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dal forum di edscuola-I sommersi e...i sommersi! - di Raffaele Ruggiero

I Sommersi e... i Sommersi! La tentazione di mandare tutto (metaforicamente) a mare e di andarsene (letteralmente) al mare è forte. In questi giorni il senso di sgomento per le gravissime...

24/07/2003
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Edscuola

I Sommersi e... i Sommersi!
La tentazione di mandare tutto (metaforicamente) a mare e di andarsene (letteralmente) al mare è forte.
In questi giorni il senso di sgomento per le gravissime conseguenze della finanziaria sugli organici e sulle disponibilità è talmente alto che supera di gran lunga qualunque altra sensazione e spinge più al silenzio che alla parola. Supera persino quella relativa allo scempio che si sta facendo della cosa pubblica, dalla giustizia alla par condicio e all'imparzialità dell'informazione, dall'immagine internazionale del paese ai servizi sanitari, dalle disponibilità per i servizi degli enti locali alle disumanità professate nei confronti degli immigrati, dai morti durante le manifestazioni (degne degli anni di Tambroni) al vilipendio di intere branche dello stato, come la magistratura.
Tutti ricordiamo come, agli inizi di aprile, il governo abbia disperatamente tentato di scaricare la patata bollente delle tabelle di valutazione addosso a chiunque, cercando, in vista delle amministrative, di dare un colpo al cerchio e uno alla botte. La stessa soluzione dei 18 punti (che voleva essere salomonica ma che il bambino lo ha tagliato a metà, invece di riuscire a trovare la madre) non era risolutiva e aveva scontentato sia gli specializzati SISS che le altre categorie di docenti di terza fascia.
La scelta di oggi indirizza nuovamente l'ago della bilancia in una direzione, almeno apparentemente, aderendo al plauso che le associazioni di docenti SISS avevano espresso, alcune settimane fa, a favore del governo e prontamente rimesso in discussione, appena pochi giorni dopo, quando sembrava che la scelta dovesse andare in direzione opposta.
Sulle varie modalità di abilitazione si è detto tanto. Si è detto probabilmente quasi tutto anche in queste pagine.
Nei prossimi giorni le tensioni tra i lavoratori saliranno nuovamente alle stelle.
Prima che tutto ciò arrivi di nuovo al parossismo vorrei dire una cosa a tutti, dall'alto (se così possiamo dire) dei miei dieci anni di gavetta.
Una cosa che deve essere chiara, oltre ogni ragionevole dubbio.
Chi plaude ai partiti di maggioranza (e sia ben chiaro che mi rivolgo a entrambi gli schieramenti, siano essi vicini ad Alleanza Nazionale, all'UDC o a chicchessia in area di maggioranza) ha il sacrosanto diritto di sostenere il governo (perché, in fondo, nonostante Mediaset, siamo in democrazia) ma niente sarebbe assurdo come l'idea di scaricare il governo stesso delle sue responsabilità!
Niente sarebbe più iniquo che far passare la situazione attuale come un frutto spontaneo degli eventi. Nessuno potrà dire, da un lato: "Noi ve li avevamo dato e il TAR ve l'ha tolto: vedete i giudici come sono tutti rossi e cattivi!"
E contemporaneamente dire, dall'altro lato: "Avete visto che vi abbiamo accontentato! Abbiamo solo fatto finta di farlo fare ai giudici. Lasciate che gli altri sbraitino, si calmeranno e cambieranno mestiere!"
Il signor presidente del consiglio dice (e dice bene!) che chi vince le elezioni governa.
Ma qualcuno dovrebbe ricordargli che chi governa si assume le responsabilità di ciò che fa.
La vicenda che stiamo vivendo in queste ore è una sconfitta della politica, una sconfitta per i lavoratori, indipendentemente da chi si troverà a perdere il posto di lavoro e da chi lo sta guadagnando.
Lo dice uno che il posto di lavoro lo ha perso due volte...
Nessuno ha da gioire, perché i salvati di oggi sono solo i sommersi di domani!
Ricordatevelo, colleghi che venite dalle SISS. Guardatevi intorno e fatevi bene i conti!
Fateli completamente. Non cadete nella trappola.

Alla responsabilità di stare portando avanti a tappe forzate un riforma che nessuna delle componenti della comunità scolastica ha voluto e contribuito a progettare, alla responsabilità di aver prodotto una legge incostituzionale come quella per gli insegnanti di religione (che consegna di fatto le assunzioni nella scuola italiana a uno stato estero), alla responsabilità di aver regalato l'esclusività del reclutamento agli imprenditori privati, costringendo gli insegnanti a dieci anni di schiavitù nei diplomifici, alla responsabilità di aver smantellato gli organici, tagliato dovunque in maniera indiscriminata, attentato ai diritti dei più deboli, lavoratori e alunni, si aggiunge la responsabilità di una gestione fallimentare dell'amministrazione che, se la pretese efficientiste e privatistiche, che spirano nei palazzi che contano, venissero applicate seriamente, avrebbe portato al licenziamento del manager già poche settimane dopo il suo insediamento.
Se fosse un amministratore delegato (e certo la scuola pubblica non ha bisogno di una cosa del genere ma di una guida serena che applichi principi di equità che solo un buon 'padre di famiglia', e non un 'padrone delle ferriere', potrebbe avere!) il ministro sarebbe stato congedato da tempo da qualunque azienda privata.
Uno sola cosa resterebbe da fare al ministro, dott.a Moratti, e al sottosegretario, on. Aprea per non peggiorare il ricordo che il paese avrà di loro negli anni a venire: dimettersi e chiudere finalmente questa stagione di incertezze e veleni tra i lavoratori!
Naturalmente né il ministro, né il sottosegretario si sognano lontanamente di fare una cosa del genere.
E a noi poveri mortali cosa resta?
Bah! Probabilmente evitare che il silenzio l'abbia vinta sulla parola e, civilmente, democraticamente, pacificamente ma fermamente, mettere i puntini sulle i.
Non le famose tre "I".
Ma tutte le altre.
Tutte!

Con molta malinconia.
Raf


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