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Garagnani insiste, il Ministro lo sgonfia.

Garagnani insiste, il Ministro lo sgonfia. Da il Resto del Carlino del 26 gennaio 2002. Propaganda politica a scuola, Moratti 'archivia' Garagnani BOLOGNA '#8212; "Gli ordinamenti scolastici ...

26/01/2002
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Garagnani insiste, il Ministro lo sgonfia.

Da il Resto del Carlino del 26 gennaio 2002.

Propaganda politica a scuola, Moratti 'archivia' Garagnani

BOLOGNA '#8212; "Gli ordinamenti scolastici già prevedono strumenti per correggere qualsiasi abuso nell'insegnamento". Proprio il giorno in cui Fabio Garagnani presenta il suo dossier sul "Telefono amico" sulla propaganda antigovernativa e antiamericana nelle scuole, il ministro Letizia Moratti, gli sgonfia l'interrogazione. L'onorevole di Forza Italia chiedeva al ministro "di vigilare per garantire il rispetto assoluto dei valori di tolleranza e pluralismo, adottando un'iniziativa affinchè il diritto alla libera espressione delle proprie idee politiche, non degeneri nella strumentalizzazione faziosa di fatti e vicende".
Moratti, però, smorza le aspettative dell'esponente azzurro. "Nel caso si verifichi che il docente utilizzi la propria funzione per fare operazioni di propaganda politica in classe '#8212; risponde il Ministro '#8212;, gli ordinamenti scolastici già prevedono i loro strumenti". E' il dirigente scolastico che può e deve intervenire richiamando l'insegnante al rispetto dei limiti. Nel caso in cui, lo stesso "ravvisi la necessità, può segnalare la presunta situazione di irregolarità, per specifici interventi ispettivi".
Quanto alla scelta dei libri di testo, altro tema scottante sollevato da Garagnani, questa "rientra nell'autonomia didattica e nelle responsabilità del docente, e '#8212; chiude Moratti '#8212; attiene alla sua competenza professionale". In ogni caso è al collegio dei docenti "che spetta la decisione finale".
Poco prima di Natale, Garagnani aveva presentato un disegno di legge per una "Legge quadro in materia di armonizzazione della normativa relativa al diritto allo studio e alla parità scolastica" e aveva annunciato che i nomi di tutte le scuole in cui sarebbero avvenuti gli episodi segnalati dal telefono sarebbero stati comunicati al ministro dell' Istruzione.

Da il Resto del Carlino del 26 gennaio 2002.

Scuola: il telefono di Garagnani è un 'libro bianco'

E' pronto per essere inviato sia al ministro Letizia Moratti sia agli enti locali, così da "aprire una riflessione sulla scuola". E' il libro bianco in cui l'onorevole forzista Fabio Garagnani ha raccolto le segnalazioni giunte al telefono più contestato d'Italia, che non chiude i battenti. Un lungo elenco di scuole (senza nomi di docenti) e di episodi accomunati dall'essere casi di "estrema politicizzazione tra le mura di licei ed istituti". Tre mesi di attività, 1000 segnalazioni tra fax, mail e telefonate, di cui circa ben 700 su Bologna e provincia (tutte i nostri istituti superiori sono stati coinvolti); altrettanti, se non di più, gli insulti arrivati. Ora il bilancio. "Per effetto della mia iniziativa '#8212; spiega l'onorevole che incassa il pieno appoggio del suo partito '#8212; nelle scuole, c'è un clima meno polemico e politicizzato". Anche se "persistono episodi di propaganda politica e di condizionamento ideologico persistente ed anomalo". Dalle indicazioni emerge che la punta massima di propaganda politica anomala si è concentrata durante le elezioni del 2001. In questo caso, "alcuni docenti '#8212; ribadisce Garagnani '#8212; avrebbero fatto sfacciata propaganda a favore dell'Ulivo e demonizzazione violenta della Casa delle Libertà". Le ultime segnalazioni riguardano il persistere di questo clima al Galvani ed al Minghetti.
Ma quello che maggiormente affiora, è il "preoccupante venire meno di ogni riferimento alla tradizione giudeo cristiana, come fonte della nostra cultura europea". Non è solo la mancanza del crocifisso in classe, ma una prevalenza, nell'insegnamento della storia, "di una dimensione antireligiosa ed anticristiana".
Federica Gieri

Da la Repubblica (ed. Bologna) del 26 gennaio 2002.

Il deputato di Forza Italia fa il bilancio del Telefono amico: "Troppi prof alle elezioni del 2001 fecero propaganda per l'Ulivo"

Garagnani: "Denunce da 700 scuole".

"Minoranza di docenti gioca sul disagio scolastico"

