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Corrriere-Scuola, il tempo pieno sarà flessibile

Scuola, il tempo pieno sarà flessibile Meno ore di attività obbligatorie, si resterà in classe solo per corsi facoltativi. Critici genitori e docenti ROMA - Circa mille persone ha...

27/09/2003
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Corriere della sera

Scuola, il tempo pieno sarà flessibile

Meno ore di attività obbligatorie, si resterà in classe solo per corsi facoltativi. Critici genitori e docenti

ROMA - Circa mille persone hanno fatto sventolare le bandiere di Cgil, Cobas, Cub, davanti al ministero dell'Istruzione, contro "la proposta di tagliare dieci ore al tempo pieno". Cosa succederà il prossimo anno? Sparirà davvero, dopo 40 anni? Se sì, con cosa sarà sostituito? Se lo chiedono in molti, in questi giorni. Il ministro, in varie occasioni, ha respinto le voci allarmistiche. Nella primaria, ha ribadito, le scuole dovranno continuare a garantire un servizio di 40 ore a settimana, di cui 10 di mensa. Ma come saranno organizzate quelle ore? Qui le differenze col passato sono piuttosto rilevanti. Al punto che sarebbe più corretto parlare di "tempo flessibile" e non di "tempo pieno". Ma vediamo di che si tratta.

LA MENSA - Per cominciare le 10 ore di mensa non saranno più considerate un tempo educativo e quindi non peseranno nella determinazione degli organici della scuola. Secondo il ministero, infatti, la sorveglianza dei bambini non è un'attività da insegnante. Cosa succederà? Per ora le maestre, se vogliono, possono svolgere quest'attività. In prospettiva potrebbero intervenire altre figure.

LA FLESSIBILITA' - Il passaggio dal tempo pieno a quello flessibile significa che se fino a oggi i docenti hanno programmato le varie attività da svolgere nelle 40 ore settimanali, a partire dal prossimo anno potranno farlo solo per le 27 ore di attività obbligatorie. Le restanti tre ore - escluse le dieci di mensa - saranno organizzate tenendo conto della richiesta delle famiglie. I genitori, dopo aver valutato la rispondenza dell'offerta formativa della scuola ai bisogni del figlio, prenderanno le loro decisioni. Potranno accogliere la proposta dell'istituto, proporre altre attività per una durata compresa di tre ore a settimana, ma anche di una o due. O addirittura far uscire prima il bambino. Molto dipenderà da ciò che dà la scuola. Se l'offerta sarà allettante è probabile che le famiglie l'accetteranno senza batter ciglio e utilizzeranno l'intero tempo che l'istituto deve garantire: 40 ore, come oggi. In caso contrario è prevedibile che una parte dei bambini resti a casa e sia indirizzata dai genitori verso le attività offerte dal mercato. Tutto questo, è importante sottolinearlo, riguarderà solo i piccini che andranno in prima elementare il prossimo anno. A gennaio, dunque, per i genitori si profila una doppia scelta: iscrizione anticipata e orario facoltativo.

LE CRITICHE - I sindacati dei docenti, senza esclusioni, sono contrari. Il ministero alleggerisce gli organici e quindi la spesa ai danni della qualità della scuola. L'insegnamento che nel tempo pieno si distendeva nelle 40 ore, è un'altra critica, ora si concentra in 27 e le rimanenti tre ore rischiano di trasformarsi in una riedizione del vecchio doposcuola. L'attività pomeridiana, in buona sostanza, potrebbe diventare un'opera di assistenza per i ragazzi meno fortunati. Al ministero ribaltano queste accuse. Le famiglie, che conoscono bene ciò di cui hanno più bisogno i bambini, possono finalmente intervenire sull'orario, magari alleggerendolo, e decidere, insieme con i docenti, una parte delle attività. Il tempo pieno, si fa notare, non è mai riuscito a decollare completamente. Viene attuato in meno del trenta per cento delle scuole elementari. Evidentemente il servizio non tiene conto delle reali necessità degli alunni.


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