Gazzetta di Modena-Università-Sospese le lezioni, contro la Moratti

La protesta. Ieri Ingegneria si è letteralmente bloccata e riunita in assemblea per stabilire una strategia
Sospese le lezioni, contro la Moratti
L'idea è di coinvolgere nell'astensione tutte le facoltà modenesi

E' stata una giornata di agitazioni quella di ieri all'Università di Modena: dopo aver sospeso le lezioni, il Preside della Facoltà di Ingegneria ha organizzato una riunione di professori e ricercatori presso l'aula magna della facoltà, per trovare una linea comune di protesta (anche loro come le scuole materne, elementari e medie di tuttItalia) contro la riforma Moratti.
Si è discusso su come agire nella maniera più incisiva ed efficace, e le più probabili strategie per bloccare la riforma sembrano essere quelle di interrompere a tempo indeterminato lauree, lezioni e tutte le attività didattiche. Il Consiglio della Facoltà ha presentato una mozione sul Ddl che riguarda il Riordino dello stato giuridico ed il reclutamento dei professori universitari, approvata all'unanimità.
I punti sui quali verte la dura protesta che si prepara sono: 1) la precarizzazione delle figure che all'interno dell'università svolgono attività di ricerca e di didattica integrativa, e sui nuovi contratti a tempo determinato per i posti di professore di prima e seconda fascia, 2) la chiusura e la messa ad esaurimento del ruolo di ricercatore, 3) l'abolizione della distinzione tra tempo pieno e tempo definito, 4) la grave lesione dellautonomia degli atenei, dovuta alla copertura di spese aggiuntive mediante la riduzione delle spese per la didattica, 5) l'introduzione di posti di professori di prima fascia da assegnare nell'ambito di convenzioni con enti privati anche a persone in possesso di un'elevata qualificazione scientifica e professionale seppur non in possesso di idoneità conseguita in concorsi nazionali, 6) la mancata previsione di emissione di fondi per sostenere i provvedimenti che si intendono assumere. In poche parole quello che ha reso furiosi professori e ricercatori della facoltà di ingegneria sono le intenzione di fondo che la riforma Moratti sembra sottendere Lestrema precarizzazione della figura del ricercatore universitario, che dovrà, se passasse il Ddl, accontentarsi per molti anni di contratti a tempo determinato con stipendi molto bassi, e la non previsione di un'espansione della spesa per sostenere gli atenei nei costi aggiuntivi che dovranno affrontare, ha tutto l'aspetto, agli occhi di chi intende protestare, dell'intenzione ad indebolire l'istituzione universitaria nel nostro paese. Il Preside della Facoltà di ingegneria è stato molto chiaro su questo punto: "In un momento in cui da più parti si invocano maggiori investimenti per istruzione e ricerca, chi più oserà intraprendere la carriera universitaria di ricercatore, quando sarà ben chiaro che gli ci vorranno per lo meno quattro-cinque anni dopo il dottorato, cioè già alle soglie dei trentanni, per ottenere un contratto rassicurante. A tutto ciò si aggiunga il fatto che senza fondi ed investimenti, gli stipendi per queste figure sarebbero irrisori rispetto all'estero".
L'autunno è iniziato con un clima di vigorosa protesta contro la riforma della scuola di Stato che il ministro intende portare avanti. Dopo che genitori e docenti della scuola secondaria sono scesi in piazza, adesso anche le università si sono messe sul piede di guerra. Alla Sapienza ben dodici facoltà hanno sospeso le attività, l'ateneo di Modena e Reggio ha iniziato con ingegneria che è però ben decisa a coinvolgere tutte le altre. (dario alfieri)