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Famiglia Cristiana-Il ritorno del maestro

Il ritorno del maestro Famiglia Cristiana - 30-03-2002 La vera partita sulla scuola si sta giocando adesso. Dopo l'approvazione del Disegno di legge che dovrà essere discusso dal Parlamento,...

31/03/2002
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Il ritorno del maestro
Famiglia Cristiana - 30-03-2002

La vera partita sulla scuola si sta giocando adesso. Dopo l'approvazione del Disegno di legge che dovrà essere discusso dal Parlamento, il ministro Moratti ha messo al lavoro nove commissioni di esperti che dovranno elaborare i piani di studio della nuova scuola italiana. Una commissione per la scuola dell'infanzia, una per la scuola elementare, una terza per la secondaria inferiore, due per i vari indirizzi delle superiori e una specifica per l'area artistica e musicale, mentre le ultime tre si occuperanno rispettivamente della parte finanziaria, di risorse strumentali ed edilizia scolastica e degli aspetti normativi. Sono in gioco, in altre parole, la vera impalcatura e soprattutto i contenuti della scuola del futuro.

L'attesa è forte perché la posta in gioco è altissima, a cominciare dal destino della scuola elementare, che l'anno prossimo si prepara a ricevere, con la riapertura delle iscrizioni per i nati entro il febbraio del 1997, dai 40.000 ai 50.000 "primini". Le novità previste non sono di poco conto. Se i nuovi esperti si manterranno fedeli al progetto della commissione presieduta dal pedagogista Giuseppe Bertagna, che rimane consigliere del ministro, dovrebbe andare in soffitta il vecchio modulo, o almeno uscirne parecchio ridimensionato.

"Si sta lavorando in questa direzione", spiega Bertagna, "ma la decisione finale spetterà ai politici. Nei primi due anni di scuola elementare avevamo previsto la figura di un docente prevalente con 20 ore di insegnamento settimanali su 24, che poi si riducevano a 15".

Nessun taglio al tempo pieno

"Il disegno di legge ha superato la nostra divisione in bienni e bisognerà vedere se le 20 ore di continuità verranno estese ai primi tre anni di scuola elementare, come noi vorremmo, o se rimarranno solo in prima per poi ridursi a 15. In un caso o nell'altro, se non riceveremo smentite, la frammentazione attuale del modulo sparirà".

Ovviamente non si tornerebbe alla figura del maestro unico: il docente prevalente sarebbe affiancato da altre figure, come l'insegnante di lingua straniera, di ginnastica e di religione. D'altra parte, il ministro ha già rassicurato che il nuovo assetto della scuola elementare non taglierebbe servizi aggiuntivi come il tempo pieno, gratuito per la scuola pubblica. Se la sostanza non sarà annacquata, cambieranno comunque parecchie cose, per gli allievi ma anche per gli insegnanti. Il docente prevalente, infatti, si configurerebbe come tutor a tutti gli effetti, con un bel salto, oltre che economico, di prestigio sociale.

Perché il vero problema resta quello degli insegnanti, sempre più demotivati soprattutto nelle elementari, a tal punto che, se nella scuola italiana in genere risultano in netta minoranza gli insegnanti di sesso maschile, nella scuola elementare i maestri sono pressoché spariti. Si contano come le mosche bianche, una specie in via di estinzione.

"Il modulo ha introdotto parecchio disagio, ma le cause sono molto più complesse", continua Bertagna, "in ogni caso è un elemento negativo e limitante, perché il bambino ha bisogno di modelli maschili e femminili. Non credo che la laurea obbligatoria, di per sé, possa fare miracoli: oggi un ragazzo di 18 anni può forse decidere di fare il maestro, con la prospettiva di non riuscire a mantenere una famiglia? Cambierà qualcosa quando chi vuole insegnare avrà davanti una vera carriera, con la possibilità di aumentare stipendio e prestigio".

Il documento del gruppo di lavoro delinea tutte le tappe della carriera dell'insegnante di domani e le modalità per il loro raggiungimento. Si tratta di figure professionali per le quali è prevista una precisa formazione universitaria, a cominciare dal tutor, figura chiave dalla scuola primaria alle superiori. Alle elementari si identifica col docente prevalente, poi diventa l'insegnante che aiuta lo studente in un percorso personalizzato: per diventare tutor e iscriversi all'albo sono necessari 15 crediti universitari oltre alla laurea specialistica.

