FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3767105
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Fuoriregistro-chi si accontenta non gode

Fuoriregistro-chi si accontenta non gode

Chi si accontenta non gode di Maria Paola Saci Vorrei sottoscrivere tutte le osservazioni di Roberto Sanna nelle liste di discussione Didaweb a proposito degli esami di stato, compresa la sensazio...

03/06/2002
Decrease text size Increase text size
Fuoriregistro

Chi si accontenta non gode
di Maria Paola Saci

Vorrei sottoscrivere tutte le osservazioni di Roberto Sanna nelle liste di discussione Didaweb a proposito degli esami di stato, compresa la sensazione che stiamo evitando un po' tutti il problema. Credo anch'io che la commissione tutta interna per i ragazzi non sia gratificante ne' stimolante e voglio ricordare tutti i discorsi che si sono fatti negli anni per attribuire a questo esame il significato di 'rito di passaggio' all'eta' adulta; un piccolo rito, d'accordo, ma pur sempre dotato di un suo valore simbolico. Nessuno ne rimpiange il possibile valore formativo? E nessuno ricorda neppure le diatribe sul numero di promossi, sulla scarsa selettivita' etc. etc.degli esami di prima...? dove sono finiti tutti quei severi tutori della selezione? E cosa pubblicheranno i giornali in giugno , avranno ancora il coraggio di dare consigli sulla preparazione e intervistare scrittori e soubrette! s per chiedere come hanno vissuto il loro esame di maturita'? Diciamoci la verita' siamo una nazione dalla memoria corta, cortissima, specie quando si tratta di comodita' e doveri in meno o di inchinarsi a qualche potentato.Comunque l'obiettivo del governo e' raggiunto: nel generale silenzio di insegnanti, genitori, presidi, professori universitari, esperti di didattica, giornali e sindacati , la scuola pubblica e' stata portata, abbassata per essere piu' chiari, al livello di quella privata. Si apre una nuova era per i padroni del vapore; la selezione si sposta dove vogliono loro;saranno le possibilita' economiche dei genitori a garantire l'accesso a scuole, corsi universitari e post universitari esclusivi che garantiranno formazione e sbocchi lavorativi ai rampolli piu' fortunati. Per gli altri, anche se non finiscono subito nella formazione professionale, meno ore, meno materie, classi piu' numerose, professori piu' stanchi (24 ore di lezione frontale con 30 alunni) e pi! u' frustrati( non ci sono neppure i soldi per gli esami, figuriamoci per gli 'stipendi europei' o per pagare in busta e non come straordinari le ore in piu'), piu' spaventati ( gli organici si restringono , chi perde posto entra in circolo e non riavra' mai una cattedra stabile), piu' divisi ( niente organi collegiali, niente programmazione per consigli di classe); infine niente esami con esterni che potessero garantire un minimo di controllo anche rispetto al lavoro svolto dai docenti. Con buona pace di don Milani, dei docimologi (insolitamente taciturni negli ultimi tempi), dei sostenitori della scuola che informa o dei segmenti e bastoncini.Davvero vogliamo stare zitti anche noi che nella scuola e per la scuola, intesa come parte della societa'...civile (sic) , lavoriamo? Davvero vogliamo fare questi esami farsa, senza neppure essere pagati'? O non vogliamo intraprendere qualche azione di protesta? non scioperi, oltretutto saremmo precettati, ma qualche altra cosa che blocc! hi il meccanismo? Come già fatto in lista, "uso" ora Fuoriregistro per lanciare un'idea: e se alla riunione preliminare ci dessimo tutti malati? Se inventassimo qualche sistema legale per bloccare gli ingranaggi? Chiedo aiuto ai colleghi esperti in cavilli: lanciate un'idea e facciamola circolare, qualcosa potrebbe venirne fuori. Tutto sara' meglio che essere noi la 'classe morta', quelli che accettano tutto apaticamente, in cambio di aumenti risibili, di promesse di buoni-pasto (vedi bozza sindacale per il rinnovo del contratto), e altre briciole. Dove sono i fieri e loquaci oppositori del concorsone e di tutto quel che proponeva Berlinguer? Hanno finalmente ottenuto cio' che desideravano, cioe' l'abolizione di ogni responsabilita' culturale collettiva e la trasformazione in esecutori materiali , in macchine da lezione legittimate al disimpegno