclasse della scuola elementare Italo Calvino Reggio Emilia Il Consiglio d'Interclasse della scuola elementare "Italo Ca...

14/04/2003
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Gazzetta di Reggio

SCUOLA SECONDO LA NUOVA LEGGE
ECCO CHE COSA CI PREOCCUPA

Consiglio d'Interclasse della scuola elementare Italo Calvino Reggio Emilia

Il Consiglio d'Interclasse della scuola elementare "Italo Calvino", attraverso questo documento, vuole esprimere le proprie perplessità e preoccupazioni su diversi aspetti della Riforma scolastica in atto. Si ritiene, innanzitutto, che le difficoltà incontrate a reperire informazioni e materiali inerenti alle varie fasi dell'iter legislativo e alla sperimentazione relativi a tale Riforma siano un segnale del mancato coinvolgimento degli insegnanti, dei genitori e degli studenti interessati direttamente a questa grande trasformazione.
In contrasto con tutto ciò, si giudica di scarsa utilità l'informazione mediatica alla quale stiamo assistendo, in quanto la Riforma viene presentata in modo superficiale, senza approfondirne i veri nodi e al tempo stesso spacciando come innovazioni (laboratori, lingua straniera ed informatica fin dalle prime classi...) modalità e contenuti didattici già patrimonio di larga parte della scuola pubblica italiana.
Proprio a partire da tali considerazioni.
Il nostro Consiglio d'Interclasse ha sentito la necessità di approfondirne la conoscenza per quanto riguarda la scuola elementare (futura scuola primaria), di confrontarsi in merito e soprattutto di valutarne le ricadute sull'attività di docenti ed educatori.
Questi gli aspetti della Riforma che, alla luce della nostra esperienza, più preoccupano:
1) Ambiguità in merito ai concetti di obbligo scolastico e di diritto all'istruzione e formazione.
2) Anticipo scolastico: si tratta di un provvedimento che non pare giustificato da alcuna valida motivazione pedagogica, ma al contrario, esso rischia di travolgere la dovuta centralità che la scuola deve attribuire ai diritti del bambino ad uno sviluppo equilibrato, ad un ambiente educativo pensato in relazione alle diverse fasi evolutive, al rispetto dei ritmi di apprendimento (potrebbe, infatti, verificarsi il caso della presenza nella stessa classe di bambini con 20 mesi di differenza d'età).
3) Articolazione della scuola primaria in un primo anno, teso al raggiungimento delle strumentalità di base (che ora possono essere raggiunte nel primo ciclo di due anni), e in due successivi periodi didattici biennali: si tratta di un accentuato frazionamento del percorso didattico, ancora una volta in contrasto con il rispetto dei differenti ritmi di apprendimento dei bambini, differenza che non potrà che essere accentuata dal concomitante anticipo scolastico.
4) Introduzione del docente tutor: l'istituzione di tale figura docente (a cui sono attribuite 18-21 ore di insegnamento frontale nella stessa classe in relazione a tutti gli ambiti disciplinari, la totale responsabilità dei rapporti con le famiglie e il coordinamento degli altri insegnanti che ruotano sulla classe) appare come un ritorno all'insegnante tuttologo ed una radicale cancellazione del percorso che, a partire dall'originaria esperienza del tempo pieno passando per la Riforma del '90 ha portato alla costituzione del gruppo docente corresponsabile, capace di garantire arricchimento e specializzazione didattica nei vari ambiti disciplinari e al tempo stesso unitarietà nel percorso formativo.
5) Insegnanti di laboratorio: queste figure tendono a configurarsi come insegnanti subordinate al tutor, introducendo così una gerarchia all'interno della funzione docente, ostacolando una reale collaborazione fra gli insegnanti e finendo con lo svilire le stesse attività di laboratorio, che dovrebbero invece promuovere, a tutto vantaggio di un netto ritorno ad uno stile di insegnamento puramente trasmissivo.
6) Esclusivo riferimento alle dimensioni culturali locale, nazionale ed europea e non alla tematica dell'intercultura, quando in questi anni notevole è stato l'impegno della scuola pubblica per promuovere l'accoglienza, l'integrazione e la valorizzazione dei bambini immigrati presenti nella nostra società.
Si ritiene pertanto che tutto questo, unitamente ai provvedimenti contenuti nella Finanziaria rispetto alla riduzione del personale docente di sostegno e all'elevazione del numero di alunni per ogni classe da 25 a 28, non potrà che ridurre drasticamente quella funzione di promozione socio-culturale che la scuola elementare ha cercato di garantire fino ad oggi anche alle fasce di utenza più deboli.


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