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Gazzetta del sud-Il Ministero garante della Storia!

La Pubblica istruzione vigilerà sui testi "a tutela della verità" Il Ministero 'garante' della Storia! Lucio Tamburini ...

12/12/2002
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Gazzetta del Sud

La Pubblica istruzione vigilerà sui testi "a tutela della verità"
Il Ministero 'garante' della Storia!

Lucio Tamburini

ROMA '#8211; Forza Italia torna alla carica sui libri di testo e alla Camera la Casa delle libertà approva, in commissione Cultura, una risoluzione che impegna direttamente il Governo a controllare i manuali di Storia che circolano nelle scuole di ogni ordine e grado. E i diessini chiedono al ministro Moratti "un'immediata presa di posizione di chiarimento". Secondo il documento varato ieri dalla maggioranza, e vincolante per il governo, il ministro deve impegnarsi "per far sì che l'insegnamento della Storia, in particolare di quella contemporanea, si svolga secondo criteri rispettosi della verità storica, attraverso l'utilizzo di testi di assoluto rigore scientifico che tengano conto, in modo obiettivo, di tutte le correnti culturali e di pensiero". Lo scontro con l'opposizione è stato durissimo, lungo tutte le quattro sedute della commissione durante le quali il presidente Ferdinando Adornato (FI) ha tentato una mediazione. Senza successo. Il proponente azzurro della risoluzione, Fabio Garagnani, non ha accettato di ritirare il documento in cambio un'indagine conoscitiva sull'argomento. Alla votazione finale risultavano assenti i deputati dell'Udc, mentre hanno detto sì compatti, oltre ai commissari di Fi, anche quelli di An e Lega, i cui capigruppo avevano in precedenza sottoscritto il documento. Tutti, anche quello dell'Udc. Un altro muro contro muro, dunque. Durante il quale sono volate da entrambi gli schieramenti accuse e controaccuse, che hanno portato lo scontro al calor bianco. Il diessino Carlo Carli ha chiamato in causa l'articolo 33 della Costituzione, secondo il quale "L'arte e la scienza sono libere e libero è l'insegnamento", sostenendo che "in Italia solo in epoca fascista l'insegnamento della Storia non è stato libero, ma controllato dall'autorità politica". Andrea Colasio (Margherita) ha sottolineato tra l'altro che "neanche il Minculpop aveva osato tanto". Polemizzando in particolare con i commissari di An che avevano accusato autori e case editrici "di aver alimentato le tensioni, latenti e mai sopite, che in Italia durano ormai da cinquant'anni e che hanno offerto a intere generazioni il pretesto per tremendi scontri". Con la complicità della Dc, secondo Guglielmo Rositani (An), "per aver consentito al Pci di svolgere un ruolo egemonico nella storiografia" dell'ultimo mezzo secolo. Colasio ha bollato il tutto come emergente "dalle catacombe della cultura". E la comunista Katia Bellillo ha parlato di "regime oscurantista" e di "deriva autoritaria del nostro Paese", mentre per il Verde Mauro Bulgarelli si è trattato di "una pagina bruttissima della storia parlamentare". Anche per Titti De Simone, capogruppo di Rifondazione comunista in Commissione scuola, "è un atto autoritario di estrema gravità, un attacco ai princìpi sanciti dall'art. 33 della nostra Costituzione. Un'odiosa censura che mina i fondamenti del pluralismo culturale, degna delle pagine peggiori del nostro Paese, ed emblematica della cultura politica di questa maggioranza che tende, anche attraverso questa manovra autoritaria, ad operare una manipolazione culturale, volta a subordinare il pluralismo culturale e la libertà di insegnamento alle posizioni del governo". Le polemiche sono rimbalzate fuori dall'aula e il segretario della Quercia Piero Fassino ha bollato la risoluzione voluta dalla Casa delle libertà come "sconcertante e assolutamente inaccettabile", chiedendo l'intervento chiarificatore del ministro Moratti. Ma come dovrebbe svolgersi il "controllo" del governo sui testi di storia? "Per esempio, potrà attivarsi per sottoporre la questione all'attenzione degli organi collegiali '#8211; spiega Garagnani '#8211; con una circolare, sempre nel rispetto dell'autonomia scolastica".
Il Consiglio dei ministri si è intanto impegnato a risolvere i problemi di copertura (con un emendamento alla finanziaria) per i lavoratori impegnati nei servizi di pulizia presso gli istituti scolastici, provenienti dal bacino dei lavoratori socialmente utili. Le risorse necessarie '#8211; si afferma nel comunicato ufficiale diffuso da Palazzo Chigi al termine del Consiglio dei ministri '#8211; saranno tecnicamente individuate sui fondi del 2003 che verranno integrati con le risorse del Fondo per l'occupazione, nel limite della riduzione operata sulle disponibilità del 2002. La decisione adottata dal Cdm assicura per tutto l'anno 2003, senza interruzione, i contratti di lavoro in essere e quindi i redditi dei lavoratori


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