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Didaweb-Questo inutile esame di Stato

In questi primi giorni di esami mi e' stato chiesto gia' due volte di sottoscrivere petizioni o dichiarazioni di protesta contro l'assurdita' della norma che impone una commissione tutta "intern...

21/06/2002
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Didaweb

In questi primi giorni di esami mi e' stato chiesto gia' due volte
di sottoscrivere petizioni o dichiarazioni di protesta contro l'assurdita'
della norma che impone una commissione tutta "interna" ecc.ecc.
Ho firmato tra molti dubbi: perfettamente d'accordo che non ha
molto senso il dover noi stessi esaminare quegli studenti che gia' abbiamo
scrutinato e valutato quindici giorni fa. Ed e' fortissima in questi
giorni la sensazione di sprecare inutilmente il mio tempo.
Pero' non mi piace il tono generale di queste proteste che
sembrano sottintendere che fino all'anno scorso l'esame di stato fosse una
cosa seria e sensata e svolgesse una qualche apprezzabile funzione. Diciamo
pure tutto il male della Brichetto coniugata Moratti, ma non la promuoviamo
al ruolo di capro espiatorio universale dei mali della scuola.

Io sono da molto tempo dell'idea che l'esame di stato andrebbe
puramente e semplicemente abolito, e lo ho gia' scritto piu' volte su
questa e su altre liste.

Ora pare che questa idea cominci finalmente a camminare e ne
approfitto per rilanciarla e ri-motivarla su questa lista.

La prima domanda da porsi e': a cosa serve un esame di stato
conclusivo, quale dovrebbe essere la sua funzione?
Nella scuola di Gentile l'esame svolgeva almeno due funzioni molto
chiare:
a) lasciapassare per l'università (ovvero lasciapassare per il mondo
del lavoro per i diplomi di geometra, perito, ragioniere ecc.ecc.); tra
l'altro ogni diploma apriva le porte solo a certe facoltà universitarie,
solo il liceo classico le apriva tutte.
b) controllo di qualita' incrociato; le commissioni erano formate di
docenti provenienti da altre regioni e quindi fuori della mischia e nelle
condizioni di giudicare senza preconcetti e condizionamenti; i candidati
erano esaminati sui programmi ministeriali e dunque l'esame era anche un
esame alla scuola (pubblica o privata che fosse), un controllo di qualita'
appunto.

Negli ultimi quarant'anni l'esame e' stato progressivamente
svuotato di queste due fondamentali funzioni. A inizio anni sessanta i
programmi ministeriali sono stati sostituiti da quelli presentati dalla
scuola; la commissione poteva si' rifiutare questi programmi se palesemente
inadeguati rispetto a quelli ministeriali, ma era una cosa che avveniva
molto raramente. E il controllo di qualita' perdeva uno dei suoi ingredienti.
Poi con la riforma del '69 l'esame e' divenuto piu' facile e la
percentuale dei promossi e' cresciuta via via fino a raggiungere
percentuali del 95-99%, mentre l'accesso alle universita' veniva
liberalizzato. Le Universita' quasi per reazione cominciavano a introdurre
test di ammissione che di fatto sostituivano l'esame di maturita' nel fare
una selezione.
E cosi' la funzione (a) lasciapassare per l'universita' e' ormai
svuotata di ogni contenuto.

A fine anni '90 e' arrivata, con la solita motivazione
"economica", la riforma della composizione delle commissioni: non piu'
commissari di altre regioni, ma commissari della stessa provincia; e infine
la riforma Berlinguer con tre commissari interni e tre esterni. Esterni
spesso per modo di dire, visto che nei tre anni di applicazione della
Berlinguer a Venezia ho visto presidenti di commissione che erano genitori
di ex-alunni della scuola, commissari che erano ex-docenti o colleghi o
amici di docenti ed ex-docenti. E questo in una provincia come Venezia che
ha 800000 abitanti dunque al di sopra della media nazionale; certo nelle
grandi province come Milano, Roma, Napoli questi fatti saranno un po' meno
frequenti, ma in tutto il resto d'Italia?
A questo punto anche la funzione (b) e' di fatto evaporata; che
tipo di controllo di qualita' serio, distaccato esente da pregiudizi e
preconcetti puo' essere quello dove i controllori sono gli stessi prof
della scuola o ex-colleghi o amici o genitori?
La "riforma" della Brichetto Moratti e' solo l'ultimo neanche
tanto importante anello di questa catena che ha portato a svuotare l'esame
di maturita' di ogni funzione.
La teoria che le commissioni interne favoriranno in modo marcato
le scuole private, mi pare francamente ridicola; a parte il fatto che solo
le paritarie hanno la commissione interna, non mi pare proprio che le
commissioni 3+3 fornissero garanzie molto maggiori in questo senso. E mi
riesce estremamente difficile immaginare genitori che decidono di spostare
i loro figli dalla scuola pubblica a quella privata per un cosi' labile
motivo; per questo sono certo fattore molto molto piu' rilevante i buoni
scuola.
E sarebbe veramente desolante ostinarsi nella difesa di un esame
altrimenti del tutto inutile solo per un cosi' dubbio motivo.

A questo punto, invece di abbandonarsi a pianti, recriminazioni,
catastrofismi, vediamo quali sono le possibili proposte alternative a
questo progressivo degrado dell'esame di stato.

Io ne vedo due in ordine di (mia) preferenza:

1. Abolire gli esami di stato conclusivi a favore di quelli di
ammissione; il consiglio di classe dell'ultimo anno rilascia il diploma e
attribuisce il punteggio in base a criteri che possono essere quelli oggi
usati per il credito scolastico; le Universita' istituzionalizzano l'esame
di ammissione e li' si avra' un vero test di qualita' sulle scuole; per gli
istituiti tecnici e professionale si puo' pensare a un esame di
abilitazione alla professione gestito da qualche ente esterno (p.es. ordine
dei geometri ...). Il controllo di qualita' della scuola puo' essere
gestito in molti altri modi sicuramente piu' seri ed efficienti
dell'attuale esame di stato: ispezioni periodiche, test uniformi alla fine
di ogni anno scolastico, e appunto i test di ammissione all'universita'. Il
tempo e le risorse risparmiati con l'abolizione possono essere utilizzati
molto meglio per altre attivita' di sostegno, aggiornamento ecc.ecc.

2. Breve esame conclusivo che verta su uno o piu' test forniti
dall'autorita' scolastica centrale (Ministero, Invalsi, Regione??) insieme
a criteri di valutazione definiti in modo rigido e che non lasci spazio
all'arbitrio dei correttori, in modo da poter esprimere una valutazione il
piu' possibile uniforme per tutte le scuole.

Puo' sembrare un inutile esercizio questo di fare proposte
alternative; il Ministero sembra orientato altrimenti nel voler tenere in
piedi l'esame con qualche ulteriore poco rilevante modifica (prima e
seconda prova definite dalla Commissione, terza prova dall'Invalsi), pero'
mi pare non ci sia ancora nulla di definitivo e allora e' il momento di
farle le proposte, magari anche solo in prospettiva futura.


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