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da didaweb-La crisi dei 12 anni

CONTINUITA' E DISCONTINUITA': LA 'CRISI' DEI 12 ANNI di Grazia Giovannoni (Firenze) La 'crisi' dei 12 anni marca una forte discontinuità nell'età dello sviluppo. Si prepara lentamente, dopo l'...

19/05/2002
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CONTINUITA' E DISCONTINUITA': LA 'CRISI' DEI 12 ANNI

di Grazia Giovannoni (Firenze)

La 'crisi' dei 12 anni marca una forte discontinuità nell'età dello sviluppo. Si prepara lentamente, dopo l'equilibrio raggiunto dal bambino dei 10 anni, legata all'inizio dello sviluppo puberale, in tempi individuali che risentono delle peculiarità del fisico e degli aspetti ambientali. Per il ragazzo cambia il punto di vista da cui guardare se stesso e il mondo: non si sente più 'al centro'con la sicurezza salutarmente egocentrica del bambino.
Gli 'altri' e le 'cose'cominciano ad essere percepiti in una dimensione più oggettiva: i tempi e gli spazi si dilatano, sfuggono al controllo. C'è il bisogno di rifondare le relazioni; il ragazzo vive la condizione instabile di chi esce da 'casa sua' e cerca riferimenti in un ambiente ignoto. Non si affida più agli adulti che hanno cura di lui, non accetta più di assumere la loro visione del mondo: rivede tutto e tutti e vuole fare da sé' Vuole costruire la propria soggettività ed è molto attento al confronto con il gruppo dei pari, dal cui giudizio spesso dipende. Lo aiutano il gusto dell'avventura, le grandi aspettative su se stesso che convivono in equilibrio instabile con il senso della sua fragilità e la paura di non riuscire ad affrontare da soli la vita. Lo aiutano le capacità di astrazione che si vanno maturando e che gli permettono di avere'sintesi cognitive'della realtà. Lo aiutano anche le capacità di osservare analiticamente gli 'oggetti del mondo' proprio perché sono avvertiti con maggiore distacco emozionale rispetto al bambino.
Soprattutto questi due aspetti dello sviluppo fanno dei 12 anni un'età privilegiata per impostare lo studio delle discipline. Al ragazzo, infatti, le discipline offrono chiavi di lettura del mondo e lo aiutano a mettersi in relazione con la realtà: hanno la possibilità di dare alla ricerca dell'identità personale il 'materiale' che viene dalla elaborazione culturale. Ovviamente gli statuti disciplinari non possono essere intesi nel modo accademico. Ciascuna disciplina va piegata allo sviluppo dei ragazzi: molto saggiamente, i programmi della scuola media del'79 non davano una scansione annuale, ma una scadenza triennale e lasciavano grandissima facoltà di scelta (non sempre capita) agli insegnanti. Risponde alle esigenze dei ragazzi anche la proposta di una gamma disciplinare la più ampia possibile (anche in questo i programmi del '79 dimostravano grande validità), proprio per venire incontro al desiderio di 'scoprire' gli aspetti del mondo.


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