Gazzeettino-Mensa sì, mensa no

LA MINACCIA
(E.M) Mensa sì, mensa no. Sono una quindicina i bidelli sul piede di guerra, l'avanguardia di oltre un centinaio della città che da settembre non vedono firmato il contratto per le funzioni miste che prevedono l'erogazione dei pasti e la pulizia della mensa nelle scuole di Vicenza. Una battaglia iniziata tre anni fa, dopo il trasferimento come dipendenti dai Comuni allo Stato. Ma un accordo tra Anci e Governo sancì l'anno scorso, che ai primi rimane l'obbligo di pagare lo stipendio relativo alle funzioni dei bidelli che ammonta al vecchio milione e 800mila lire lordo per un anno. La vertenza entrerà nel vivo la settimana prossima, quando l'assessore all'istruzione Arrigo Abalti e i dirigenti scolastici si confronteranno anche su questo punto. Ma Abalti si dice pronto a tendere la mano e spiega: "I soldi arriveranno. Il nodo è che i bidelli vorrebbero vincolare il Comune, trovare un accordo che gli garantisca all'inizio dell'anno la cifra per il lavoro di mensa. Non è possibile, anche perché pagare questo personale, che non dipende più da noi, sarebbe compito dello Stato e non nostro, con l'aggravante che Roma ci obbliga a situazioni di disagio nei confronti dei lavoratori". Intanto i bidelli del comprensivo 7 , in via Fiume a Vicenza, hanno già fatto sapere che se non arriveranno i 900 euro lordi per tutto l'anno scolastico in corso, incroceranno le braccia in uno sciopero programmato per il 17 marzo. A rischio sono così le mense scolastiche di tutta la città. Una minaccia che arriva formalmente, tramite lettera, all'assessorato dell'istruzione da parte di Cgil, Cisl e Uil scuola dove si legge: "Se da una parte l'amministrazione scolastica e il personale hanno fino ad oggi, con grande senso di responsabilità, garantito un servizio di esclusiva competenza del Comune di Vicenza, dall'altra registriamo una vacanza del Comune per quanto attiene la sottoscrizione di accordi atti a garantire il pagamento per un servizio svolto".