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Corriere-Studenti e post-maturità L'ESAME È RIMANDATO

Studenti e post-maturità L'ESAME È RIMANDATO di ERALDO AFFINATI Per molti studenti romani, appena usciti dagli esami di maturità, si schiudono le porte universitarie. Un tempo il passaggio ...

27/07/2003
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Corriere della sera

Studenti e post-maturità L'ESAME È RIMANDATO

di ERALDO AFFINATI

Per molti studenti romani, appena usciti dagli esami di maturità, si schiudono le porte universitarie. Un tempo il passaggio era vissuto come uno scarto secco fra due mondi distanti, senza rapporto: oggi, almeno per quanto riguarda l'informazione, non è più così. Gli istituti superiori ospitano durante l'ultimo anno scolastico convegni e incontri nel corso dei quali i ragazzi imparano a conoscere la fisionomia delle varie facoltà. Le sedi accademiche sono prodighe di consigli tesi a districare le future matricole nei nuovi spazi del sapere affinché non smarriscano la bussola. In certi istituti è stata prevista la figura di un docente specializzato nell'orientamento universitario a favore degli alunni. Gli scolari di terza liceo che lo richiedono possono prepararsi al superamento delle prove d'ingresso per l'area giuridico-economica, medicina e ingegneria: così, ad esempio, avviene al "Giulio Cesare" di Corso Trieste, come ci informa la preside Sofia Masi. Talvolta questo accompagnamento guidato e fin troppo premuroso suscita qualche perplessità: quando toglieremo i nostri ragazzi dalla protezione dell'ala materna? Si chiedono, in cuor loro, un po' ironicamente, non pochi addetti ai lavori. È una sensazione diffusa che trova conferma anche nella recente esperienza della nuova maturità. Ormai, a giudizio di molti, il sistema degli esami di Stato, così com'è, risulta inutile. Con la scomparsa della commissione esterna, lo sappiamo, sono gli stessi professori della classe a valutare le prove di giugno e luglio degli studenti che ben conoscono, con il risultato di duplicare, in brutta copia, gli scrutini. Le interrogazioni si trasformano in un teatrino convenzionale, per non dire ipocrita, come lamentava una settimana fa su questo giornale in una lettera a Maria Latella "una insegnante che non sa recitare". Né la figura del presidente, l'unico esterno, può garantire alcunché: la sua funzione, afferma Sofia Masi, che ha esercitato questo ruolo al Liceo Classico "Pilo Albertelli", si è ridotta ad essere quello di "commissario ad acta", ossia soltanto formale. "D'altra parte - aggiunge la preside romana - il tempo a disposizione è tale da non permettere un'indagine approfondita sullo spessore culturale dell'alunno".
Antonino Grasso, preside del Liceo Scientifico "Isaac Newton" di viale Manzoni, che è stato presidente al Liceo "Lucrezio", nel ribadire la sua sfiducia nei confronti di un esame che pretende di mutare l'allievo in "candidato" nel giro di pochi giorni sotto gli occhi dei docenti che lo hanno seguito per tutto l'anno, formula anche un'altra osservazione: "Con la nuova maturità i ragazzi perdono l'esperienza formativa di essere giudicati da una faccia nuova che non è quella del loro insegnante. Solo quando andranno all'università si troveranno di fronte per la prima volta un professore che non hanno mai visto".
Sarà quella, ci si potrebbe chiedere, la vera prova di maturità? O anche gli esami universitari scaricheranno altrove, in un futuro imprecisato e lontano, la patata bollente del severo giudizio di merito?


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