LARIA VENTURI

"DOPO la torta in faccia che ho ricevuto al Baraccano non volevo dare l'impressione di aver messo la sordina alle polemiche". E così Garagnani è tornato ieri mattina nella sala stampa del Comune a fare i lbilancio del suo "telefonospia": mille denunce raccolte (e altrettante proteste), ha annunciato l'onorevole di Forza Italia, da ottobre a gennaio, per presunti casi di propaganda politica antigovernativa nelle scuole. Saranno consegnate al ministro all'Istruzione Letizia Moratti. "Un promemoria" dice Garagnani che di nuovo dà fiato alle trombe della crociata del deputato ex Dc ora consigliere e deputato forzista. "La propaganda politica e i condizionamenti ideologici sono persistenti e anomali, una minoranza di insegnanti strumentalizza un certo disagio scolastico, condiziona colleghi e studenti invitandoli a scioperare". La raccolta di denunce di Garagnani (via telefono, solo al numero della sua segreteria a Roma, dopo le proteste per l'utilizzo del centralino di palazzo D'Accursio, via fax e email) contiene i nomi delle scuole, non resi pubblici da Garagnani. "Ma circa 700 sono di Bologna e provincia" dice.
Garagnani va di nuovo all'attacco, dopo le polemiche di dicembre, questa volta con "l'appoggio del partito": alla fine della conferenza, mostra infatti una lettera in cui il coordinatore organizzativo di FI, Roberto Antonione, dice "la strada è giusta".
Non sembra pensarla così il ministro Moratti, che rispondendo all'interrogazione di Garagnani, si limita a ricordare che "nel caso in cui il docente utilizzi la propria funzione per fare operazioni di propaganda politica in classe, gli ordinamenti scolastici già prevedono strumenti per correggere qualsiasi abuso nell'insegnamento". Galvani e Minghetti tornano nel mirino dell'onorevole, in particolare questa volta il preside del Minghetti per le sue critiche all'esame di Stato e il provocatorio invito a obiettare. "Un caso grave" attacca Garagnani che aggiunge, accanto "alla sfacciata propaganda di insegnanti a favore dell'Ulivo durante le elezioni del 2001", il "preoccupante venir meno di ogni riferimento alla tradizione giudeo cristiana, come fonte della cultura europea". L'onorevole denuncia "l'assenza del crocefisso nelle scuole, la mancata celebrazione del Natale, l'insegnamento della storia in cui prevale la dimensione antireligiosa ed anticristiana con una grossolana alterazione dei fatti storici ed una parallela assoluzione di ogni evento legato all'Islam".. Immediata la replica di Cevenini (Ds) che richiama Garagnani a non "abusare degli spazi del Comune".

Da Gazzette Modena, Reggio e Nuova Ferrara del 26 gennaio 2002.

Nelle scuole bolognesi raccolte in tre mesi oltre mille testimonianze, ma altrettante proteste contro l'iniziativa
Garagnani: dai prof troppa propaganda
L'Azzurro presenta il suo Telefono Amico. E insiste: io vado avanti

BOLOGNA. "Viene meno ogni riferimento alla tradizione giudeo-cristiana, come fonte della cultura europea, mentre nell' insegnamento della storia prevale la dimensione antireligiosa ed anticristiana con una grossolana alterazione dei fatti storici e una parallela assoluzione di ogni evento collegato all' Islam del quale si tende disinvoltamente a dimenticare le pagine scure e certo integralismo".
E' la fotografia che hanno fatto delle scuole della provincia di Bologna, e di alcune dell' Emilia-Romagna, le circa 1.000 testimonianze (telefonate, lettere, fax e e-mail) arrivate in circa tre mesi al 'Telefono amico' istituito dal consigliere comunale e deputato di Forza Italia Fabio Garagnani.
Circa 1.000 sono stati invece i contatti per protestare contro l' iniziativa stessa. Un servizio, "per chi ha voglia di raccontare episodi di propaganda antigoverno e antiamericana nelle scuole", che aveva già sollevato numerose polemiche, anche se lo stesso Garagnani ha detto di aver ricevuto l' appoggio del partito - "la strada è giusta" - in una lettera del coordinatore organizzativo di Fi Roberto Antonione. Garagnani ha poi aggiunto che "paradossalmente l' attentato alle Torri Gemelle ha rinvigorito un certo antiamericanismo e la tendenza ad attenuare le grandi responsabilità delle correnti più integraliste dell' Islam. Sembra quasi che per rimediare al crollo del socialismo reale si punti sull' integralismo islamico, ritenuto l' unico in grado di fronteggiare il cosiddetto imperialismo americano".
Il deputato azzurro ha poi stigmatizzato alcuni comportamenti degli insegnanti durante le passate elezioni politiche: "Insegnanti che manifestavano la loro aperta posizione a favore dell' Ulivo con sfacciata propaganda in classe e demonizzazione violenta della Casa delle libertà".
Poco prima di Natale, il deputato di Forza Italia ha presentato un disegno di legge su "Legge quadro in materia di armonizzazione della normativa relativa al diritto allo studio e alla parità scolastica", mentre i nomi di tutte le scuole in cui sarebbero avvenuti gli episodi segnalati dal telefono saranno comunicati al ministro dell' Istruzione. "Il telefono non è uno strumento di propaganda - ha chiuso Garagnani - ma un' esigenza che era sentita da tutta l' opinione pubblica. E io continuerò in questa mia iniziativa".
A scuola, secondo le segnalazioni, anche critiche contro la riforma Moratti: "Propaganda politica e condizionamenti ideologici persistenti ed anomali - ha stigmatizzato Garagnani - c' è una minoranza di insegnanti che strumentalizza un certo disagio scolastico, condiziona colleghi e studenti invitandoli a scioperare, a partecipare ad obiezioni di coscienza e alla contestazione radicale della riforma scolastica". Ma critiche dure anche per il metodo di insegnamento della religione: "L' insufficienza dell' insegnamento della religione, che si auspica basata sulle verità ultime del cattolicesimo. Spesso invece banalizzato a livello di sociologia o analisi dei fenomeni storici". Mentre, sempre secondo Garagnani, "la vicenda della Resistenza è ancora contornata da mitologia. La guerra civile in Emilia-Romagna e a Bologna è completamente ignorata. Si ignorano le vittime dell' odio comunista nelle nostre realtà senza farsi carico non tanto delle ragioni dei vinti, quanto di fatti documentati".


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