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Corriere-Supplenti e graduatorie, scuola in emergenza

Supplenti e graduatorie, scuola in emergenza Il Tar del Lazio boccia il doppio punteggio per gli "specializzati". I sindacati: tutto da rifare, 40 mila cattedre scoperte. Il ministero: nessun probl...

22/08/2002
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Corriere della sera

Supplenti e graduatorie, scuola in emergenza

Il Tar del Lazio boccia il doppio punteggio per gli "specializzati". I sindacati: tutto da rifare, 40 mila cattedre scoperte. Il ministero: nessun problema

ROMA - Un'ordinanza del Tar del Lazio che modifica i criteri di assegnazione del punteggio agli aspiranti supplenti getta lo scompiglio nelle ultime operazioni per l'assegnazione delle cattedre alle scuole secondarie superiori. I sindacati lanciano l'allarme: parlano di quarantamila cattedre scoperte a quindici giorni dall'inizio delle lezioni, definiscono "a rischio" l'avvio dell'anno scolastico e chiedono un incontro urgente al ministro Letizia Moratti. Ma viale Trastevere getta acqua sul fuoco: le graduatorie non sono state assolutamente azzerate e in tutti gli istituti la prima campanella suonerà regolarmente. Si tratta di rivedere solo le poche posizioni dei docenti usciti dai corsi di specializzazione (Ssis). Per ora, comunque, non verrà fatta alcuna revisione giacché si è già deciso di presentare appello di fronte al Consiglio di Stato.

IL TAR - Con la sentenza depositata martedì scorso la III sezione del Tribunale Amministrativo del Lazio ha accolto il ricorso dei precari. E ha bocciato la circolare ministeriale n. 69 del 2002 che nelle graduatorie permanenti assegnava ai docenti Ssis un doppio punteggio: oltre ai 30 punti dell'abilitazione, una valutazione delle supplenze effettuate, nell'arco di quei due anni accademici, durante le pause del corso di specializzazione. Il calcolo, dunque, secondo il collegio giudicante presieduto da Roberto Scognamiglio va rifatto. "Perché - come spiega l'avvocato dei precari "non Ssis" che hanno presentato il ricorso, Franco Carrozzo - si sarebbe creata una situazione di grave svantaggio per gli altri docenti che non possono fare affidamento sui 30 punti dell'abilitazione eppure hanno alle spalle anni di precariato".

L'ALLARME - Cosa succederà a settembre? Secondo i sindacati sarà il caos. "Tutte le graduatorie devono essere rifatte - denuncia il leader della Gilda, Alessandro Ameli - e il rischio concreto è quello di un inizio d'anno, con cattedre scoperte, contratti da annullare e rifare ed eventuale sostituzione di docenti ad anno già avviato". Un allarme esagerato secondo il segretario generale della Uil Scuola Massimo Di Menna, che però avverte: "Qualora le posizioni non venissero aggiornate è facilmente prevedibile che attraverso singoli ricorsi le graduatorie possano comunque essere bloccate, ed è possibile che vi siano nei prossimi giorni sentenze simili anche da Tar di altre regioni". C'è poi chi mette in guardia il ministero da un rinvio del problema.
"La sentenza del Tar - spiega per tutti l'avvocato amministrativista Rocco Brienza - non è applicabile erga omnes , anche perché ancora appellabile al Consiglio di Stato. È però immediatamente esecutiva: questo significa che il provveditore del territorio interessato dovrà applicarla, rivedendo le graduatorie".
IL MINISTERO - La notizia dell'ordinanza arriva all'indomani delle rassicurazioni già espresse dal ministro Moratti al meeting di Rimini: "I ricorsi al Tar - aveva detto martedì il ministro - sono pochissimi, verranno presi in esame uno per uno, ma certo non pregiudicheranno l'inizio dell'anno scolastico". Aggiungendo che ci potranno essere alcuni casi non facili "ma non tali da mettere a repentaglio l'avvio dell'anno scolastico". E dopo questa decisione? Nessuno sconvolgimento, garantiscono ancora da viale Trastevere: "Non è ancora noto il testo integrale della sentenza del Tar Lazio. In ogni caso si tratta di una sentenza che riguarda casi isolati e che verranno risolti nel rispetto dei diritti dei singoli e dell'interesse del buon funzionamento della scuola italiana". Secondo i primi calcoli ad essere coinvolte dagli effetti dell'ordinanza sarebbero circa 600 persone. Ma il ministero intende comunque presentare ricorso contro quella decisione e, in attesa del pronunciamento definitivo del Consiglio di Stato, chiedere la sospensione del provvedimento.

I PRESIDI - Il presidente dell'associazione nazionale presidi (Anp), Giorgio Rembado, stima una quota di 3 o 4 nomine da rifare, in media, per ogni istituto con un disagio, a suo giudizio limitato. Rembado rileva, però, come la difficoltà "non stia tanto nel numero delle nomine eventualmente da rifare, quanto nella procedura ancora in vigore e che comporta tempi inevitabilmente lunghi".
"Abbiamo ancora strumenti procedurali vecchi - spiega il rappresentante dei presidi - che obbligano le scuole a fare le nomine sulla base delle graduatorie provinciali. Questo implica un lungo iter da seguire, con vari passaggi, mentre sarebbe tutto più semplice se venisse riconosciuta più autonomia agli istituti e se questi potessero provvedere direttamente alle assunzioni a tempo determinato".


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