FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3878961
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Da Atene a Londra a Tunisi l'indignazione è giovane

Da Atene a Londra a Tunisi l'indignazione è giovane

Rivoluzione dei gelsomini Inizia col rogo d’un ragazzo, come quello di Jan Palach nel 1968

02/02/2011
Decrease text size Increase text size
l'Unità
Lucio Spaziante-Università di Bologna
Il tema dei giovani affiora in modo sempre più visibile tra i commenti e i resoconti degli ultimi mesi: il loro senso di «vuoto» e il loro «malessere» è stato l’argomento del messaggio di fine anno del Presidente Napolitano, figura istituzionale preferita dai movimenti giovanili. Una questione che riecheggia ben oltre i confini italiani, anzi proprio la sua rilevanza a livello internazionale diventa reale motivo d’interesse. Procedendo a ritroso, la «rivoluzione dei gelsomini» in Tunisia ha visto il suo innesco nei primi giorni del 2011, dopo il sacrificio di MuhammadBouazizi, 26 anni, datosi fuoco in piazza, e che ha riecheggiato nella memoriaoccidentale il gesto di Jan Palach a Praga nel 1968. Le proteste e i gesti coraggiosi contro il regime sono venuti da ogni categoria sociale ma resta nella memoria il blogger Slim Amamou, dapprima arrestato e poi inserito nelnuovo governo provvisorio. Questo dato iniziale è forse tra i più significativi: l’azione pubblica oggi oltre i singoli confini nazionali passa attraverso il Web 2.0, i blog e i social network di Internet. Non va dimenticato infatti il caso dell’Iran, quando le proteste anti- regime del 2009 presero piede e poterono avere accesso all’opinione pubblica mondiale anche grazie a sms e piccoli filmati di bassa qualità, veicolati attraverso Internet. Violenti scontri anti-governativi che nei primi giorni di quest’anno hanno visto tra le vittime un diciottenne ci sono stati anche in Algeria. In situazioni socio-politiche differenti, nell’Occidente europeo, si sono susseguite ennesime situazioni di conflitto sociale aperto che hanno visto protagonisti e in prima linea i giovani. Ritorniamo qui alla Grecia nel dicembre 2008 con la morte di un quindicenne anarchico, momento di visibilità iniziale di un processo di inquietudine sociale durato per mesi, sfociato poi negli scontri nel maggio 2010, dopo il crollo dell’economia nazionale interna.
IL COMUNE DENOMINATORE Èpossibile rilevare un comunedenominatore in eventi così differenti? Il primo elemento ricorrente è naturalmentela crisi economica che, peggiorando le condizioni sociali di vita, innesca processi di rabbia e disperazione. Se in alcuni paesi a ciò va aggiunta la mancanza di diritti democratici, più in generale si coglie la negatività che attraversa il sentire giovanile contemporaneo, presente nelle nostre società già da tempo e che forse ora inizia a farsi più pressante e talvolta esplosiva. Sono anni che i rapporti sociologici parlano di generazioni senza prospettive, senza punti di riferimento ideologici, senza modelli comportamentali, totalmente proiettate verso il presente, in assenza di visione del futuro. Le generazioni dei giovani dal dopoguerra al boom economico hanno vissuto trasformazioni sociali ben più profonde, dalla società contadina a quella post-industriale, ma la relativa tranquillità sociale degli ultimi decenni aveva addormentato in parte le coscienze e spostato l’accento su questioni meno rilevanti. Pensiamo alle manifestazioni pacifiste contro gli armamenti nucleari negli anni Ottanta, oppure in Italia alla stagione dei centri sociali e della Pantera dei primi anni Novanta: fenomeni meno coinvolgenti sebbene abbiano mantenuto un filo conduttore nell’azione politica. Poi è stata la volta del movimentoNoGlobal, che ha combattuto il G8 come l’incarnazione di una realtà politica autoritaria calata dall’alto, orientata al mercato e alla globalizzazione, tanto da scatenare una risposta di massa ampia e diffusa ovunque, talvolta tragica, come ci ricorda Genova nel 2001. Gli anni Zero sembravano avviati verso una soporifera conclusione quando la crisi finanziaria mondiale ha cambiato le carte in tavola. “La crisi noi non la paghiamo” è diventata la nuova parola d’ordine. Nel 2008 in Italia progressivamente emerge un’ondata di proteste, manifestazioni e occupazioni, dalla scuola all’Università, che darà luogo al movimento de L’Onda. Nel corso dei mesi situazioni simili si produrranno in Francia, ma soprattutto in Gran Bretagna, alla fine del 2010, in occasione delle manifestazioni contro l’aumento delle tasse universitarie. La partecipazione agli eventi di protesta è massiccia, come non accadeva dalla fine degli anni ‘70, e stride con la vulgata delle giovani generazioni deformate dall’immaginario televisivo. In Italia lenuove forme di lotta marcano alcune significative differenze: dichiarazioni di estraneità alla politica; partecipazione eterogenea alla lotta da parte di professori, ma soprattutto ricercatori e precari, insieme a studenti e ai genitori; uso di linguaggi innovativi – come i libri-scudo colorati e l’occupazione di siti artistici per acquisire visibilità mediatica; uso di Internet come tramite per indirizzare le manifestazioni secondo percorsi imprevedibili. Rabbia e indignazione sembrano essere il motore di questimovimenti giovanili, di una generazione orgogliosa di sentirsi in rivolta contro uno stato di cose consolidato, contro il silenzio e l’assenso del nostro stile di vita, in cerca di spazi, diritti di parola, diritti allo studio per esserci e affermare una propria cultura del dissenso. Questo vale a Londra, come ad Atene, come a Parigi, e in un certo modo vale anche a Tunisi, sebbene in condizioni ambientali molto differenti.

La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL