Gazzetta di Parma-Materna, è scontro sull'ingresso anticipato

CONVEGNO'#8211;Confronto promosso dalla Cgil
Materna, è scontro sull'ingresso anticipato
Un confronto sulla "materna" in un momento per molti versi cruciale. È quanto ha offerto il convegno "Scuola dell'infanzia tra legge di riforma Moratti e progetto di legge regionale Bastico", organizzato dalla Cgil alla scuola elementare Cocconi.
Un confronto a più voci e a tutto campo, tra pedagogisti (Elena Giacopini del Comune di Reggio Emilia), dirigenti scolastici (Adriano Cappellini dell'istituto comprensivo di Neviano), sindacalisti (Paola Cicognani della segreteria regionale Cgil, Paolo Bertoletti e Patrizia Maestri della segreteria provinciale), amministratori (l'assessore regionale alla Formazione Mariangela Bastico e l'assessore comunale ai Servizi per l'infanzia Giampaolo Lavagetto).

Primo tema, l'ingresso anticipato alla "materna": "Una scelta politica sbagliata perché in queste fasi evolutive del bambino anche pochi mesi di differenza sono importanti. I nidi hanno liste d'attesa e quindi diventa allettante alleggerirle mandando i bimbi alla scuola dell'infanzia: noi riteniamo che alle liste d'attesa dei nidi si debba rispondere in altro modo", ha detto Patrizia Maestri nella sua introduzione, definendo poi "improvvisata e affrettata" la sperimentazione d'anticipo avviata quest'anno dall'amministrazione comunale.

L'esponente della Cgil ha inoltre espresso preoccupazione per la scelta del Comune di assegnare la gestione dei servizi a "Parma infanzia", e ha sottolineato la necessità di "non disperdere l'esperienza e l'alto livello raggiunto finora da Parma in questo campo".

"Ciò che va rimarcato è che la riforma Moratti apre un nuovo capitolo: fa riferimento a un diverso modello di società", ha osservato l'assessore Lavagetto, che ha difeso "Parma infanzia" come scelta di qualità (nella quale "il Comune mantiene, di fatto, la guida") e sull'anticipo ha affermato: "È un diritto in più. Fatico a capire la contestazione a un governo che allarga la base di diritto".

Un altro fronte di discussione lo ha poi aperto lo stesso Lavagetto, parlando della proposta di legge regionale Bastico su istruzione e formazione: "Sono molto preoccupato per il clima che la Regione ha instaurato", ha detto, esprimendo dubbi di metodo ("mi sembra che manchi completamente la cultura del rispetto delle istituzioni: se la legge nasce per bloccare la riforma Moratti a livello regionale, credo che sia un grave danno") e di merito.

La replica dell'assessore Bastico non si è fatta attendere. "La proposta di legge, applicativa del Titolo V della Costituzione, riporta nel primo articolo che l'ordinamento nazionale dell'istruzione è a fondamento della legge stessa. Non abbiamo dunque voluto andare contro l'ordinamento nazionale, sia perché ciò è incostituzionale sia perché siamo contrari alla regionalizzazione della scuola cui invece mira la devoluzione - ha spiegato _. C'è qui una profonda alternatività culturale: una differenza di modello tra una scuola che tende ad accelerare i tempi, che più che un percorso di crescita sembra una corsa a ostacoli, che seleziona e divide, e un'altra, la nostra, che prova ad accompagnare tutti e non uno di meno".

Un'ulteriore diminuzione dell'abbandono in Emilia Romagna (già oggi un terzo della media nazionale), la valorizzazione dell'autonomia delle istituzioni scolastiche e il sostegno alla continuità i fili conduttori della proposta di legge secondo la Bastico, che in chiusura d'intervento ha espresso un giudizio lapidario sulla bozza di decreto attuativo della riforma Moratti: "Così com'è contiene cose totalmente inaccettabili".

L. O.