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Corsa contro il tempo per portare in cattedra 200 mila precari

Il rebus del ministero: un milione di domande cartacee e un sistema online tutto da creare

18/07/2020
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la Repubblica

Corrado Zunino

La prossima questione che la scuola post-Covid deve affrontare è questa: un milione di domande compilate a penna devono essere trasformate in una classifica digitale dei precari italiani. E, quindi, in un elenco di aspiranti insegnanti — con nome, cognome, anzianità e titoli conseguiti — riordinato in ordine di possibile assunzione (a tempo determinato). «Ci riuscirà», dice la segretaria Uil scuola, Maddalena Gissi parlando della ministra dell’Istruzione, «solo al prezzo di trasformare queste nuove graduatorie in un terno al lotto». La sindacalista allude al fatto che, con poco tempo a disposizione, il ministero darà a un milione di supplenti solo 15 giorni per inserire generalità e punteggio in un database tuttora da testare. Non si sa ancora quando sarà possibile, di certo nel corso dell’estate. Alla fine, chi sarà nel sistema ci resterà: nessun controllo immediato sulla veridicità di quanto dichiarato, bisogna andare veloci. Se il curriculum è sincero, si vedrà al momento dell’eventuale assunzione.

Sull’argomento l’altroieri c’è stato un confronto, rapido e ostile, tra sindacati e Azzolina. La ministra dice che i confederali «non possono dire no a tutto», ma ora deve affrontare un passaggio titanico da cui dipende gran parte della ripartenza di settembre: l’incarico a 200 mila supplenti. I supplenti si scelgono dalle graduatorie d’istituto e provinciali, ora dette, con la riforma del 13 luglio, Graduatorie provinciali per le supplenze (Gps). Dai 653.409 iscritti registrati al precedente aggiornamento, si è passati a un milione. Il ministero dell’Istruzione non ha mai brillato per precisione statistica. La carica dei neolaureati ha fatto saltare il banco.

Mancano due mesi a quel 20 settembre entro il quale i supplenti annuali dovranno essere assegnati alle scuole. I dubbi dei sindacati su tempi e bontà dell’operazione sono stati confermati, informalmente, da alcuni funzionari informatici («sull’aggiornamento non prendiamo impegni »). E la stessa ministra che oggi, al proposito, dice «stiamo facendo cose meravigliose», lo scorso 7 aprile, il giorno dopo l’approvazione del Decreto scuola, aveva ammesso: «Non riusciamo a portare avanti un milione di moduli cartacei, ci aggiorniamo il prossimo anno». Sembrava averci rinunciato: «Serve una legge per spostare la gestione agli Uffici territoriali anziché gravare sulle scuole, ma è una procedura su cui può confrontarsi solo il Parlamento », spiegò. Il decreto in fase di conversione è stato, invece, aggiornato e finanziato. E lunedì Azzolina ha firmato l’ordinanza di quella che chiama «una rivoluzione». Ora, con una fretta che somiglia a una furia, dovrà nascere la banca dati dei titoli che andranno a costituire il portfolio del docente precario. Già, la Cgil due giorni fa scriveva ai suoi iscritti: «Ad oggi non conosciamo le date di presentazione delle istanze».

C’è una doppia corsa, quella che deve completare il ministero per presentare il sistema informatico («lo faremo entro luglio») e quella che, poi, affronterà un milione di precari per inserire nella gabbia digit ale generalità e punteggi. «In agosto avremo le code negli uffici», spiegano i sindacati, «non è semplice capire quali titoli possono essere accettati ». Se il precario avrà immesso, con dolo o meno, dati infedeli, lo si scoprirà più avanti. A settembre sale in cattedra, per un anno. La Cisl: «Oggi le graduatorie sono piene di buchi, iscritti che non si trovano, punteggi non attribuiti». La ministra: «Rendiamo più efficiente la chiamata dei supplenti».


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