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Dalle elementari alle superiori scatta l'obbligo di iscriversi in Rete

Riforma dal 21. Ma i presidi: non tutti hanno il computer

03/01/2013
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Corriere della sera

ROMA — Moduli cartacei addio, da quest'anno a scuola ci si iscriverà soltanto via Internet. E non sarà solo possibile, come sperimentato nel 2012, anche se lo scorso anno la domanda andava in ogni caso perfezionata direttamente in segreteria. Sarà invece obbligatorio, ce lo impone la spending review. I genitori di bambini e ragazzi che nell'anno scolastico 2013-2014 frequenteranno la prima elementare, la prima media e il primo anno di istruzione superiore, in tutto circa un milione e settecentomila studenti, dovranno utilizzare un computer, collegarsi al sito del ministero della Pubblica Istruzione e cliccare sull'icona «Iscrizioni online» dalla home page. Da qui partirà una «semplice procedura telematica per l'iscrizione — spiega il capo del Dipartimento programmazione del ministero Giovanni Biondi —. Si dovranno inserire i dati dei genitori, dello studente, quelli relativi alla scuola prescelta. Non sarà difficile. Bisognerà riempire una scheda non molto diversa dai moduli su carta, poi seguire una procedura guidata per inviare online l'iscrizione». La famiglia riceverà l'accettazione o il rifiuto direttamente con una mail della scuola prima nelle preferenze. Le scuole destinatarie delle iscrizioni ricevono direttamente i dati degli studenti dal sistema.
Nessun problema, dice il ministero, per chi non ha il computer o trovi difficoltà nell'utilizzarlo: basterà andare nella segreteria dell'istituto prescelto per farsi assistere dai segretari che compileranno il modulo online per conto delle famiglie. Ci sono persino scuole che hanno attivato un punto web. Non è già attiva la procedura, lo sarà il 21 gennaio, primo giorno utile (l'ultimo è il 28 febbraio) per iscriversi online ma per chi non ha ancora deciso e non vuole peregrinare da un open day a un altro, è già possibile informarsi sull'offerta, docenti, servizi, attività, degli istituti che interessano, cliccando, sempre sul sito del Miur, la sezione «Scuola in chiaro».
Ancora sul sito, il ministro Francesco Profumo, grande sostenitore della tecnologia a scuola, ha anticipato la notizia alle famiglie con una lettera nella quale assicura che con «un'adeguata campagna informativa attraverso canali televisivi e stampa» tutti potranno capire come fare l'iscrizione online senza difficoltà, e augura a famiglie e studenti «una buona scelta, per un buon inizio».
Le preoccupazioni per questo passo tuttavia non mancano. Pur non essendo contrari, i presidi temono disagi per segreterie scolastiche e famiglie. «Non tutti hanno il computer — dice il presidente dell'Associazione nazionale presidi Giorgio Rembado —, ci sono i genitori di alunni stranieri che non conoscono ancora bene l'italiano. Bisognerà vedere quanti decideranno di andare nelle segreterie delle scuole scelte per l'iscrizione per farsi aiutare e se questo creerà dei problemi».
Potrebbe essere necessario prendere un appuntamento per essere sicuri che il personale sia a disposizione per il servizio di assistenza. Ci sono scuole con computer vecchi e non abbastanza veloci per questo tipo di operazioni anche se dal ministero si dicono certi che non ci saranno problemi. Che cosa accadrà nel caso il primo istituto scelto nelle preferenze dovesse negare l'iscrizione? Subentrerà automaticamente il secondo? «Certamente in futuro l'iscrizione online faciliterà la procedura — continua Rembado — ma nell'immediato potrebbero esserci più disagi che vantaggi. D'altra parte siamo consapevoli che da qualche parte e ad un dato momento si deve pur cominciare».
Un po' preoccupata la presidente del Coordinamento genitori democratici Angela Nava. «Questo passaggio, certamente necessario, presuppone un Paese già tutto informatizzato. Ma non è così e sono tanti i genitori, non solo immigrati, che non hanno computer o non sanno usarlo. I figli grandi potrebbero sostituirsi a loro ma i piccoli? Il rischio è aumentare il divario tra scuole, quelle più ricche e quelle più povere, quelle del centro e quelle di periferia, o di provincia, e tra famiglie. Insomma, è il riproporsi di Italie a più velocità. «Ma c'è anche un altro aspetto — continua Nava —. Che digitalizzare tutto potrebbe comportare il rischio di una eccesiva spersonalizzazione del rapporto famiglia-scuola. Mentre il contatto diretto, personale, non va abbandonato».
 Mariolina Iossa 
 


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