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Gazzetta di Modena-Anno 2010, come saranno le nostre scuole?

Anno 2010, come saranno le nostre scuole? "Federalismo scolastico", autonomia regionale e altre ipotesi ar.ghi. Riuscirà la scuola modenese a sopravvivere fino al 2010? In questo perio...

04/04/2002
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Gazzetta di Modena

Anno 2010, come saranno le nostre scuole?
"Federalismo scolastico", autonomia regionale e altre ipotesi

ar.ghi.

Riuscirà la scuola modenese a sopravvivere fino al 2010? In questo periodo si parla tanto di scuola e si fanno ipotesi su come diventerà una volta che la riforma Moratti sarà operativa. Qui mi interessa parlare della scuola modenese e di quella emiliana in generale, visto che esiste un partito del "federalismo scolastico": persone convinte che il futuro della scuola si giochi più a livello regionale-locale che nazionale.
La "scuola dell'assessore" contrapposta alla vecchia e centralista "scuola del Ministro". Una di queste persone è l'ispettore scolastico regionale Giancarlo Cerini, che tenne in città la prima conferenza sulla riforma Moratti e in quella sede si disse certo che in Emilia non ridurremo il servizio ma lavoreremo all'osso tagliando gli organici. Una tesi che sembra dire: siamo i più bravi ma continueremo ad esserlo perché oggi l'autonomia della scuola è sancita dalla Costituzione e nemmeno un governo "cattivo" può togliercela.
Sul fatto che la scuola modenese tutta sia considerata tra i bravi non ci sono dubbi: lo dimostrerebbero gli ottimi voti che il Ministero ha dato alla nostra provincia e alla nostra regione in una recente indagine (vedi scheda allegata "La scuola modenese" dalla pubblicazione "Conoscere la scuola" del Miur). Non per niente siamo la provincia che ha le materne più belle del mondo e che ha fatto il tempo pieno quando non c'era, tanto che oggi supera il 50% delle elementari.
Nutro più dubbi sul fatto che continueremo ad esserlo anche dopo la cura Moratti, soprattutto i tagli degli organici. A meno che non si voglia intendere che bisognerà chiedere agli assessori quello che ci taglierà la Moratti.
Infatti l'ispettore Cerini aveva sgridato gli organizzatori per non aver invitato l'assessore comunale al dibattito sulla riforma. Per la serie: "Assessori non ridete che dopo tocca a voi". Ma anche in questo caso i miei dubbi rimangono atroci perché non siamo più negli anni settanta, quando i nostri comuni investivano nella scuola, oggi devono rispettare il patto di stabilità e non superare il tetto del 6% di spesa. Ma oggi non hanno più la volontà politica di supplire alle carenze dello Stato, o sbaglio? Spero di sbagliarmi.
Del resto lo Stato dice agli EE.LL.: "Avete voluto la bicicletta dell'autonomia? Adesso pedalate". Lo stesso dice alle scuole che sono diventate autonome come l'Università, peccato non ne abbiano i soldi. Senza contare che la legge delega, se verrà approvata così com'è, ha già tolto l'autonomia curricolare alle scuole per concederne una quota solo alle regioni.
E poi è vero che il presidente della nostra Regione ha già dichiarato che si impegna a trasferire alle autonomie scolastiche la quota dei piani di studio che la Moratti vorrebbe affidare alle Regioni. Per questo aspetto quindi siamo davvero fortunati, i nostri figli non dovranno studiare i "patrioti della Lega" che qualche anno fa assalirono il campanile di San Marco, come ha già annunciato di voler fare il presidente del Veneto Galan.
Non mi sembra quindi peregrina la domanda: riuscirà la scuola modenese a sopravvivere al 2010? Anche perché intendo dire: la qualità della scuola modenese riuscirà a resistere al terremoto Moratti? Non rischia di pagare un prezzo troppo alto per le sue caratteristiche che la rendono così diversa dalla scuola delle altre regioni? Alcuni aspetti rendono la scuola modenese singolare se non unica anche rispetto alle altre province dell'Emilia-Romagna. Basti pensare alla percentuale di scuole a tempo pieno e alla percentuale di ragazzi stranieri che la frequentano (lo scorso anno erano 3772 ragazzi) che rendono Modena più simile a Milano.


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