I "docenti aggregati"

Per diventare invece "docente aggregato", ossia con una conclamata preparazione scientifica nella propria disciplina, occorrono 60 crediti "scientifici" oltre alla laurea per l'insegnamento. Il ruolo di docente aggregato dà il diritto di essere chiamati dalle scuole senza passare attraverso le graduatorie. Ci sono poi le "funzioni di sistema", di cui fanno parte per esempio i responsabili di laboratorio, con 30 crediti universitari, i direttori della progettazione didattica, con 90 crediti, e il dirigente scolastico: 120 crediti più il concorso apposito.

"Negli ultimi trent'anni la scuola italiana è stata la valvola di sfogo per la manovalanza intellettuale: dobbiamo differenziare questa massa introducendo il criterio della carriera e del suo riconoscimento", continua Bertagna.

Non c'è il rischio che questa nuova leva di insegnanti con le stellette dei crediti finisca per soffocare chi già con la vecchia laurea dà prova di eccellenza in classe? "Non è questo il problema: credo che nella fase transitoria si dovranno riconoscere titoli e qualità e contrattualizzarli. Nei prossimi 10 anni dobbiamo formare 320.000 insegnanti, per rimpiazzare i pensionamenti, e riqualificarne 500.000: solo introducendo il criterio della carriera possiamo ridare orgoglio e prestigio alla categoria". "Il problema vero", conclude Bertagna, "è che il disegno di legge che è stato approvato dal Consiglio dei ministri, precisamente all'articolo 5, prevede tutto questo in via di principio. Dobbiamo aspettare i regolamenti attuativi che emanerà il ministero, dopo la discussione del Parlamento, per avere la certezza di non essere smentiti".

Simonetta Pagnotti

UN PO' DI POLEMICA IN PUNTA DI "LAPIS"

Una specie in via di estinzione racconta sé stessa: è questo il tema di una ricerca promossa dalla "Lapis", acronimo che indica la Libera associazione per il progresso dell'istruzione, un gruppo di genitori, insegnanti e persone di buona volontà che si sono ritrovati cinque anni fa, partendo da Arezzo, a discutere attorno ai problemi della scuola dell'obbligo.

Hanno cominciato con ricerche sul problema della dispersione scolastica, tanto drammatico e complicato quanto difficile da risolvere.

Poi hanno dato vita anche a un sito Internet sul quale è attualmente in corso un sondaggio sull'eclissi della figura del maestro. Quella che, in definitiva, considerano una piaga della scuola italiana.

"È il segno di un disagio profondo della scuola", spiega Alfredo Venturi, di Arezzo, direttore del Foglio Lapis, "l'insegnamento è diventato una professione di ripiego, che può permettersi solo una donna che non deve mantenere una famiglia: in ogni caso è una seconda scelta".

"Non abbiamo dati precisi", continua puntuale Venturi, "ma sappiamo che la presenza maschile nell'insegnamento elementare è di due a dieci nei casi di affollamento, cioè quando gli insegnanti elementari maschi sono tanti".

Presi in particolare, i dati certi di cui dispone Alfredo Venturi sono veramente sconfortanti: "A Torino i maestri sono cinque, ad Arezzo tre. Su questo tema abbiamo anche lanciato un sondaggio sul nostro sito, per poter disporre finalmente di informazioni più precise, ma finora non abbiamo avuto molte risposte, il che, purtroppo, credo sia indice dello scarso interesse della gente per questo problema".

"Per il momento", prosegue il direttore di Foglio Lapis, "stiamo raccogliendo interviste, anche tra giovani che frequentano l'università. Quello che ne viene fuori è il ritratto di una professione che attualmente non attira, e forse ancora meno che in passato, perché non riesce a offrire prestigio sociale, è troppo poco retribuita e prospetta anni e anni di precariato, nella professione come nella vita, con tutto quel che ne consegue. Come si fa a parlare, in queste condizioni, di qualità dell'insegnamento nella scuola elementare italiana? È la scuola più importante per la formazione dei nostri figli, e dunque dovrebbe avere gli insegnanti migliori".

s.p.


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