culturale e affettivo rispetto a quelle giovani generazioni alle quali dovremmo trasmettere preparazione culturale, piacere di appre! ndere, attenzione umana, desiderio di partecipare alla vita associata, cittadinanza responsabile, fiducia nel mondo adulto, nelle proprie possibilita'. A prescindere dal sesso, dal colore della pelle, dallo stipendio dei genitori. Prima di salutare tutti, scusandomi per la lunghezza senz'altro eccessiva di questo intervento ( ma invoco una piccola scusante: seguo la lista da quando e' nata ed e' la prima volta che intervengo), voglio ringraziare il sindaco di Barbiana di Vicchio de Mugello, Alessandro Bolognesi, per la sua bella (commovente), inattuale, attualissima lettera e credo che, in fin dei conti, dovremmo ripartire da li'. Ripartire cioe' da don Milani, si, ma anche da quello che e' accaduto dopo, da quello che sta accadendo oggi e che non mi pare susciti reale interesse nella societa' civile (cosiddetta non si sa piu' bene perche'). Non desta interesse la scuola se non quando si parla ! di favolosi aumenti di stipendio (che poi non arrivano mai), o quando qualche ragazzo- qualche Gianni forse? quello del quale parla la Costituzione? si butta dalla finestra. Della qualita' della vita a scuola, per gli insegnanti e per gli studenti, nessuno parla mai. Eppure tutti sono andati a scuola- o quasi- eppure tutti mandano i figli a scuola- o quasi. La qualita' della vita, delle relazioni all'interno delle aule e fuori di esse (per gli insegnanti) e' determinante per la qualita' dell'istruzione impartita e per l'affettivita' che lo studente sviluppa o no per lo studio e il sapere. Studi psicanalitici molto seri mettono in relazione l'amore ricevuto dal bambino a livello parentale e le sue capacita' intellettuali, la possibilita' che sviluppa di amare lo studio, quindi di imparare, quindi di essere un cittadino attivo e consapevole; ma il processo continua anche fuori della famiglia, quando il bambino diventa l' adolescente e le sue possibilità cognitive lo mettono in g! rado o no di essere uno studente soddisfatto (che vuol dire bravo perche' interessato e gratificato dal comprendere e dall'apprendere, non macchina intelligente in grado di ripetere quanto gli insegnanti gli 'versano' nel cervello). L'insegnante allora dovrebbe essere in grado di impartire il proprio sapere,mantenendo viva la propria affettivita' e quella dei suoi ragazzi, magari risvegliandola in coloro che, per ragioni personali o sociali, sono in svantaggio o, se questo e' un obiettivo troppo ambizioso ( e lo e'), almeno dovrebbe rendersi conto che le cose stanno cosi' e chiedersi che fare, cercare qualcuno che li aiuti, lui e il suo ragazzo.E' pensabile che un insegnante mal pagato, poco considerato socialmente, che forse non ha neppure i soldi per il cinema e certo non puo' permettersi un aiuto domestico, che rischia ogni anno di perdere il posto e dover cominciare a ramingare tra due o tre scuole, in nessuna delle quali stara' per piu di 5 o 10 ore, sia in grado di esse! re quell'insegnante? Quello che si occupa di Gianni e non fa parti uguali tra diseguali? Ed e' pensabile che abbia voglia di interrogarsi sulla complessita' culturale, sociale, umana del mondo, quello grande in cui la ricerca avanza e si consumano grandi tragedie e e quello piccolo intorno a lui, nel quale piccole donne e piccoli uomini crescono? Qualcuno deve chiedersi , oltre le cronache parlamentari, se la societa' italiana di oggi ritiene che i progetti dissennati di riduzioni di cattedre e di svuotamento della scuola coincidono fatalmente con un progetto di riduzione di spazi culturali e umani oppure sono solo un problema di conti pubblici, senza riflessi nella vita dei cittadini, e dunque, al massimo, mere faccende contrattuali. Se la societa' non sa non vuole interrogarsi su questo e' piu' saggio pensare solo ai nostri stipendi e rinunciare ad ogni ipotesi pedagogica in senso alto, sia che si abbia come modello di riferimento Rousseau, don Milani, Bruner o chiunque al! tro.
E cosi' ho consumato il mio secondo errore : prima ho taciuto troppo, ora ho parlato troppo.Perdonatemi il secondo errore, il piu' grave, e tanti cari saluti a tutti
Maria Paola Saci


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL