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Dimensionamento: tutti i numeri della nuova Intesa

Il Governo pronto a modificare la legge del 2011 sul dimensionamento, ma le Regioni dovranno fare la propria parte. Parametro unico nazionale: il numero delle autonomie sarà pari al totale degli alunni diviso per 900

14/10/2012
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La Tecnica della Scuola

Reginaldo Palermo

Le norme sul dimensionamento scolastico contenute nell’articolo 19 del decreto legge n. 98/2011 potrebbero avere vita breve anche perché era stata la stessa Corte Costituzionale a dichiararle illegittime con la sentenza 147 del 7 giugno 2012.
E’ già pronta, infatti, una bozza di intesa fra Stato e Regioni che aspetta solamente di essere formalizzata e approvata in una delle prossime riunioni della Conferenza unificata.
L’intesa, che la nostra testata è in grado di anticipare, prevede una regola semplice semplice: a ogni regione spetterà d’ora in avanti un numero di dirigenze scolastiche pari al totale degli alunni frequentanti le scuole della regione stessa diviso per 900 (ci sarà però una correzione legata alla densità di popolazione per km quadrato).
Stato e Regioni si stanno già accordando e secondo i calcoli su cui tutti sembrano convenire, l’organico complessivo a livello nazionale dovrebbe essere di poco inferiore alle 9mila unità.
Il valore è sostanzialmente simile a quello relativo all’anno scolastico in corso calcolato però considerando anche le scuole sottodimensionate.
L’accordo prevede espressamente che “nell'ambito del contingente assegnato le Regioni definiscono autonomamente il numero degli alunni per ogni istituzione scolastica a seconda delle diverse realtà territoriali”.
Per parte sua, lo Stato si impegna a riscrivere lo norma contenuta nell’articolo 19 del DL 98/2011.

Tutto risolto, dunque ?
Non proprio, perché – come di consueto – i dati regionali non sono affatto omogenei e quindi la nuova tabella consentirà alcune regioni a rivedere al ribasso il numero delle istituzioni scolastiche funzionanti mentre consentirà ad altre regioni di riaprire istituzioni che erano state soppresse o accorpate.

La tabella che qui proponiamo illustra bene la situazione

 

 
2010/11
2011/12
2012/13
diff.
ABRUZZO
256
215
215
0
BASILICATA
160
141
110
-31
CALABRIA
511
407
358
-49
CAMPANIA
1330
1186
1018
-168
EMILIA
565
551
607
56
FRIULI
184
158
164
6
LAZIO
919
768
789
21
LIGURIA
222
191
196
5
LOMBARDIA
1302
1124
1259
135
MARCHE
273
245
251
6
MOLISE
82
82
56
-26
PIEMONTE
672
607
614
7
PUGLIA
896
702
712
10
SARDEGNA
374
331
275
-56
SICILIA
1156
1001
894
-107
TOSCANA
535
499
544
45
UMBRIA
165
160
142
-18
VENETO
702
649
676
27
 
10304
9017
8880
-137


Come si può notare ci sono regioni (Campania, Calabria, Sardegna e Sicilia soprattutto che dovranno “restituire” posti, 380 in tutto per la precisione), mentre in Lombardia, in Emilia-Romagna e Toscana potranno essere rimesse in funzione 240 sedi.
Questo è quanto si evince dalla bozza di intesa. Ma è meglio aspettare la firma definitiva dell’accordo per saperne di più.
 


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