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Corriere-Sindacati, riformisti alle grandi manovre

CGIL E UIL PROPONGONO INIZIATIVE CONGIUNTE SUL MEZZOGIORNO. DOMANI PARLA PEZZOTTA Sindacati, riformisti alle grandi manovre L'unità resta lontana, spunta una aggregazione "transconfederale" ...

22/10/2002
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Corriere della sera

CGIL E UIL PROPONGONO INIZIATIVE CONGIUNTE SUL MEZZOGIORNO. DOMANI PARLA PEZZOTTA
Sindacati, riformisti alle grandi manovre
L'unità resta lontana, spunta una aggregazione "transconfederale"

ROMA PARLARE di unità è assolutamente prematuro, eppure tra Cgil-Cisl-Uil continua lo scambio di segnali di pace. La chiave è quella di un sostanziale accantonamento della polemica sulla firma del "Patto per l'Italia", cercando invece su alcuni temi un possibile terreno di azione comune. Cosa non facile. E intanto, dal mondo della politica si moltiplicano gli inviti a ritrovare l'unità, inviti che trovano ascolto - e risposte concrete - in molti dirigenti sindacali. Ma andiamo con ordine. Ieri a Napoli la Uil ha riunito la sua assemblea dei quadri e delegati, e sempre ieri la Cgil ha tenuto la sua riunione di segreteria. La proposta lanciata dal leader Uil Luigi Angeletti è di chiedere a Cgil e Cisl di promuovere iniziative in tutti i capoluoghi delle regioni meridionali "per chiedere al governo una rapida e puntuale applicazione del Patto per l'Italia" con modifiche alla Finanziaria. E Angeletti ha parlato di una "discussione seria" su questioni concrete: "Occupazione, Fiat, tasse, cose che la gente capisce". Anche dalla Cgil arriva una proposta unitaria, anche se con un chiaro senso di contrasto al governo. La proposta a Cisl e Uil è di varare sulle politiche industriali e il Mezzogiorno "iniziative specifiche di mobilitazione e di lotta tese a contrastare le scelte del governo". E cominciare a discutere delle "regole della rappresentanza e sulla verifica del consenso dei lavoratori su piattaforme e accordi". Domani, a Napoli, si riunisce l'assemblea dei delegati Cisl. Anche Savino Pezzotta lancerà una proposta di azione comune sul Mezzogiorno, e riproporrà un confronto sulla riforma del sistema contrattuale. Spirito e sostanza delle proposte appaiono assai differenti. Ma gli spazi per un dialogo ci sono. Anche perché la maggioranza dei Ds e la Margherita hanno attivato un massiccio sforzo per favorire la distensione. Fassino e Rutelli hanno un doppio obiettivo. Un sindacato più unito potrà permettere di evitare lacerazioni - come dopo il "Patto per l'Italia" e lo sciopero Cgil - all'interno dell'Ulivo e dei suoi partiti, e sarebbe un buon alleato dell'opposizione nei prossimi mesi. In secondo luogo, una riaggregazione trasversale dei "riformisti" nel mondo sindacale potrà utilmente costituire un contrappeso alla Cgil "cofferatiana", che sta cercando alleanze nella società (i movimenti) e nelle istituzioni (col sostegno alla battaglia di sindaci e Governatori sulla Finanziaria). Un progetto, quello di Fassino e Rutelli, che trova ascolto in Cgil, Cisl e Uil. Anche per ragioni legate agli equilibri interni alle tre confederazioni. In casa Cisl, ad esempio, la "sinistra" ha accettato di malavoglia la scelta sostenuta da Pezzotta e dai segretari confederali Raffaele Bonanni e Pier Paolo Baretta di firmare il "Patto", e segue con preoccupazione il problematico rinnovamento della segreteria confederale. Non è un caso che il segretario dei Ds Fassino abbia partecipato all'assemblea dei metalmeccanici della Fim. E non è un caso nemmeno se Fassino, Francesco Rutelli e il leader dello Sdi Enrico Boselli parteciperanno oggi al convegno di Torino della Uiltucs, il sindacato Uil del commercio e servizi. In casa Uil tensioni e malumori sulla leadership di Luigi Angeletti sono forti, e c'è una parte consistente del gruppo dirigente che teme la perdita dell'identità politica e sociale di un'organizzazione più piccola di Cgil e Cisl. E dunque bisognosa di connotati più "forti", all'insegna di un sindacalismo "riformista" e di un ancoraggio più stretto con l'Ulivo. In prima linea ci sono i dirigenti "fassiniani", come i segretari confederali Paolo Pirani e Franco Lotito, che sembrano aver stretto un'alleanza col numero due Adriano Musi, che non casualmente chiuderà il convegno. A "cucire" i rapporti con la politica ci sta pensando un leader storico, Giorgio Benvenuto. Luigi Angeletti - che gode invece del supporto di un altro leader storico, Pietro Larizza - verrà al convegno, ma non interverrà. Ma anche in Cgil c'è chi manifesta interesse per questa "interconfederale" del sindacalismo unitario e riformista. Da qualche tempo il gruppo dei sindacalisti "fassiniani" - gli esponenti principali sono il segretario della Cgil milanese Antonio Panzeri, i presidenti dell'Ires Agostino Megale e dell'Inca Aldo Amoretti, la presidente del Direttivo Elisa Castellano - sta valutando il da farsi. Esclusa la nascita di una "area programmatica" distinta da quella di maggioranza di Epifani, si era pensato a un incontro pubblico (non a caso in coincidenza con il Social Forum di Firenze, cui la Cgil sarà ufficialmente presente). Per adesso, è tutto congelato: i tempi non sono maturi. E c'è anche un Guglielmo Epifani con cui fare i conti: il neosegretario non ha apprezzato per nulla che i "riformisti" abbiano cominciato a muoversi all'indomani della sua elezione.


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