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Dad, stessa didattica ma online

L'Indire sulla pratica scattata durante il lockdown e rimasta in vigore alle superiori

22/12/2020
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ItaliaOggi

Emanuela Micucci

Più che didattica digitale integrata la Dad è una trasposizione a distanza di quella tradizionale frontale. A farla da padrone per la maggior parte dei docenti italiani lezioni in videoconferenza e assegnazione di risorse per lo studio e gli esercizi. Ad aggiornare la prima istantanea sulla didattica a distanza (Dad) scattata a luglio dall'Indire è il Report integrativo relativo all'indagine sulle pratiche didattiche durante il lockdown, appena pubblicato (www.indire.it). Basata sullo studio delle risposte fornite al questionario online da 3.774 docenti italiani, l'analisi, spiega Indire, «non ha pretesa di esaustività di un fenomeno complesso come quello della “Dad forzata” in cui si è ritrovata la scuola italiana agli inizi di marzo, ma cerca di fornire una chiave di lettura e fare una riflessione costruttiva».

Anche nel report preliminare di luglio emergeva chiaramente un podio a due, fra le lezioni in videoconferenze, diffuse e perseguite in ogni ordine di scuola, dalla primaria (89,7%) alle medie (96,7%) alle superiori (95,8%) e assegnazione di risorse per lo studio ed esercizi da svolgere in autonomia, che oscilla dal 79,8% alla primaria fino al 78,7% delle superiori e l'80% alle medie. Terza componente didattica maggiormente praticata durante la Dad la valutazione esterna operata dal docente, che ha coinvolto l'83% degli insegnati: alla materna il 49%, alla primaria 80%, alle medie il 90%, alle superiori il 91%.

Il 65% dei docenti ha attuato contemporaneamente almeno queste tre modalità prevalenti. Solo una minoranza di insegnanti ha sperimentato pratiche laboratoriali in Dad, soprattutto quelle di una didattica di tipo attivo, collaborativa e volta allo sviluppo del pensiero critico e alla metacognizione. Proponendo ai propri studenti ricerche online, costruzione di artefatti digitali, attività laboratoriale o di osservazione, project work. Attivando così in maniera significativamente maggiore degli altri insegnati forme di autovalutazione da parte degli alunni (59% rispetto al 36% degli altri docenti).

Per la maggior parte degli insegnanti, però, c'è una tendenza al peggioramento della qualità della didattica in Dad. Tranne per l'autonomia e la responsabilità degli studenti, che risulta invece migliorata. Mentre per il 30% la qualità è rimasta sullo stesso livello. «La didattica a distanza», osserva Indire, «ha messo in evidenza come il sistema scuola tragga forza da alleanze educative» coinvolgendo famiglie o territorio. Sebbene il 56,4% dei docenti affermi che la propria scuola non ha attivato alcuna forma di collaborazione con il territorio, indicatore probabile della mancanza di solide esperienze pregresse.

Durante il lockdown, poi, 4 docenti su 5 hanno avuto esperienze di formazione online, la maggior parte tra quelli delle superiori (19%) e la minore tra quelli della primaria (12%). Il 59% dei docenti ha evidenziato un miglioramento nella propria motivazione a frequentare corsi online, soprattutto se lo ha già fatto durante il lockdown (rispetto al 13% di chi non ha frequentato alcune formazione online in quel periodo).


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